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Cai Bergamo: lettera feroce a Federmoto, ma non è ufficiale

Moto in montagna (Photo endurostradali.it)
Moto in montagna <br> (Photo endurostradali.it)

BERGAMO — Una risposta “arrogante e supponente”, un atteggiamento da “ipocrita” che “adotta teorie fasulle”. Parole come macigni quelle scagliate contro Paolo Sesti, Presidente della Federazione Motociclistica Italiana. Provengono da un socio Cai, ma soprattutto sono state inviate tramite la posta ufficiale del Cai di Bergamo. La sezione del capoluogo orobico però, interrogata sul testo, ha subito precisato: l’unica posizione ufficiale da noi espressa è quella della lettera del 18 febbraio precedente a quest’ultima, quella cioè che ha riaperto la polemica sul transito dei motori su sentieri di montagna.

La “Lettera aperta in difesa dei sentieri di montagna” è arrivata ieri alla posta di Montagna.tv direttamente dalla segreteria del Club Alpino Italiano sezione bergamasca. Un mittente autorevole dunque, tanto che a una prima lettura poteva sembrare la replica del Cai alla risposta scritta dal presidente della Federazione Motociclisti Italiani sulla polemica aperta qualche settimane fa proprio dal Cai di Bergamo. Sembrava, ma non era.

L’autore della feroce missiva, condanna infatti senza mezzi termini la posizione di Paolo Sesti, contestandone aspramente le ragioni della sua precedente lettera. Non che ciascuno non sia libero di pensare quello che più ritenga giusto, ma la veste ufficiale della lettera mal si accompagnava ai toni decisamente pesanti e accusatori, tanto da non poter non sollevare stupore e perplessità.

Abbiamo così contattato la segreteria del Cai di Bergamo per accertarci della natura del comunicato. Sull’autore, Sergio Marzinotto, non sono state date informazioni, anche se, secondo quanto riferisce L’Eco di Bergamo, si tratterebbe semplicemente di un iscritto Cai. Sul contenuto della lettera invece, il Cai bergamasco ha preso le distanze, sottolineando come l’unica posizione sottoscritta fosse la prima, quella espressa nel primo comunicato stampa inviato dai Presidenti delle Sezioni e Sottosezioni Bergamasche del Club Alpino Italiano.

Nessuna replica alla Federazione Motociclisti italiani quindi, da parte del Cai Bergamo, nonostante la missiva partisse proprio da qui. Ambiguità a parte, è evidente comunque che la questione dei motori sui sentieri di montagna è tutt’altro che chiusa.

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