
Il 21 ottobre, i due alpinisti Symon Welfringer e Hugo Parmentier, accompagnati dal fotografo Arthur Delicque, sono partiti da Grenoble per aprire una grande via in Corsica. Senza mezzi di locomozione se non una barca a vela e una bici tandem, chiamata Ròmeo. 320 chilometri e 3000 metri di dislivello fino a Saint-Mandrier-sur-Mer, dove i due si sono imbarcati per una traversata in pieno clima di tempesta. Dopo 36 ore, gli alpinisti – alla prima esperienza di navigazione – sono arrivati in terra corsa, poco prima che questa fosse investita dalla perturbazione Benjamin.
L’obiettivo era la Punta Lunarda, monolite di granito che troneggia nel massiccio della Bavella. Symon era già stato qui nel 2021, e da allora aveva un pensiero fisso: il pilastro centrale, una linea molto estetica ma forse impossibile da scalare. Lunghe giornate di apertura dal basso, su prese perfette e tratti completamente lisci, senza alcuna certezza che la via vedrà la luce.
Dopo due settimane di sforzi intensi e notti passate in una piccola tenda umida, i tre alpinisti sono riusciti ad arrivare in cima, battezzando la via Resurrection. Il nome si riferisce alla battaglia dei due alpinisti ma anche a quella del loro amico Hugo Meunier, che era rimasto gravemente ferito in un incidente di parapendio e stava facendo i primi progressi durante l’apertura della linea.
“Siamo convinti che la via sia scalabile completamente in libera. Ma si trova veramente al limite di quello che è possibile su una grande parete” ha detto Welfringer. Non hanno infatti realizzato tutti i movimenti in libera, ma le prime stime sul grado considerano le prime due lunghezze intorno all’8c+/9a e l’ultima in cresta intorno al nono grado. Parmentier è più dubbioso: “Onestamente è ancora tutto poco chiaro. Non so nemmeno se alcune sezioni siano davvero fattibili. Finché tutti i movimenti non vengono fatti resto scettico. Quello che è certo è che è estremamente dura”.