
Rialzati e cammina – Max Cassani (MonteRosa Edizioni)
Il sottotitolo “Dieci storie di salvezza legate alla montagna (e una playlist)” non deve trarre in inganno. Le storie scovate e raccontate da Cassani non si riferiscono a incidenti o operazioni di soccorso. L’autore ripercorre le vicende di dieci persone normali che la vita ha messo di fronte a prove difficili (anche questo, a pensarci bene, è qualcosa di normale), e che grazie alla frequentazione della montagna sono riuscite a superare o quanto meno a venire a patti con i propri disagi. Cassani è un giornalista serio e come tale presenta in modo asciutto le diverse vicende. Senza enfasi o retorica, ma attenendosi ai fatti e alle parole che ascoltava. Una ricetta semplicissima, che permette facilmente al nocciolo della questione senza iperboli o colpi di scena piazzati ad arte tra le righe. Così per il lettore diventa facile immedesimarsi in quello che legge.
C’è chi, dopo un’adolescenza tutt’altro che facile, trova in età matura la propria redenzione nel trail-running; ci sono persone che non hanno mai amato camminare e riscoprono la bellezza del movimento in montagna solo dopo una malattia; c’è chi vive in pianura ma con la bussola puntata a Nord e alla fine ne segue l’ago; c’è chi fugge dalla città e dai suoi ritmi frenetici e chi trova infine nel cammino il modo di elaborare il più terribile dei lutti. Alla base di tante storie diverse un unico comune denominatore: l’esigenza delle persone di riconnettersi con la natura, anche e soprattutto con la propria. Per tutti loro andare in montagna – che si tratti di una semplice escursione o la salita di un Ottomila – ha rappresentato e rappresenta la risposta a una domanda di senso e l’inizio di un percorso di rinascita. Non la soluzione, dunque, Cassani non ha alcuna intenzione di sfoderare la bacchetta magica, ma un momento di svolta. Anzi, dieci momenti di svolta. Importanti e sorprendenti, come quella veduta su un ghiacciaio che si apre alla vista appena dopo il limitare del bosco. Emozionando, come fa il libro.
Alpi, oltre i limiti. Kilian Jornet (Solferino)
Corridore, skialper, alpinista. Fortissimo e, soprattutto, creativo. Kilian Jornet riesce ogni anno a inventare un progetto estremo quanto originale. E a portarlo a termine. In questo libro racconta Alpine Connections, il progetto-impresa del 2024 quando in appena 19 giorni ha raggiunto tutti gli 82 quattromila delle Alpi senza utilizzare mezzi a motore per i trasferimenti. Dalle creste più impegnative e tecniche alle vette iconiche, passando per i rifugi più remoti, l’atleta catalano ripercorre un viaggio che lui stesso definisce «la sfida della vita». Un’avventura in cui la resistenza fisica, la forza mentale e la concentrazione estrema sono state fondamentali per superare la fatica, il cattivo tempo e le difficili condizioni del terreno, che risentono degli effetti devastanti del cambiamento climatico in alta montagna. Nelle risate con gli amici sulle creste, la solitudine in quota, le albe cremisi e le notti spettrali di luna piena, Kilian condivide con il lettore la ricerca interiore delle sue motivazioni più profonde e il superamento delle sue paure e dei suoi limiti. «Ho vissuto molte esperienze che in parte sto ancora assimilando. Condividendole, probabilmente, saranno utili a un numero maggiore di persone», si augura Jornet.
Le Alpi in 30 Montagne. Enrico Camanni (Laterza)
Sono 30 dalle Alpi Marittime alle Alpi Giulie, tutte belle e famose. “Iconiche” come si direbbe adesso, usando un termine alla moda quanto abusato. Vette che Camanni conosce bene, alle quali può dare del tu. Ma da profondo conoscitore delle Terre Alte Camanni sa che limitare il racconto alle vette non renderebbe loro giustizia. Così dal Monte Bianco al Monviso, dal Sassolungo alle Tofane, dal Monte Rosa alle Tre Cime, ogni capitolo, ogni cima, è l’occasione per un’immersione nella storia, nella geologia, nelle leggende e nelle tradizioni del luogo. Anche a bassa quota. Camanni intreccia sapientemente racconto naturalistico e memoria storica, scoperte scientifiche e avventure umane restituendo al lettore non solo la grandezza paesaggistica ma anche il ruolo cruciale nella cultura europea. Se fino all’Ottocento la storia delle Alpi è stata prevalentemente storia di valli e valligiani, tutto cambia con l’arrivo dei viaggiatori e degli alpinisti di città, spinti dalla sete di conoscenza e dal desiderio di conquista. Dalla civiltà della valle si passa alla moda della vetta. Alla stoica convivenza con i rigori della montagna subentrano la conquista delle cime e lo sfruttamento dei paesaggi e delle risorse idriche.
Ogni vetta e ogni valle diventano finestre sulla complessità dell’universo alpino, invitandoci a guardare con occhi nuovi questi monti che sono i custodi silenziosi della nostra storia. Un libro che si rivolge a chi desidera scoprire nella sua interezza il fascino di un territorio unico al mondo.
Boomer rock. Eugenio Maria Cipriani (Versante sud)
L’autorecensione scritta dall’autore introduce al meglio il contenuto del libro. E fa di più: consente di respirare la sua stessa aria, di vivere le sue emozioni, di immergersi in un periodo storico vivacissimo e non solo per quanto riguarda l’arrampicata. «”Boomer rock” è un lungo racconto, in parte personale e in parte no, sia sulla società sia sul mondo dell’arrampicata. Una storia che si sviluppa lungo quasi tutta la seconda metà del Novecento e termina con l’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre del 2001. E’ l’autobiografia di uno scalatore medio, nato nel 1959 e quindi appartenente alla generazione definita del “baby boom”. È la storia di uno che ha vissuto in prima persona sia i numerosi e radicali cambiamenti politici, etici, economici e tecnologici della società italiana, sia i non meno numerosi e radicali cambiamenti tecnologici e di costume avvenuti all’interno del mondo dell’alpinismo e dell’arrampicata nella seconda metà del secolo scorso. È il racconto non di una esperienza, ma di cento, mille, infinite esperienze probabilmente comuni a tanti, esperienze accomunate dalla passione viscerale per la montagna e la scalata. Una passione, nel caso specifico, non ereditata in famiglia, ma nata in maniera del tutto spontanea e istintiva ed anzi fortemente avversata in ambito familiare. Una graduale scoperta, dai risvolti intimi, che si è trasformata col tempo in una professione. Non come guida alpina, ma come giornalista e scrittore di luoghi, itinerari, fatti e personaggi legati alla montagna e, più in genere, al mondo della verticale. Per dare un registro originale a questo racconto ho voluto inserire, in corrispondenza di alcuni periodi-chiave della mia vita, la testimonianza di mio padre. L’altra campana, per così dire o, se vogliamo, la voce del mio Super-io da sempre in lotta con l’Es. Le sue considerazioni e le sue riflessioni, a volte stupite e a volte quasi imbarazzate, credo rispecchino la realtà del rapporto fra genitori e figli: un’ininterrotta, stupefacente, dolceamara scoperta».
Il bocia del Cervino. Beppe Castelli (Fusta editore)
L’11 agosto 1963 il diciannovenne Beppe Castelli, con quattro altri amici, sale la parete Nord del Cervino: è il più giovane scalatore della parete, un piccolo grande record che detiene ancora oggi. A distanza di oltre mezzo secolo rievoca quei giorni, ma fa anche molto di più. La sua autobiografia racconta con vividezza la Torino arrancante del dopoguerra e le avventure della sua infanzia, fino a far emergere il filo conduttore della sua storia: la montagna. Dalle scorribande nelle Valli di Lanzo con gli amici alle prime arrampicate sui massi delle Courbassere, fino ai dettagli della scalata della Nord del Cervino a soli diciannove anni. Da lì, l’avventura lo porta sempre più lontano: negli Appennini marchigiani, dove partecipa a un audace esperimento speleologico nelle Grotte di Frasassi, e poi lontanissimo, fino all’Himalaya, come soccorritore alla Friendship Everest Skyrace. Tra incontri, sfide e pericoli, il racconto inedito di una vita vissuta con lo sguardo sempre rivolto verso l’alto.
Annapurna, femminile plurale. Arlene Blum (MonteRosa edizioni)
Una spedizione straordinaria raccontata da chi ne era a capo. Il 15 ottobre 1978 Vera Komarkova e Irene Miller raggiunsero la vetta dell’Annapurna insieme agli Sherpa Chewang Rinzing e Mingma Tsering. La spedizione era stata organizzata dall’alpinista statunitense Arlene Blum e prevedeva un team di sole donne, con il supporto degli Sherpa.
Il libro è una lettura appassionante che racconta non solo le inevitabili difficoltà alpinistiche di una montagna tra le più ostiche e pericolose del pianeta ma, soprattutto, le sfide legate all’essere un team esclusivamente femminile: lo scetticismo con cui fu accolto l’annuncio della spedizione in patria, la difficoltà del reperimento dei fondi, i conflittuali rapporti con gli Sherpa e, talora, anche tra le stesse alpiniste, senza dimenticare infine le polemiche del dopo spedizione, che si trascinarono per diversi anni. Tutto questo accadeva quasi 50 anni fa, ma è impossibile non notare come tutti questi elementi siano ancora, purtroppo, perfettamente attuali quando si parla di alpinismo femminile e come ciclicamente le stesse critiche si ripropongano. Il libro, che vede la prefazione di Silvia Metzelin, contiene un inserto di foto a colori della spedizione e una cronologia dell’alpinismo himalayano femminile a cura di Sita Demichelis.