
Tutto iniziò con un prete austriaco, Franz Senn, deciso a sostenere la magra economia delle vallate tirolesi della sua zona di ministero con il turismo. Sembra una storia di oggi, o di qualche decennio fa a seconda delle zone alpine. Invece è roba del XIX secolo. Tormentata, peraltro. Già perché nessuno tra i papaveri dell’epoca credeva nella bontà di questa iniziativa e il povero, ma determinatissimo, prelato dovette accollarsi tutte le spese necessarie per realizzare quelle che oggi chiamiamo infrastrutture: sentieri, ostelli, rifugi. Perfino la pubblicità. Per promuovere l’immagine del luogo Senn – poi ribattezzato il Parroco dei Ghiacciai – pagò più di un pittore, fino a quando uno di questi realizzò il quadro “perfetto” allo scopo: realistico e accattivante. Era il 1869 e con quel quadro-manifesto le Alpi Venoste sbarcano letteralmente sul mercato turistico. In quel dipinto una vetta si distingue per forme e bellezza: la Weisskugel, in italiano Palla Bianca.
Ed è proprio alla Palla Bianca che è dedicato un ampio articolo pubblicato sul numero 137 di Meridiani Montagne attualmente in edicola. Ecco qualche breve passaggio dell’articolo di Lorenzo Naddei dal titolo “Un panorama da dipingere”.
Prime ascensioni, primi rifugi
… Pochi anni più tardi, comunque, la “valorizzazione turistica” delle Ötztaler Alpen può dirsi cosa fatta. Nel 1894 vede la luce il volume Die Erschliessung der Ostalpen (L’esplorazione delle Alpi Orientali), autentica miniera di informazioni sulla catena, dove si consacra la bellezza della “possente, candida massa della Weisskugel”. Nello stesso periodo, grazie ai club alpini austriaco e tedesco, vengono realizzati tutti i punti d’appoggio utili per la salita alla cima: in Val di Mazia sorge nel 1883 la Karlsbader Hütte, poi intitolata a Franz Höller; dieci anni più tardi è la volta del rifugio Weisskugel in Vallelunga, mentre è del 1909 l’opera più costosa, impegnativa e straordinaria, la costruzione della Brandenburger Haus, su uno sperone roccioso circondato dai ghiacci. Nel frattempo, questa volta a opera di Serafin Gurschler, oste e contadino della Val Senales, vengono costruiti un nuovo rifugio all’Hochjoch, (Schöne Aussicht, o Bella Vista) e la comoda mulattiera che lo collega a Maso Corto; infine, nella Rofental, sorge per ultima la nuova costruzione dell’Hochjoch-Hospiz.
Gli itinerari più impegnativi
… Come tutte le grandi montagne, anche la Palla Bianca offre un buon numero di itinerari di salita più complessi ed esigenti rispetto alle vie normali. Dal Weisskugeljoch, per esempio, si può puntare direttamente verso la cima attraverso il suo fianco glaciale ovest-nordovest (in buone condizioni è un bellissimo percorso sci-alpinistico) o per l’elegante cresta nord, sempre meno nevosa e ormai alquanto delicata. Più breve è la cosiddetta Bellavistagrat, un itinerario di misto che corre sulla cresta est; gli interventi di richiodatura effettuati in occasione della torrida estate del 2003, allo scopo di fornire un’alternativa alla Matscher Wandl, permettono di affrontare in sicurezza i tratti su roccia, ma i pendii innevati sul percorso restano alla mercé delle condizioni della neve. Un tracciato più “artico” – lunghissimo ma grandioso – raggiunge la vetta dalla Brandenburger Haus, partendo dall’ampio Gepatschferner, che va attraversato fino all’intaglio a quota 3065 metri, proteso sulla breve parete rocciosa della Vernaglwand…
Una visione struggente
… La grandiosità della cima si coglie dalla Kreuzspitze (“la cima dei pittori”), raggiungibile per facile sentiero dalla Martin-Busch Hütte, come anche dal ripiano roccioso della Dahmann Spitze, poco sopra la Brandenburger Haus, ideale all’alba e al tramonto. Davvero eccezionale è poi la veduta ravvicinata offerta dalla modesta sommità della Im Hinteren Eis (Punta della Vedretta), a picco sull’omonima colata glaciale, collegata da una traccia segnalata al rifugio Bella Vista e a Maso Corto. Per apprezzare il lato più elegante della Palla Bianca, occorre invece spostarsi in Vallelunga (Langtaufers), dove i dintorni della Weisskugelhütte sanno offrire scorci sensazionali, così come molte delle montagne che segnano il confine con l’Austria, sopra Melago…