Nel cuore dell’Alta Valle del Santerno, tra Romagna e Toscana, nasce un nuovo percorso dedicato a uno dei frutti più preziosi dell’Appennino: il Sentiero del Marrone Igp. Un itinerario ad anello di circa sette chilometri, e 250 metri di dislivello, che attraversa castagneti secolari, borghi antichi e vallate silenziose, per raccontare con i passi la storia di un territorio e del suo simbolo più autentico: il marrone di Castel del Rio.
Questo nuovo cammino, infatti, rappresenta un invito a riscoprire le radici di una tradizione che affonda nei secoli. Qui, il castagno non è un semplice albero: è parte dell’identità collettiva, una presenza che ha dato sostentamento e lavoro a intere generazioni. I castagneti, curati e tramandati come boschi di famiglia, raccontano di un’economia contadina fondata sulla pazienza e sulla cura, di comunità che per secoli hanno vissuto “sulle selve”, tra raccolti, essiccatoi e fiere d’autunno:
“I castagneti e il Marrone sono l’essenza del nostro territorio – racconta il sindaco di Castel del Rio, Alberto Baldazzi –. Nascono prima della comunità stessa, e rappresentano ancora oggi la nostra memoria e la nostra forza”.
Il Marrone di Castel del Rio Igp, riconosciuto a livello europeo per la qualità e le caratteristiche uniche, è frutto di un equilibrio perfetto tra clima, suolo e saper fare umano. Le sue grandi dimensioni, la buccia sottile e il gusto dolce e aromatico ne hanno fatto una delle eccellenze più conosciute dell’Emilia-Romagna, celebrata ogni ottobre con la storica Sagra del Marrone.
Il nuovo sentiero nasce proprio per valorizzare questa eredità. Camminando tra vecchi mulini e pievi di montagna, questo nuovo itinerario attraversa le Selve di Castel del Rio e la Valle del Rio Magnola. È un percorso accessibile a tutti, che si aggiunge ai tanti cammini che stanno riscoprendo l’Italia minore, quella fatta di borghi, sapori e silenzi. Ma a Castel del Rio assume un significato speciale: è un modo per dire che la montagna può ancora vivere di ciò che la rende unica, seguendo le orme dei raccoglitori e dei contadini dell’Appennino.