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Quei magnifici manifesti che raccontano le montagne d’inverno nel secolo scorso

In arrivo due mostre dedicate all’evoluzione del turismo invernale vista attraverso poster e locandine d’autore. Un emozionante viaggio nel passato tra ingenuità, immediatezza e nostalgia

Guardare indietro non è solo un’operazione nostalgia. A volte si traggono insegnamenti, in altri casi ci si diverte magari osservando immagini apparentemente ingenue ma dal messaggio immediato. No, non è il solito ritornello “era meglio quando le cose si facevano con poco”, anzi. Perché in questo caso la semplicità è figlia dell’abilità di artisti importanti e della loro capacità di portare un messaggio (in questo caso pubblicitario) direttamente al cuore del destinatario.

Per questo sarà piacevole visitare le due mostre del progetto “Un Magico Interno. Bianche emozioni dalla Collezione Salce”, che si terranno a partire dal 21 novembre ma delle quali possiamo mostrare in anteprima, nella gallery che accompagna questo articolo, numerose immagini.

Focus delle mostre è il racconto dell’evoluzione degli sport invernali dalle prime pioneristiche esperienze all’affermarsi del turismo sportivo, attraverso i cambiamenti nella vita quotidiana e l’impatto profondo sul paesaggio montano. Il progetto, ideato da Sergio Campagnolo, per un’operazione promossa dal Ministero della Cultura, tramite le Direzioni regionali Musei nazionali del Veneto e della Lombardia, dalle Regioni Veneto e Lombardia rientra nel Programma delle Olimpiadi Culturali in occasione di Milano Cortina 2026. Ciascuna delle due sedi espositive – Treviso e Teglio (SO) – affronta, in modo originale, il racconto di quella che è stata una straordinaria evoluzione del costume, oltre che dell’economia.

A Treviso il primo appuntamento

La mostra UN MAGICO INVERNO. Bianche emozioni dalla Collezione Salce, racconta una vera rivoluzione sociale, quando l’inverno cessa di essere la stagione più temuta per diventare il momento migliore per molte comunità montane e i loro ospiti. A rivivere sono la magia dei picchi innevati, le atmosfere delle stazioni sciistiche delle Alpi allorché lo sci e gli sport invernali da impresa pioneristica divengono attività possibili a tutti, il nascere dei mercatini di Natale, i momenti di festa ad alta quota. Tutto ciò, insomma, che ha sdoganato la stagione invernale rendendola amatissima.

Va ricordato che, il Salce vanta la più importante collezione italiana di manifesti storici e in mostra ne saranno esposti diversi, bellissimi, alcuni mai fino a oggi proposti al pubblico. Una sezione sarà dedicata ai “Film di Natale”, produzioni molto popolari, i cui manifesti sono spesso firmati dal più grande cartellonista italiano, Renato Casaro recentemente scomparso.

I manifesti saranno solo uno degli elementi di questa ampia esposizione. Ad essi sottendono il racconto della trasformazione e la storia dell’evoluzione della montagna veneta e bellunese, da terra da cui fuggire a meta da ambire. E la nascita dell’industria dello scarpone, eccellenza mondiale, nel trevigiano.

In mostra, oltre ai manifesti, ci saranno dunque documenti video, cimeli, scarponi e attrezzi sportivi, materiali e documenti storici, per offrire un racconto coinvolgente e preciso. Alla mostra trevigiana collaborano con importanti prestiti il Museo della Emigrazione di Belluno e il “Museo dello scarpone e della calzatura sportiva” dello Sportsystem di Montebelluna. La Torcia Olimpica del 1956, che sarà riaccesa per l’occasione, introdurrà il racconto della prima edizione italiana e delle Olimpiadi di Cortina. La torcia brillerà al centro dell’abside della chiesa di Santa Margherita, ad introdurre e focalizzare la sezione che la mostra trevigiana riserva alla rievocazione delle Olimpiadi cortinesi del dopoguerra.

Non solo storia: nella sede del San Gaetano si potranno ammirare i poster vincitori del bando promosso dal Ministero della Cultura, riservato ai giovani, per un manifesto olimpico.
L’esposizione, allestita in entrambe le sedi del Museo di Treviso, a Santa Margherita e a San Gaetano, sarà visitabile dal 21 novembre al 29 marzo 2026.

Dal 27 gennaio appuntamento a Teglio, in Valtellina

Dal 27 gennaio 2026 sarà poi la volta della mostra “VETTE. Storie di sport e montagne”, visibile a Palazzo Besta di Teglio (SO) fino alla fine di agosto. Il percorso espositivo, articolato tra spazi interni ed esterni, intende celebrare il rapporto tra montagna, sport invernali e cultura. Il format prevede un racconto suddiviso in tre nuclei tematici principali: la storia delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi e degli sport invernali; l’evoluzione del turismo sportivo e il suo impatto sul paesaggio alpino e sull’immaginario collettivo e il ruolo delle donne olimpiche e paralimpiche, con storie di campionesse e sfide femminili nel mondo dello sport.
La mostra include anche un’installazione artistica site-specific nel giardino del palazzo, realizzata da artisti radicati in Valtellina, che invita alla riflessione sul rapporto tra natura, uomo e futuro.

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