Rifatto il Sentiero delle Marocche, nell’Alto Garda in Trentino
Il tracciato che attraversa la frana più grande delle Alpi è stato rimesso in sicurezza e dotato di nuovi segnavia, e pannelli informativi. Che aiutano a conoscere un luogo straordinario.
Nuova vita per il sentiero ad anello delle Marocche di Dro, uno dei percorsi più suggestivi della Valle del Sarca. Si è concluso l’intervento di riqualificazione portato avanti dal Parco Fluviale della Sarca in collaborazione con l’APT Garda Dolomiti, che ha restituito ordine, sicurezza e contenuti aggiornati al tracciato che attraversa la più grande frana dell’intero arco alpino.
Il sentiero, molto frequentato da escursionisti e appassionati di natura, si presenta dunque oggi rinnovato in ogni suo dettaglio: sono stati collocati nuovi segnavia per rendere più semplice l’orientamento, i pannelli informativi sono stati completamente sostituiti e resi leggibili grazie a un moderno supporto resistente alle intemperie, mentre le bacheche d’accesso nei tre principali punti di partenza sono state ricostruite e aggiornate. L’intervento ha riguardato anche la messa in sicurezza di alcune staccionate in legno instabili e la rimozione di vecchie strutture deteriorate, restituendo così al percorso un aspetto ordinato e accogliente: «Questi pannelli – sottolinea Gianfranco Pederzolli, presidente del Parco Fluviale della Sarca – aiutano a leggere i segni particolari che si incontrano, permettendo al visitatore di vivere un’esperienza ricca di suggestioni con la consapevolezza di trovarsi in un luogo straordinario che va protetto».
La storia geologica e naturale delle Marocche di Dro, infatti, è unica: qui, diecimila anni fa, una gigantesca frana si staccò dal Monte Brento dando origine a un paesaggio detritico che ancora oggi conserva le tracce di quell’evento colossale. Come descritto nei pannelli, il carsismo superficiale ha poi modellato la superficie delle rocce, creando scannellature profonde e facendo emergere noduli di selce. Sorprende, inoltre, la stessa capacità della vegetazione di adattarsi a un ambiente ostile, dove piccoli bonsai naturali trovano spazio tra i massi e resistono alle difficili condizioni climatiche.
Un’intera sezione dei pannelli è dedicata alla fauna, con indicazioni per riconoscere le tracce degli animali che attraversano la zona e con un richiamo particolare alle impronte dei dinosauri, risalenti a 190 milioni di anni fa, che conferiscono alle Marocche un ulteriore fascino. Non mancano poi cenni allo sviluppo idroelettrico, con la storia della centrale di Fies, ai misteriosi muretti a secco e alle piantumazioni di pino nero che hanno caratterizzato parte del paesaggio negli ultimi decenni.
L’intervento ha richiesto un investimento complessivo di 23.490 euro, interamente finanziato dal Parco Fluviale della Sarca. Si tratta del secondo progetto di questo tipo portato avanti in collaborazione con l’APT Garda Dolomiti, dopo la sistemazione del percorso e la riqualificazione della segnaletica in Val Lomasona la scorsa estate. Un esempio di turismo sostenibile capace di valorizzare il territorio senza snaturarlo.