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Creste e nuvole, camminare a cavallo del vuoto

Tutto il fascino dei crinali rocciosi, corridoi naturali che regalano emozioni speciali. E raccontano tante storie

Una cresta è la linea di incontro di due versanti che si incontrano “a tetto”, con pendenze simili. È una definizione geografica precisa, ma dice poco di cosa significhi davvero muoversi lassù.

Camminare o arrampicare su una cresta vuol dire stare dentro l’aria, con il vuoto che cade da entrambi i lati. Se in parete ci si muove in uno spazio a due dimensioni, la cresta regala un senso di apertura, un percorso arioso che diventa balcone naturale sulla geografia delle montagne.

Chi percorre le grandi linee di spartiacque che separano Nord e Sud delle Alpi Centrali, Valtellina ed Engadina, Italia e Svizzera, vede subito come cambia l’orizzonte, altopiani estesi a Nord, valli incise e soleggiate a Sud, con la luce che cambia, quella diffusa del Nord contrapposta a quella più intensa e diretta del Sud. Nei tratti più sottili, netti come un filo di lama, bastano pochi centimetri per decidere il destino dell’acqua che cade dal cielo: a Sud diventa torrente che scende nell’Adda, attraversa il Lago di Como e, col Po, raggiunge il Mediterraneo; a Nord si raccoglie nell’Inn, corre verso il Danubio e dopo un lungo viaggio in mezzo all’Europa si perde nel Mar Nero.

Queste creste si dipartono da valichi aspri che, per secoli, non furono barriere ma corridoi naturali. Pastori, cacciatori e contrabbandieri li attraversavano regolarmente, seguendo vie dirette che collegavano versanti e comunità, ben prima che diventassero linee di confine su una carta.

Per chi ha occhio geologico, sono anche un osservatorio unico, qui le rocce affiorano nitide e la struttura della montagna si legge come un plastico tridimensionale.

Quando le nuvole risalgono dal fondovalle, la cresta diventa una barriera viva. Come su un palcoscenico in movimento, l’aria spinge colonne di vapore che si spezzano e si ricompongono; in pochi metri si passa dal sole pieno a un bianco totale, con squarci improvvisi che aprono viste lontane, mentre le forme si trasformano di continuo – torri, vele, castelli – e l’atmosfera muta passo dopo passo.

Percorrere una cresta tra le nuvole è un’esperienza che resta, perché unisce tecnica, attenzione e capacità di osservare, è la gioia semplice di stare in alto, sospesi tra vento e luce che cambiano a ogni istante.

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