Portrait of a Serial Jumper

Norvegese, 35 anni, bello e affascinante. Oggi è uno dei pionieri della scena internazionale del base jumping, ma a distanza di tempo dagli esordi la visione del mondo e dell’estremo di Andrè Bach non è più quella di una volta. Questa la storia di un "Serial jumper", di uno che ha fatto del rischio una professione, imparando a calcolarlo e ad essere "prudente" anche nei lanci più pericolosi.
Andrè Bach ha iniziato da piccolissimo con la ginnastica, che presto è diventata ginnastica acrobatica. Bravo, bravissimo. E’ diventato un atleta professionista del team della nazionale. Un esperienza che lui stesso definisce fondamentale, perchè gli ha insegnato a fare di una passione una professione.
Dalla ginnastica acrobatica alla passione per le scogliere della Norvegia, poi è stato un attimo riprodurre gli stessi movimenti nel vuoto. Così è approdato al base jumping: un trampolino sulla cima di una montagna e poi un salto verso il vuoto con mille capriole ed evoluzioni, prima di aprire il paracadute.
"Portrait of a Serial Jumper" è la storia di Andrè Bach. Un documentario girato dal regista Matthias Thornissen e presentato alla scorsa edizione del Filmfestival di Trento, che ripercorre la viata del protagonista. Perchè negli anni Bach ha cambiato la sua visione sul pericolo e i lrischio, ha imparato a fare i conti con l’estremo, sua realtà di tutti i giorni, e ad affrontarlo nei limiti che la prudenza permette.
Immagini mozzafiato, al limite dell’incredibile.
Valentina d’Angella