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Aggiornate le protezioni sulle creste del Carè Alto, nel Gruppo dell’Adamello

L’intervento realizzato dalle guide del Trentino riguarda due itinerari classici. Salvaguardate le linee originarie e le memorie della Grande guerra

Il Carè Alto, imponente piramide del gruppo dell’Adamello alta 3.464 metri, è uno dei gioielli alpinistici del Trentino e meta irrinunciabile per chi ama le salite classiche. Recentemente, il Collegio Guide alpine del Trentino ha completato un importante intervento di riattrezzamento sulle creste sud-ovest, est (“Cerana”) e nord (via Normale), restituendo sicurezza e fruibilità a itinerari piuttosto frequentati.

L’operazione, realizzata anche grazie ai finanziamenti dei comuni di Valdaone, Porte di Rendena e Pelugo, sui cui territori si sviluppano le vie coinvolte, non si limita a un semplice rinnovo delle protezioni: vecchi chiodi e tasselli sono stati sostituiti da ancoraggi resinati, garantendo stabilità e affidabilità, ma senza snaturare l’identità alpinistica dei percorsi. Sulla cresta Nord, la via Normale ha visto una leggera modifica all’inizio del tracciato, in direzione delle Gobbe del Folletto, per ovviare ai problemi causati dal progressivo scioglimento del ghiacciaio e rendere più sicuro l’accesso e il rientro.

Sul versante sud-ovest, per rispettare la storia e il valore della montagna, alcuni cordini d’acciaio posizionati in passato sono stati rimossi, lasciando invece a memoria storica fittoni in ferro e altri reperti bellici risalenti alla Prima guerra mondiale. L’intervento, quindi, unisce sicurezza, tutela dell’ambiente e valorizzazione della tradizione alpinistica.

Secondo Gianni Canale, Presidente del Collegio Guide alpine del Trentino, questo intervento rappresenta un passo importante per conservare e rendere accessibile un patrimonio storico e alpinistico che continua ad affascinare gli scalatori. Come sottolineato sui canali del Collegio, nonostante le migliorie il Carè Alto resta una montagna impegnativa: anche la via Normale richiede competenze tecniche, destrezza su terreni ripidi, conoscenze di corda e capacità di posizionare protezioni veloci. La prudenza e una pianificazione accurata dell’uscita, dunque, restano fondamentali per chi intende affrontare questi itinerari.

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