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Cosa sta succedendo davvero nel Parco dell’Adamello?

Un contestato documento approvato dalla Comunità Montana della Valle Camonica, di cui pubblichiamo il testo integrale, è stato inviato alla Regione Lombardia. Un apposito Tavolo di lavoro deciderà il futuro del Parco. Ma al momento nessuna decisione è stata presa

Nei giorni scorsi i media hanno dedicato ampio spazio al Parco regionale dell’Adamello. Titoli forti come “Il partito del mattone si prende la Valle Camonica, sì alla riduzione del Parco dell’Adamello”, “Parco dell’Adamello: il sì alla riduzione è un via libera ai costruttori”; “Vogliono uccidere il Parco dell’Adamello” hanno suscitato l’attenzione anche dei più distratti. Non poteva essere diversamente.
Ma cosa sta succedendo o, meglio, che cosa è successo in Val Camonica, la vallata in provincia di Brescia sulla quale insiste il territorio del Parco regionale dell’Adamello?

Tutto nasce dall’iniziativa di un consigliere regionale della Lombardia volta a restringere i confini dell’area protetta al fine di consentire nuove attività per “dare impulso all’economia della zona”. Un’idea che non nasce dal nulla, naturalmente, ma da una parte della popolazione locale e che lo stesso politico ha prontamente cavalcato. Addirittura in una prima fase la proposta intendeva elevare la quota da cui far partire il confine del Parco dai 1.600 metri di altitudine in su.  In sintesi erano a rischio 25 mila ettari degli attuali 51.000 di estensione dell’area tutelata.  

Dopo mesi di discussioni e polemiche, anche molto intense, si è arrivati al 17 luglio quando il Consiglio regionale della Lombardia ha votato un ordine del giorno dal titolo “Rafforzamento della governance del parco dell’Adamello attraverso l’istituzione di un Tavolo permanente tra Regione Lombardia e i comuni interessati”, sottolineando difficoltà vere o presunte causate alla popolazione dalla presenza del Parco e aprendo le porte a una strategia che prevedesse anche la “ridefinizione dei confini del Parco, tenendo conto delle esigenze dei centri urbanizzati e delle zone con elevata incidenza antropica“.
Pochi giorni dopo, il 28 luglio, la Comunità Montana della Valle Camonica ha votato e approvato un documento dal titolo “Linee di indirizzo per il Parco dell’Adamello” contenente i temi da portare in discussione al neo istituito tavolo di lavoro della Regione Lombardia.

Il testo integrale del documento approvato dalla Comunità montana della Valle Camonica

 Le presenti linee di indirizzo, condivise dai Sindaci dei Comuni ricadenti nel territorio del Parco Regionale dell’Adamello e dall’Assemblea della Comunità Montana di Valle Camonica, costituiscono l’orientamento strategico delle azioni volte ad ottenere interventi a sostegno della funzione, gestione e valorizzazione del Parco Regionale dell’Adamello.
In particolare le azioni previste, come di seguito esplicate, sono volte a garantire una gestione più efficace, autonoma e lungimirante del Parco, a beneficio del patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale che esso rappresenta per l’intera comunità lombarda.

Nello specifico, le azioni delle quali si richiede l’attuazione sono le seguenti:

  1. Incremento del sostegno finanziario regionale al Parco
    Ad oltre quarant’anni dalla sua costituzione e in previsione dell’attuazione delle nuove normative europee in materia di aree protette, si rende oggi indispensabile un impegno concreto da parte della Regione Lombardia per valorizzare pienamente il ruolo del Parco Regionale dell’Adamello. Si sollecita, pertanto, lo stanziamento di maggiori risorse economiche strutturali e continuative, affinché il Parco possa rispondere con efficacia alle attuali sfide ambientali, sociali e gestionali.
  2. Semplificazione delle procedure in materia di tutela del paesaggio.
    Le modalità operative di semplificazione proposte sono due:
    • Rafforzamento della funzione consultiva della Commissione Paesaggio
    Si ritiene fondamentale che, nel breve termine, la Commissione Paesaggio del Parco possa operare con maggiore efficacia, prevedendo la presenza diretta e stabile di rappresentanti della Soprintendenza alle sedute, così da garantire una valutazione coordinata, integrata e tempestiva dei progetti insistenti sul territorio del Parco, evitando duplicazioni, ritardi e sovrapposizioni amministrative.
    • Proposta di iniziativa legislativa nazionale
    In un’ottica di semplificazione normativa e di riconoscimento del ruolo tecnico e istituzionale del Parco, si chiede alla Regione Lombardia di farsi promotrice, in sede nazionale, di una proposta di legge che riconosca al parere della Commissione Paesaggio del Parco valore vincolante e sufficiente per la valutazione paesaggistica dei progetti ricadenti interamente all’interno del perimetro del Parco stesso.
  3. Rafforzamento della funzione consultiva della Commissione Paesaggio
    Si ritiene fondamentale che, nel breve termine, la Commissione Paesaggio del Parco possa operare con maggiore efficacia, prevedendo la presenza diretta e stabile di rappresentanti della Soprintendenza alle sedute, così da garantire una valutazione coordinata, integrata e tempestiva dei progetti insistenti sul territorio del Parco, evitando duplicazioni, ritardi e sovrapposizioni amministrative.
  4. Introduzione di misure incentivanti per i Comuni all’interno del Parco
    Al fine di garantire un effettivo coinvolgimento degli enti locali nella tutela e nella valorizzazione del Parco Regionale dell’Adamello, si chiede l’introduzione di meccanismi premiali e incentivi economici dedicati ai Comuni ricadenti nel perimetro del Parco. 

In particolare, si richiedono:

  • l’attribuzione di punteggi premianti nei diversi bandi regionali, in particolare quelli inerenti allo sviluppo sostenibile, alla rigenerazione territoriale, al turismo, all’agricoltura di montagna e alla cultura;
  • l’attivazione di linee di contributo dedicate per interventi di recupero di manufatti tradizionali, ruderi e alpeggi in disuso;
  • la promozione di misure che incentivino il riuso del patrimonio edilizio storico e rurale secondo criteri paesaggistici coerenti con la pianificazione del Parco.

Il documento si conclude con una sorta di appello “Tali strumenti rappresenterebbero una leva concreta per incoraggiare progettualità locali virtuose, contrastare l’abbandono del territorio e sostenere l’identità culturale e ambientale dei Comuni del Parco”.

I commenti contrari

Immediata la risposta delle associazioni ambientaliste che paventano una cantierizzazione sistematica dei paesi della valle.
E’ in atto un gioco pericoloso che rischia di massacrare il Parco e le sue tutele”, ha commentato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Comunità Montana chiede oggi un tavolo con Regione quando in tutti questi anni non è stata in grado di garantire un’adeguata governance dell’ente, negoziando inoltre risorse e benefici per il territorio. Le deroghe chieste sia in termini di allentamento delle tutele sia di semplificazione delle norme e, ancora di più, nell’ipotesi riperimetrazione, ci sembrano tutti modi per decretare un pericoloso liberi tutti speculativo e in barba alla salvaguardia della natura e della biodiversità”.
Dal canto suo la CIPRA (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi) ha sottolineato che “In un momento in cui, anche a causa della crisi climatica,  le aree protette sono chiamate ad essere modelli di riferimento tramite l’attuazione di strategie di adattamento al cambiamento climatico oltre che per le azioni in cui riescono a far coesistere sviluppo locale e tutela, dalla Lombardia e dalla Valle Camonica arriva un chiaro segnale che va nella direzione dello svilimento delle direttive comunitarie di tutela e della legittimazione di interventi con impatto sull’ambiente anche in aree  di pregio naturalistico.
Oggi il Parco dell’Adamello gestisce ben 16 siti Natura 2000 e si occupa di gestione forestale e pascoliva. Il Parco necessita di poterlo continuare a fare sviluppando una pianificazione di area vasta, non confinando la tutela alle alte quote e tagliando parte dell’attuale superficie protetta”.

La parola al sindaco

“In questi giorni tante persone sono arrivate a delle conclusioni assolutamente premature”, dice Paolo Gregorini sindaco di Vezza d’Oglio. “Noi abbiamo esposto i nostri problemi e le nostre esigenze, che sono prima di tutto economiche. Chiediamo aiuti finanziari alla Regione per gestire al meglio il territorio del Parco, un compito che oggi ricade quasi interamente sulle nostre casse. Certamente”, continua Gregorini, “anche il tema della liberalizzazione dei centri abitati è importante. Molti dei nostri paesi sono tagliati in due parti: chi ha la casa fuori dai confini del Parco può agire senza problemi, mentre il vicino magari appena 30 metri più in là deve sottostare a mille problemi anche per aprire una finestra. Vogliamo ottenere un’uniformità nei centri abitati. Questi sono i temi che ci sono più cari e che porteremo al tavolo di lavoro con la Regione”.

Già, perché nulla è ancora stato deciso. La discussione nelle sedi competenti deve ancora cominciare. Come spesso accade in questi casi tutti dovranno compiere qualche passo indietro, non tutte le richieste saranno prese in considerazione. Ma questo, al momento, può confortare solo in parte.

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