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Mark Kilcoyne scia tre linee e sale la cresta Cassin sul Denali/McKinley

Otto giorni dopo la laurea all’Università di Chicago Boulder, l’alpinista ha sciato il couloir Orient Express: sono iniziati così i suoi 24 giorni sulla montagna più alta del Nord America

Il 28 maggio, Mark Kilcoyne ha inforcato gli sci sul couloir Orient Express, sul monte Denali/McKinley, la vetta più alta del Nord America. Era solo, con il telefono scarico e le mani già fredde. Sopra di lui, a più di 6000 metri, solo la cresta sommitale della montagna più alta del Nord America.

“Non ho molte foto di questa discesa, perché il mio telefono era morto ed ero da solo, ma ho dei ricordi che mi rimarranno per sempre” ha scritto Kilcoyne. Questa impresa non era in programma: l’alpinista era arrivato a Talkeetna il 18 maggio, con l’obiettivo di supportare Anna DeMonte e Jack Kuenzle nel loro tentativo di FKT sul Denali, e poi scalare la cresta Cassin. In una giornata di riposo per i due compagni, Kilcoyne ha deciso di dirigersi da solo verso il couloir Orient Express. Senza corde fisse e senza nessuna certezza sulle condizioni, il giovane si è avventurato nella nebbia fino alla quota di 6140 metri, appena 45 sotto la vetta. La temperatura percepita si era abbassata, e sapeva di aver bisogno di dita funzionanti per togliersi i ramponi e mettersi gli sci. Il risultato è stata una discesa in condizioni perfette, sciando su pendii ripidi in powder.

Messner Couloir e Cresta Cassin

Non contento, il giovane sci alpinista ha continuato la sua stagione con una serie di collegamenti importanti, sempre sul Denali/McKinley. Dopo l’ Orient Express, ha salito e sceso il Messner Couloir, ancora mai sciato in questa stagione, e poi scalato la famosa cresta Cassin, scendendo poi con gli sci per il Rescue Gully. “La parte più dura del collegamento tra la Cassin e il Rescue Gully è probabilmente la lontananza oltre alla difficoltà nella gestione dell’attrezzatura a queste temperature. Avevo portato tre paia di guanti, e alla fine del primo giorno tutti erano completamente bagnati e congelati. Gli scarponi si bagnano e si fanno di ghiaccio, come tutto il resto. Anche scalare nei passi chiave con gli sci sulla schiena è stato abbastanza difficile” ha aggiunto Kilcoyne. “La Cassin è la linea che ha significato di più per me finora. È stata una mia priorità negli ultimi due anni, ed è stato incredibile vedere questo sogno realizzarsi”, ha concluso.

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