Non si può comprare ciò che non ha prezzo
A Venezia è andata in scena una straordinaria ostentazione di ricchezza. Ma i dollari di Jeff Bezos e dei suoi ospiti non sono utilizzabili per acquistare le emozioni che regala la montagna
Venezia, giugno 2025. Il magnate Jeff Bezos, patron di Amazon e delle ambizioni interplanetarie, mette in scena il suo secondo matrimonio. Lusso sfrenato, voli privati, yacht in parata, visi stirati come lenzuola d’hotel a cinque stelle. Lustrini, plastica e caviale. Il tutto condito da un’estetica kitsch in cui l’eccesso si fa status. Sfilano celebrità e potere, come in un carnevale dove a contare non è chi sei, ma ciò che ostenti.
Eppure, tra le calli imballate di fotografi e guardie del corpo, manca qualcosa. Qualcosa che non sta nei bilanci, nei bonus, nei titoli azionari, qualcosa che nemmeno il jet più veloce può raggiungere.
Perché, vedi Bezos, con tutta la tua potenza finanziaria, c’è una cosa che non puoi comprare: l’emozione di una partenza nell’oscurità da un bivacco solitario, il respiro fresco della notte che scivola via mentre le stelle sorgono oltre le creste scure. Il primo chiarore che accende il ghiacciaio e ti fa intuire – non calcolare – la via da seguire.
Non puoi scaricare in streaming il silenzio irreale di certi passaggi, il profumo dei licheni e dei fiori aggrappati alle rocce, la danza delle farfalle che si alza con la brezza del mattino. Non è replicabile in realtà aumentata lo sguardo che si allarga sulla cima, né l’intesa muta con il compagno di cordata.
E poi ci sono quegli istanti inattesi, che nessun itinerario promette: come quando, al bordo di un ghiacciaio, sollevi lo sguardo e scorgi una vena di marmo chiaro che taglia netta gli scisti scuri. Storia geologica della Terra incisa nella roccia, rivelata dal cammino. Non da un algoritmo, ma dalla tua presenza. Dal tuo passo.
Sono momenti che insegnano più di mille conferenze. E non li trovi in vendita.
Nessuna tecnologia può replicare la fatica vera, quella che fa tremare le gambe e brillare gli occhi. E soprattutto non puoi delegare, neanche all’intelligenza artificiale, l’amore per la vita che esplode quando attraversi un luogo dove sbagliare può voler dire non tornare. È lì, sul filo tra rischio e consapevolezza, che fiorisce un sentimento raro: la gratitudine per ciò che è autentico.
Tu, Bezos, puoi volare nello spazio. Ma non conoscerai mai la leggerezza di chi sale con il minimo, cercando l’essenziale tra pietra, respiro e luce. Puoi comprare la vetta di un grattacielo, ma non l’elevazione interiore che certe salite sanno regalare. Puoi blindarti nei tuoi yacht, ma ti mancherà sempre l’incontro imprevisto con l’ignoto, la bellezza di perdersi per poi ritrovarsi.
Insomma, caro Jeff, ti auguro felicità, ma sappi che certe ricchezze, quelle vere, non si accumulano. Si vivono e non hanno prezzo.