Stavoli, un festival a misura d’uomo nel borgo segreto del Friuli
Si chiama Isola di Stavoli e si terrà dal 3 al 6 luglio la rassegna che accende i riflettori sul villaggio delle Alpi Carniche Orientali raggiungibile solo a piedi
Nel cuore delle Alpi Carniche Orientali, Stavoli ha fatto del suo isolamento un punto di forza, da quando un gruppo di giovani (l’80% è under 35) ha deciso di ambientarvi un progetto creativo e culturale giunto quest’anno alla terza edizione.
Il progetto si chiama Isola di Stavoli è curato dall’associazione Uponadream con la partnership dell’APS Amici di Stavoli, il festival Vicino Lontano e il Parco Naturale delle Prealpi Giulie e si svolge sempre nei mesi estivi. Ha avuto una edizione zero nel 2023 e quest’anno si svilupperà in tre giorni, tra il 3 e il 6 luglio. Stavoli, disabitato dagli anni Settanta, si trova ai piedi delle propaggini meridionali del Gruppo del Sernio – Grauzaria e si raggiunge esclusivamente a piedi, in circa un’ora da Moggio Udinese. Segni particolari? Il cellulare non prende (c’è però la possibilità di chiamata d’emergenza). Ed è proprio questa una delle ricchezze del luogo, che offre la possibilità di staccare da tutto il resto per dedicare la propria attenzione ad una dimensione di tempo dilatato, circondati dalla natura e dal silenzio.
Fin dalla prima edizione del festival l’obiettivo degli organizzatori è stato quello di “stimolare la connessione tra l’uomo e l’ecosistema in cui vive attraverso una ricerca artistica collegata a percorsi di benessere e crescita personale”. Parole di Giulio Venier che assieme al fratello Gabriele, qualche anno fa a Stavoli ha comprato e ristrutturato una casa.
A loro volta i fratelli Venier avevano scoperto il paesino di pochissime case qualche anno prima grazie alla scia di successo e di curiosità stimolata, tra l’altro, dal video di uno youtuber che ha avuto un milione di visualizzazioni (l’autore si chiama Thepillow) e dal fatto che il borgo ricevesse visite da parte di una categoria di persone, italiane e straniere, amanti di certe caratteristiche connesse al luogo. Per questo motivo a Stavoli veniva tenuto aperto un punto di ristoro da parte di una donna che in questo modo manteneva viva la memoria del marito originario del borgo. Quel ristoro, La Favite il suo nome, è stato ora preso in carico dalla cooperativa fondata dagli organizzatori e, al di là dei tre giorni del festival, rimane aperto da aprile a ottobre.
Al progetto Isola di Stavoli collabora una cinquantina di persone, tra soci e volontari (arrivano a cento includendo artisti e relativi staff) e il programma prevede anche quest’anno una serie di performance creative e musicali con coinvolgimento del pubblico. Ci saranno performance per uno spettatore alla volta, concerti, esperienze immersive, laboratori e momenti di confronto incentrati quest’anno sul tema della memoria. Tra i protagonisti la cantante Elsa Martin, in un’intima esibizione acustica lungo le rive del Torrente Glagnò; il cantautore Massimo Silverio, vincitore del premio del pubblico a Suns Europe; i Cinque Uomini sulla Cassa del Morto, tra folk tradizionale e suggestioni irlandesi e klezmer.
Per le arti performative si potranno vedere all’opera la giovane danzatrice Carolina Valentini, con una creazione coreografica inedita ideata appositamente per l’occasione; La vita resistente, di e con Marcela Serli e Andrea Collavino, intrattenimento ispirato alle riflessioni del filosofo sudcoreano Byung- Chul Han sulla “scomparsa dei riti” nella società contemporanea; Quel giorno che si veda ancora, di e con Sara Beinat, narrazione “uno a uno” che invita a un incontro ravvicinato e profondo. E ancora il fisarmonicista friulano Paolo Forte, con Elsa Martin in un incontro voce-fisarmonica; Astronauti Ovunque (Luca Pavan, Nicolas Morassutto e Giona Rossetto) con le loro esplorazioni elettroniche; Manuel Buttus, con Marta Riservato e Flavio D’Andrea con Stare sul C., testimonianza poetica sul tema del confine. Chi salirà a Stavoli potrà prendere parte anche a delle attività esperienziali: yoga, danze di Gurdjieff, pittura intuitiva, escursioni, star watching e una conferenza-concerto L’anima degli alberi, un viaggio tra scienza e suggestione sul tema dello Shinrin-yoku (bagno nella foresta), a cura di Michele Pucci ed Enrico Pasianotto.
Il festival avrà un’appendice sul finire dell’estate, a settembre, con dei laboratori, tra i quali quello dedicati alla forgiatura dei metalli. Le scorse edizioni hanno visto giungere a Stavoli tra le 600 e le 800 persone. “Uno degli obiettivi a lungo termine che ci siamo preposti – riferisce Giulio Venier – è quello di creare interesse attraverso queste iniziative creative e stimolare nel tempo la realizzazione di una microricettività peculiare e unica”. A questo fine hanno installato un micro-rifugio rimovibile da loro ideato e realizzato, a impatto ambientale minimo, dove ospitare i visitatori con servizio di pernottamento, cena e colazione.
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