
Sì, è successo un’altra volta. I concessionari di una cava di marmo delle Apuane hanno chiuso un sentiero. Dopo quanto accaduto al sentiero delle Cervaiole che da Azzano portava in Garfagnana, letteralmente cancellato dall’ampliamento dell’area di escavazione della Cava Cervaiole, ora tocca allo storico sentiero della Tacca Bianca sul versante rivolto verso il mare del Monte Altissimo.
Pochi giorni fa a interrompere la via che sale da Arni, e che è parte integrante del sentiero, è stato posto un pesante cancello di ferro che oltre ad occupare l’intera sede stradale si spinge per un paio di metri nel vuoto, rendendo così impossibile ogni tentativo di aggiramento. Come dire “di qui non si passa in nessun modo”. A spiegare cosa sta succedendo dovrebbe essere il cartello affisso sul cancello che così recita: “Lavori in corso. Progetto di messa in sicurezza e risistemazione ambientale… Determina n. 1364 del 20/11/2024 del Comune di Seravezza”.
Peccato però che nessuno si sia preso la briga di avvisare dell’iniziativa. Quella dei giorni scorsi è stata una sorpresa per i gestori del vicino Rifugio Adelmo Puliti, per le locali sezioni del CAI, per le Guide alpine e addirittura per il Soccorso alpino, il primo che logica e buon senso vorrebbero mettere a conoscenza dell’interruzione. Bocche cucite al Comune di Seravezza dove tra un “non ne sapevamo niente” (già, e quella Determina?) e un altrettanto poco convincente “si tratta solo di un divieto temporaneo” non si riesce a sapere molto di più.
Certo è che nell’area della Cava Macchietta, quella che si raggiunge dalla strada bloccata, di manutentori e disgaggisti non se ne sono proprio visti. Lassù regna il silenzio da una decina di anni, ovvero da quando il sito estrattivo è stato chiuso dai concessionari. Blocco sine die? Riapertura della Cava Macchietta in vista? Semplice prova di forza dei concessionari per ottenere permessi o agevolazioni relative ad altre cave del Monte Altissimo? Nel silenzio dei protagonisti – diretti e non – dell’installazione ogni ipotesi può essere quella giusta.
Quello che è certo è che uno dei tracciati di maggior valenza storia e antropologica delle Apuane è diventato off limits. “Il sentiero della Tacca bianca è un’opera d’arte”, afferma Gionata Landi, guida alpina e tra i gestori del Rifugio Puliti. “Le soluzioni ingegneristiche scelte per consentire il passaggio quotidiano dei cavatori sono notevoli, addirittura ci sono muri a secco alti 60 metri. Camminare su quella esile ed esposta traccia che attraversa la montagna è un viaggio nella storia delle nostre terre, delle nostre famiglie. Anche mio padre faceva il cavatore, so di cosa sto parlando”.
Proprio in virtù del suo particolarissimo fascino il sentiero, pur non essendo annoverato tra quelli gestiti dal CAI, è sempre stato molto frequentato da escursionisti esperti e immuni alle vertigini. Anche per questo si sono levate subito le proteste del popolo della montagna e non solo quelle delle associazioni ambientaliste.
Curiosa, e potenzialmente pericolosissima, è stata la scelta di bloccare il sentiero con un cancello invalicabile solo da un lato. Così al momento è possibile attraversare la Tacca bianca partendo dal Passo del Vaso Tondo, ma una volta giunti al cancello s’impone il dietrofront e bisogna – a sorpresa – ripercorrere quasi al completo un itinerario lungo e disagevole. A proprio rischio e pericolo, per di più, visto che in caso di incidenti è escluso ogni intervento via terra da parte del Soccorso alpino al quale non sono state consegnate le chiavi del cancello, come invece accade ovunque in simili circostanze.