Rifugi

“Ci rialzeremo presto”: il Rifugio Val Brandet riparte dopo l’incendio

La scorsa settimana la frequentata struttura in provincia di Brescia è stata pesantemente danneggiata dalle fiamme. I rifugisti Piero e Laura Teruzzi si sono rimboccati le maniche e hanno anche aperto una raccolta fondi. Intanto offrono “panini affumicati”

 

Tra il silenzio degli abeti e il mormorio delle sorgenti, mercoledì mattina un grido ha squarciato la pace: il Rifugio Val Brandet, punto di riferimento per escursionisti e amanti della natura, è stato gravemente danneggiato da un incendio che ha distrutto la zona di camere e sottotetto, lasciando intatto solo il piano terra. È successo di prima mattina verso le ore 9, nel cuore della Riserva Naturale delle Valli di Sant’Antonio nel comune di Corteno Golgi (Bs). Le fiamme sono andate avanti per ore e hanno ridotto in cenere anni di dedizione e lavoro. Il primo a vedere il fumo è stato proprio il proprietario dell’immobile Antonio, che ha tentato da solo di contenere il rogo. Invano. Poi l’arrivo dei Vigili del Fuoco, che hanno lottato contro il fuoco attingendo acqua dal torrente Brandet con una motopompa. Solo tra le 15 e le 16 l’incendio è stato domato. Una botta durissima per i rifugisti Piero e Laura. Lui 49enne di Brugherio (Monza), lei 51enne di Spoleto (Perugia), sono i custodi da 8 anni di questo angolo di paradiso.

Ma se il fuoco ha distrutto legno e pareti, nulla ha potuto contro l’anima di questo luogo e di chi lo ama. Piero e Laura, hanno affidato ai social un messaggio che ha commosso tutta la valle: “Siamo senza parole e con il cuore a pezzi. Ma non molliamo.” E con l’ironia disarmante di chi sa affrontare la vita anche quando fa più male, aggiungono:
“Non troverete i favolosi piatti di Piero, almeno per ora, ma se vi piacciono i panini affumicati… siamo già pronti con la nuova specialità!”

I rifugisti si sono rimboccati le maniche fin da subito e stanno già accogliendo, all’aperto e come possono, gli escursionisti. In tantissimi hanno telefonato, scritto e si sono fatti vivi, comunicando loro vicinanza e rammarico, offrendo un aiuto se possibile. Perché il Rifugio Brandet è un pezzo di cuore per chi ama queste montagne.
“In quelle ore interminabili ci siamo sentiti completamente inutili. Il dolore era più grande della paura. Era come se il tempo si fosse fermato,” scrivono ancora i gestori.
Poi, un appello: “Ora più che mai abbiamo bisogno dell’amore di chi ha a cuore la Val Brandet. Ci rialzeremo”.

Quanto ci vorrà per la ricostruzione delle parti divorate dal fuoco?
I tempi sono ancora da definire ma speriamo in bene visto il supporto di comune, fornitori, amici e tutto ciò che gira intorno.
Come aiutarvi?
Chi è del mestiere ci sta aiutando con materiali e forniture a prezzo di costo. Per chi volesse aderire alle raccolte fondi, i link e contatti sono sulla pagina Facebook del rifugio. Il più grande aiuto, però, è (e sarà) la presenza in loco e la vicinanza fisica degli escursionisti
Quando siete aperti?
Al momento siamo in rifugio, se non piove, il fine settimana. Appena potremo montare una tensostruttura inizieremo il “servizio classico” (escluse le camere ovviamente).

Come arrivare al rifugio Val Brandet

Il Rifugio Val Brandet si trova all’inizio di un bosco di conifere, nella zona chiamata “Fontana Mora”, così chiamata per via di una sorgente che sgorga poco lontano. È un luogo accessibile a tutti, anche a chi non è un esperto camminatore: provenendo dall’Aprica, si arriva alla località Campagnola, a circa 2 km da Corteno Golgi. Da lì si sale verso l’abitato di Sant’Antonio, a 1.127 metri, dove si parcheggia: è vietato proseguire in auto, perché ci si trova nel cuore della Riserva, istituita nel 1983.
Da quel punto si va a piedi, percorrendo una ripida strada in pavè (500 metri circa). Quindi si entra in valle ed inizia il piano. Superato un gruppo di baite, ancora su strada sterrata si giunge al rifugio (un’ora di cammino dal parcheggio).

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