18 ottobre 2005 – Torna a crescere la tensione a Nalcik, la città sulle montagne del Caucaso russo messa a ferro e a fuoco giovedì da una sanguinosa battaglia fra la guerriglia cecena e le truppe d’occupazione russe.
Le forze speciali (nella foto) hanno proceduto a numerosi fermi. Intanto, nella notte, nel centro di Nalcik, capitale della piccola e impoverita repubblica della Kabardino-Balkaria, un uomo è stato ucciso da una pattuglia della polizia quando si è rifiutato di mostrare i documenti. Addosso gli hanno trovato un mitra e una pistola. Due uomini che erano con lui sono riusciti a fuggire.
Sempre nel corso della notte, le forze russe hanno scoperto un nascondiglio di esplosivi a Ceghiem, una zona nelle vicinanze della città. Intanto cresce il bilancio delle vittime degli assalti simultanei di giovedì ai commissariati, alle sedi dei servizi segreti e del ministero degli Interni e all’aeroporto. L’ultimo bollettino ufficiale parla di 92 ribelli morti, 35 poliziotti e 9 civili.
Gli attacchi sono stati rivendicati ieri su un sito Internet dalla primula rossa Shamil Basaiev, secondo cui l’operazione "Vittoria o Paradiso" di Nalcik rientrerebbe in una guerra "per la fede e la libertà" contro gli "infedeli russi".