“Lettere dal K2”. Una mostra a Cortina e sul Lagazuoi ricorda Lino Lacedelli a 70 anni dalla vittoria
Il 31 luglio del 1954, insieme ad Achille Compagnoni, l’alpinista cortinese ha compiuto la prima salita del K2. Nella mostra, aperta dal 22 luglio al 2 agosto alla Ciasa de Ra Regoles, e dal 5 agosto al 4 settembre sulla vetta del Lagazuoi, fotografie e lettere compongono un quadro intimo e avvincente
Settant’anni fa un alpinista di Cortina d’Ampezzo è entrato nella leggenda. Nel tardo pomeriggio del 31 luglio 1954, Lino Lacedelli è arrivato insieme ad Achille Compagnoni (un lombardo trasferito ai piedi del Cervino) sugli 8611 metri della vetta del K2, la seconda montagna della Terra.
A trionfare, oltre ai due uomini della cordata di punta, sono stati il capospedizione Ardito Desio, gli alpinisti – Walter Bonatti, Pino Gallotti, Erich Abram, i portatori d’alta quota pakistani Amir Mahdi e Isakhan – che avevano portato i rifornimenti a Compagnoni e Lacedelli, e tutti gli altri componenti della spedizione. E’ stata la vittoria di Mario Puchoz, un forte alpinista di Courmayeur che è stato stroncato il 21 giugno dal mal di montagna.
La notizia, com’è noto, ha entusiasmato l’Italia. Il 3 agosto, tutti i quotidiani hanno dedicato al K2 titoli a nove colonne. Il 4 settembre, all’arrivo della nave che riportava gran parte degli alpinisti in patria, il porto di Genova è stato invaso da 40.000 persone. Più tardi sono arrivate anche le polemiche, ma l’ascensione del K2 è stata un momento importante della rinascita dell’Italia dopo la catastrofe morale e materiale della guerra.
Lino Lacedelli, tante grandi salite prima del K2
Per Lino Lacedelli, classe 1925, guida alpina e socio degli Scoiattoli, la vittoria sul K2 è stata l’impresa più nota, ma non certo l’unica. Nel 1952, insieme agli amici Guido Lorenzi e Luigi “Bibi” Ghedina, Lino ha tracciato sull’impressionante parete della Cima Scotoni, nel massiccio del Fanis, una via di straordinaria difficoltà ed eleganza, resa famosa quindici anni dopo da Reinhold Messner.
Nel palmarès di Lacedelli spiccano anche altri nuovi itinerari sulle montagne di casa, e la prima ripetizione senza bivacco della via Bonatti-Ghigo del Grand Capucin, nel massiccio del Monte Bianco. Dopo il 1954, i congelamenti alle mani riportati sul K2 hanno ridotto (ma non certo eliminato!) la capacità di Lino di arrampicare su roccia.
Racconta la straordinaria avventura di Lino Lacedelli sulla seconda montagna della Terra la mostra “Lettere dal K2”, realizzata dagli Scoiattoli con il contributo del Comune di Cortina d’Ampezzo e con la collaborazione della Scuola Militare Alpina di Aosta. Fondamentale per l’allestimento della mostra la collaborazione della famiglia Lacedelli (che ha messo a disposizione i materiali), di Cortina Banca e della Cooperativa di Cortina.
Dopo una preview dal 22 luglio al 2 agosto nella Ciasa de Ra Regoles, sede delle Regole d’Ampezzo e polo espositivo in pieno centro, l’esposizione verrà trasferita sui 2732 metri del Lagazuoi, dove potrà essere visitata dal 5 agosto al 4 settembre negli spazi di Lagazuoi Expo Dolomiti, a picco sul Passo Falzarego e davanti a uno dei più bei panorami dei “Monti Pallidi”.
Compongono la mostra alcune celebri immagini di Lino Lacedelli ai piedi del K2 prima e dopo l’ascensione del 1954, altre foto che raccontano le sue ascensioni sul Monte Bianco e sulle Dolomiti, alcune lettere che si sono scambiati Lino ed Elda, la sua futura moglie, e che sono state conservate fino a oggi dalla famiglia. E’ un modo per ricordare lo straordinario percorso alpinistico di Lino Lacedelli, ma anche (e soprattutto) l’aspetto umano e intimo dello scalatore.
Accanto ai ricordi del 1954 compaiono quelli del 2004, quando a cinquant’anni dalla prima ascensione due spedizioni italiane (una nazionale guidata da Agostino Da Polenza, l’altra organizzata dagli Scoiattoli di Cortina) hanno riportato il tricolore sugli 8611 metri del K2.
Anche Lino Lacedelli, nonostante l’età, è tornato in quei giorni ai piedi della grande montagna insieme a un gruppo di familiari, di Scoiattoli e di amici. Durante il percorso, da Islamabad fino a Skardu e ad Askole, e poi nel corso del faticoso trekking sul ghiacciaio Baltoro, l’alpinista di Cortina è stato riconosciuto e festeggiato dalla gente del Pakistan. All’arrivo al campo-base, nonostante la fatica, Lino ha raggiunto anche la tomba di Mario Puchoz per salutare l’amico scomparso tanti anni prima.
Come arrivare alla Galleria Lagazuoi
La galleria Lagazuoi Expo Dolomiti (https://lagazuoi.it), a 2732 metri di quota, sorge sull’omonima vetta, nel cuore delle Dolomiti sul confine tra Cortina d’Ampezzo e l’Alta Badia, e quindi tra il Veneto e l’Alto Adige. Per raggiungerla si possono utilizzare la funivia che sale in pochi minuti dal Passo Falzarego, oppure dei facili sentieri.
Il percorso più spettacolare ed emozionante, però, consente nel seguire il tunnel a spirale scavato dai militari italiani nella roccia durante la Prima Guerra Mondiale per attaccare il presidio austro-ungarico sulla vetta. L’itinerario, da cui una breve ferrata conduce alle postazioni della Cengia Martini, richiede l’uso del casco, di una pila frontale e del set da ferrata. Chi non ha esperienza di questo tipo di percorsi può salire in sicurezza affidandosi a una guida alpina.
Dopo Cortina d’Ampezzo la mostra si sposterà ad Aosta, dove potrà essere visitata a partire dal 22 settembre nel Castello Cantore, sede del Centro Addestramento Alpino-Scuola Militare, una struttura altamente specializzata dell’Esercito Italiano. L’appuntamento sarà uno dei momenti clou dell’anniversario dei 90 anni dalla fondazione della SMALP.