Lapis e Blusa: due festival in Primiero che coniugano arte e montagna
Dall’1 al 7 luglio, nelle località trentine di Sagron Mis e Imer, illustrazione e teatro dialogano con il territorio. E con le persone
È possibile prendersi cura del paesaggio e della comunità attraverso l’illustrazione e il teatro? A rispondere, affermativamente, ci pensano Sagron Mis e Imer, borghi del Primiero separati da meno di 20 km. E accomunati, durante questa prima settimana di luglio, da due manifestazioni fra loro diverse ma analoghe, in quanto capaci di coniugare illustrazione e teatro negli spazi di una montagna che, da silenziosa spettatrice e testimone, diventa protagonista indiscussa.
Lapis Festival, che avrà luogo dal 1° al 6 luglio a Sagron Mis, è la terza edizione di un progetto che, attraverso l’illustrazione e l’arte murale, intende valorizzare l’intero abitato di Sagron.
«L’iniziativa è nata ufficialmente nel 2022 – spiega Flavio Broch di Pro Loco Sagron Mis – ma già nel 2019 avevamo ospitato in paese la mostra Sradicati, che raccontava gli effetti devastanti della tempesta Vaia attraverso i lavori realizzati da 38 illustratori trentini».
Da quel primo progetto ha preso corpo l’idea di dedicare al mondo dell’illustrazione un’intera settimana, animata da due appuntamenti fondamentali: una mostra di opere inedite, fra cui verranno premiati quattro vincitori, e la realizzazione di murales e/o installazioni che potessero far rivivere il borgo.
«L’intento – prosegue Broch – era quello di ispirare dinamiche di “cura urbana” anche nelle persone, attraverso l’arte. Ricordo bene come, già dalla prima edizione, l’aver apposto i pannelli della mostra itinerante in diversi luoghi del paese, anche in quelli più disordinati o da sistemare, invogliasse gli abitanti stessi a curare quegli scorci: imbiancando, pulendo gli angoli, mettendovi dei fiori. Si è innescato un meccanismo virtuoso che non ci aspettavamo e che è diventato con il tempo la cifra del nostro festival».
La mostra di quest’anno sarà dedicata al tema della “Metamorfosi” ed ispirata ad una domanda: come è cambiata e come potrebbe cambiare la montagna e chi la abita? «Un interrogativo – continua Broch – che ci siamo posti di fronte all’emergenza climatica: ci piace esplorare le modalità attraverso cui gli artisti, di provenienza anche e soprattutto non montana, leggono la montagna e le sue trasformazioni».
Avvicinare il fondovalle alle cime – e il teatro alle persone – è un po’ quello che intende fare pure la prima edizione di Blusa Festival, in programma dal 5 al 7 luglio ad Imer.
«Anche il nostro festival affonda le sue radici nel 2019. – spiega Valentino Bettega, presidente dell’associazione Officina delle Pezze, “madre” del progetto – In quell’anno è nata la rassegna teatrale BluOff, con l’intento di creare ed incentivare la fruizione del teatro e dei suoi linguaggi, dando parallelamente nuova vita ad un luogo cittadino che da tempo non aveva una destinazione all’interno della comunità, ribattezzato il Piccolo Teatro Blu».
Di qui il desiderio di creare una modalità di fruizione teatrale che fosse diversa rispetto ad una semplice rassegna. «Lo spettatore solitamente arriva a teatro, guarda lo spettacolo e poi se ne va. – prosegue Bettega – Noi vorremo invece creare comunità grazie al teatro e farlo attraverso questo festival ci sembrava la modalità più idonea ed immediata». Nel programma, infatti, ogni rappresentazione teatrale, che ha luogo nel Piccolo Teatro Blu, è seguita da un momento conviviale all’esterno della struttura, lungo la strada principale del paese che verrà chiusa al traffico, con concerti musicali, street food e anche, domenica 7 luglio, l’incontro dal titolo “Decrescita, nuovo nome della Pace” promosso in sinergia con le iniziative messe in campo da inizio anno ad opera del movimento Primiero per la Pace. «L’obiettivo è quello di rendere permeabile il teatro, – continua Bettega – aprendosi ai linguaggi del contemporaneo e presentando sempre una cifra politica e sociale, una visione educativa insomma, che funga da preziosa occasione per creare comunità».
L’associazione peraltro persegue lo stesso obiettivo già da qualche anno con Valdùgola, residenza teatrale rivolta a giovani artisti e compagnie emergenti, nata sempre per promuovere un processo di conoscenza delle arti performative in un contesto montano altrimenti isolato. «Valdùgola è una parola antica del dialetto primierotto, – conclude Bettega – un po’ desueta anche per noi, che sta ad indicare un piccolo avvallamento o affossamento che si può trovare nei boschi o nei prati, particolarmente ricco di biodiversità».
Sia Lapis che Blusa possono dunque essere considerati avvallamenti simili, radure di straordinaria bellezza che magari l’occhio non percepisce subito ma il cui humus contribuisce alla crescita, culturale e sociale, di un territorio. E di conseguenza al suo futuro.
Programma completo di Lapis Festival: https://www.visittrentino.info/it/guida/eventi/lapis-2024-laboratorio-artistico-paesaggio-illustrato-sagron-mis_e_69309057
Programma completo di Blusa Festival: https://www.officinadellepezze.it/blusa-festival/