Itinerari

Friuli: tre sentieri a bassa quota per scoprire natura e tradizioni della Val Resia

Sorvegliata dal Canin e dalle Prealpi Giulie, è una meta sorprendente. La rete dei “Poti po näs” (I nostri sentieri) consente di esplorarla piacevolmente.

La Val Resia è l’anticamera delle Alpi Giulie, la valle del Friuli-Venezia Giulia che delimita la fine delle omonime Prealpi e prelude all’inizio delle Alpi vere e proprie. Una valle solare e verdeggiante, particolarissima nei suoi aspetti linguistici e culturali, dove viene parlato un idioma antico e unico, un dialetto endemico, di origine paleoslava ma molto diverso dallo sloveno contemporaneo. 

Una valle ricca di tradizioni peculiari, dove in febbraio si festeggia un carnevale speciale, il Püst, accompagnato da balli e musiche che sono parte fondante del patrimonio immateriale della cultura resiana. La Val Resia è, tra l’altro, zona di coltivazione di un prezioso aglio dal sapore molto delicato con soli 6-8 spicchi, lo Strok, oggi presidio Slowfood, con cui si prepara una tipica zuppa, mentre altre pietanze originali sono i Cjalciune, dei grandi gnocchi ripieni, e la Uosojaniza, una morbida polentina con crema di ricotta. 

I Resiani in passato erano conosciuti come bravissimi arrotini, che prestavano il loro servizio muovendosi in bicicletta – e, prima della sua invenzione, a piedi – verso la pianura e in giro per l’Europa. Un’epoca, questa, che è ben raccontata a Stolvizza dal Museo dell’Arrotino. La Val Resia è chiusa a est dalle propaggini occidentali della catena del Monte Canin, che incombe quale barriera imponente e riflette i raggi più belli del tramonto, è protetta a sud dai bastioni uniformi dei Monti Musi, ed è celata da ogni lato agli occhi di chi non sale in alto. 

La valle, nelle zone a sud-est dei centri abitati, è una parte importante del Parco Naturale delle Prealpi Giulie. Da Resiutta, località di fondovalle del Canal del Ferro, si raggiunge per una striscia d’asfalto serpeggiante che si addentra per una ventina di chilometri fino a Stolvizza, oltre la quale si trova il presidio agrituristico alpino di Malga Coot, a quota 1190 metri. 

Da qui partono alcuni itinerari escursionistici non banali, che si spingono sia verso la dorsale del Monte Guarda, sia verso la catena del Canin, da percorrere nella stagione estiva e autunnale. In attesa che tutta la neve si sciolga alle quote più alte, ci si può concentrare sul fondovalle che offre una rete sentieristica recentemente valorizzata e adatta a tutti.

Si tratta di antichi sentieri di collegamento tra le diverse frazioni esistenti in valle, presentati recentemente in forma di due anelli nel progetto che va sotto il nome di “Poti po näs”, che in dialetto resiano significa letteralmente “I nostri sentieri”. “Pot” significa infatti “strada”, intesa in questo caso come sentiero. 

Sul posto sono presenti tabelle con tutte le indicazioni su come muoversi, con i punti di interesse lungo i percorsi. Inoltre nelle zone dove il cellulare non prende sono stati posizionati due totem per le richieste di soccorso. I dispositivi dotati di tecnologia satellitare pronti all’uso per ogni evenienza si trovano a Lischiazze e in località Sella Carnizza, l’unica via d’uscita carrozzabile dalla valle, verso la Valle di Uccea e la vicinissima Slovenia.

Ta Lipa Pot

(dislivello 250 m, sviluppo 7,5 km, 2.30 ore, E)

Il primo anello è il Ta Lipa Pot, che letteralmente significa “la bella strada”. Ed è bello e suggestivo davvero questo itinerario che comincia e si conclude a Stolvizza e normalmente si percorre in senso antiorario. 

Dal paese si scende sulla destra orografica della valle seguendo il segnavia 662 per un comodo sentiero che costeggia una zona ricca di acque, con una cascata e il superamento di torrentelli tra bei boschi che filtrano i raggi solari. Terminata la discesa si oltrepassa la strada provinciale, si supera il ponte sul torrente Resia e si riprende il cammino di rientro a Stolvizza costeggiando per un lungo tratto, questa volta sulla sinistra orografica della valle, il corso del torrente Resia, di fronte ai rilievi meridionali del Canin. 

Si traversa ancora una volta il torrente, per risalire tra prati e radure in paese. Il sentiero ha anche una variante più breve che non oltrepassa il torrente Resia e che lungo una pista forestale tocca la località Braida Zamlin.

Ta Stara Pot

(dislivello 500 m, sviluppo 14 km, 4 ore, E)

Il secondo anello è il Ta Stara Pot, che letteralmente significa “l’antica strada”, un itinerario lungo il doppio del precedente ma che si svolge più a bassa quota (da 300 a 500 m) tra la frazione di Oseacco e quella di San Giorgio di Resia, attraversando le frazioni Prato di Resia, Gniva e Lischiazze. 

Da questo percorso, che si svolge a tratti su sentiero e a tratti su piste forestali, sono molti e diversi gli scorci sulla valle, sulle singole frazioni, su aree agricole, sui manufatti legati alle attività di un tempo, e si è comunque immersi in aree verdi e ricche di acque, con faggete, ponticelli, stavoli per il fieno, cappelle votive e un’area giochi per bambini.

Il bosco incantato

(dislivello 100 m, sviluppo 3,6 km, 1.30 ore, T)

Tra Prato di Resia e San Giorgio di Resia c’è anche la possibilità di seguire un terzo anello, il più breve e più semplice di tutti, denominato anche 10.000 passi di salute. Si snoda tra prati, pinete e boschi di latifoglie, dove si incontrano anche dei massi erratici, che ricordano l’origine glaciale della valle. Una tappa va prevista al Museo dell’ex-Latteria turnaria a San Giorgio di Resia.

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