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Martina e Andrea: cambiare vita per seguire il sogno di gestire un rifugio

“Ma quando me lo date un rifugio in gestione?” è la richiesta diretta che Martina Bordignon ha più volte rivolto alle sezioni CAI della sua zona, in Trentino. Una laurea in lettere e un grande sogno, quello di diventare rifugista. Un’ambizione in cui ha “trascinato” anche il suo ragazzo, Andrea Minotti che, come lei, ha le idee molto chiare su quel che vuole dalla sua vita. “Ho lavorato per qualche anno nel ramo del turismo, poi mi sono fatto affascinare da questa sua grande passione”.

I due hanno così deciso di fare una stagione insieme, per concretizzare cosa significa lavorare e gestire un rifugio. “Abbiamo faticato pensando sempre a cosa avremmo cambiato quando sarebbe toccato a noi mandare avanti una struttura” spiega lei. “Ogni sera prendevo un quadernetto e annotavo le cose positive, quelle negative e quelle che avrei modificato” come una giovane utopista, d’altronde era un sogno.

Martina e Andrea. Foto Martina Bordignon

Si stanno preparando a partire, a dare il via a questa prima stagione. Alla fine, insistendo, sono riusciti ad avere un ricovero in gestione. Hanno preso il rifugio Oltradige al Roen (1773 metri) sulla catena della Mendola. Un piccolo edificio, con venti posti letto, costruito in posizione panoramica sulla Valle dell’Adige. “Abbiamo capito che poteva essere la nostra struttura dopo aver conosciuto i precedenti gestori”, volevano lasciare così la coppia di ragazzi non si è fatta scappare l’occasione candidandosi immediatamente al CAI Bolzano. “Non è stata la prima volta” precisa Martina. Più volte mi sono candidata. Da quando ho capito che questo era il mio sogno, il mio obiettivo di vita, ho iniziato a prendere contatto con chiunque potesse aiutarmi a realizzarlo”.

Ventinove anni lei, trenta lui e un rifugio da aprire, tra due settimane circa. Iniziano una nuova vita, ricca di incognite non solo lavorative. È un po’ come fare un passo di maturazione personale, anche per la loro vita di coppia che certamente subirà dei cambiamenti con questa nuova attività. Tante cose cambieranno. “Molte cose sono già cambiate” spiegano sorridendo. “Per dirne una che può sembrare banale, avevamo una casa in affitto che abbiamo dovuto lasciare per trasferirci in rifugio. Sappiamo che dovremo passare sei mesi in montagna” ma questo è quello che cercano, per ora. “È un bel cambio di vita” aggiunge Andrea. “Abbiamo due lauree in tasca che certamente ci hanno aiutato ad allargare i nostri orizzonti” ma che effettivamente sono servite a poco nel mondo del lavoro. Quel che conta ora è il carattere della coppia, che ci sembra essere bello forte. Siamo amanti delle sfide, quando abbiamo capito che la cosa si stava facendo concreta abbiamo iniziato subito a informarci e a metterci d’impegno per essere pronti”. Ad aiutarli, le famiglie, ma solo dal punto di vista morale. A livello pratico se la sono cavata da soli e ora sono pronti a partire. Tra poco si apre, fate un salto a trovarli se siete in zona.

 

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