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“Cumbre”. Online la versione integrale del capolavoro di Fulvio Mariani sulla prima solitaria del Cerro Torre realizzata da Marco Pedrini

Mentre in Alto Adige sono in corso le riprese di “Cerro Torre”, il documentario diretto da Reinhold Messner sulla prima salita dell’omonima vetta patagonica tentata da Cesare Maestri e Toni Egger nel febbraio del 1959, il regista Fulvio Mariani ha deciso di condividere con tutti gli appassionati la full version di “Cumbre”, capolavoro sulla prima ascensione in solitaria del Cerro Torre realizzata il 26 novembre 1985 dall’alpinista svizzero Marco Pedrini, lungo la Via del Compressore.

Un film che “ha scritto la storia del cinema di montagna” – riprendendo una espressione utilizzata dal Presidente dei Ragni di Lecco Matteo Della Bordella, che come tanti alpinisti ha voluto condividere sulla sua bacheca l’invito a guardare questo capolavoro della cinematografia di montagna – e ha fatto sognare generazioni di alpinisti (tra cui la mia). Sperando che questa pellicola sia di ispirazione anche per la prossima generazione un sentito grazie va a Fulvio Mariani per averlo messo a disposizione di tutti”.

Il bello dei social è anche questo, una rete a effetto domino, in cui a suon di condivisioni a catena si arriva infine a grandi risultati. È stato proprio di fronte al tam-tam di condivisioni del trailer di “Cumbre che Mariani ha deciso di fare questo regalo alla collettività.

Marco Pedrini, classe 1958 e membro degli Scoiattoli dei Denti della Vecchia del Ticino, riuscì a entrare nella storia dell’alpinismo in pochi anni, considerando che il destino pose fine alla sua vita a soli 28 anni, il 16 agosto 1986, mentre scendeva lungo la Direttissima Americana sul Petit Dru nel massiccio del Monte Bianco, forse per la rottura di un ancoraggio.

Di certo la sua salita più celebre è proprio quella del Cerro Torre. Una impresa portata a termine in sole 13 ore portando con sé pochissimo materiale, giusto le corde per la salita e la discesa. Nulla che potesse consentire di allestire un bivacco e nemmeno un fornello. Una avventura iniziata alle 7.30 del mattino, nella truna di neve in cui aveva trascorso la notte, e terminata con l’arrivo in vetta alle 8.30 della sera, seguito da una lunga calata di 6 ore, in una notte di luna piena.

Pedrini fu in grado di cogliere la giusta finestra di bel tempo. Appena sceso dalla parete il maltempo tornò a fare infatti capolino sul Cerro Torre.

Soltanto una settimana dopo tornò in parete con un altro svizzero classe 1958, per l’appunto il regista Fulvio Mariani, per rivivere e far rivivere, generazione dopo generazione, quell’esperienza straordinaria.

Un po’ di pellicola nel cassetto c’era, due soldi ce li ha trovati Romolo Nottaris (alpinista e documentarista svizzero, organizzatore della prima  spedizione ticinese all’Himalaya nel 1983, ndr) e siamo partiti, nel 1985, alla volta della Patagonia” – raccontava nel 2004 Mariani in una intervista rilasciata alla rivista “Vivere la Montagna” – “Marco, io e Lucia mia moglie ed eravamo in viaggio di nozze! Il viaggio di nozze l’ho fatto in verticale sulle pareti del Cerro Torre”.

Sono passati 30 anni, il cinema ha fatto passi da gigante, le tecnologie moderne poco hanno a che fare con la macchina da presa Bolex Paillard da 16 mm a molla di Mariani. Nonostante ciò, o forse proprio per questa sua unicità, il documentario è considerato uno dei migliori film di montagna di sempre.

Un capolavoro non solo nelle immagini ma anche per la scelta musicale, opera di Lucia Mariani. Una fusione di elementi in grado di rendere la pellicola intramontabile.

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