
Finalmente è arrivata la finestra di bel tempo e si torna a salire su Nanga Parbat e K2, sfortunatamente non al Manaslu dove Simone Moro e Pemba Gelje Sherpa continuano ad attendere immersi nella neve.
Il programma della squadra di Alex Txikon è di raggiungere il campo base avanzato, dove depositare ulteriore materiale, e, cosa più importante, andare a fare una ricognizione sotto la parete est per valutarne le condizioni. “Non ho ancora deciso la via che seguiremo per arrivare in vetta. La via dello Sperone degli Abruzzi è sempre un’opzione, ma vorrei esplorare la parete est che ha meno vie e vedere cosa ci offre” scrive il basco, che fa sapere inoltre che, in caso si opti per la via degli italiani, non verranno usate le corde posizionate dai russi, ma ne verranno fissate di nuove.
La squadra russa partirà dal campo base nel pomeriggio per andare al campo base avanzato, dove si trascorrerà la notte. Domani l’obiettivo è quello di spostare campo 1 a 6200 metri (oggi è a 5900 metri), dopodomani invece si punta a campo 2, che verrà posizionato a circa 6700 metri.
Il 28 gennaio la squadra lavorerà per aprire la via verso campo 3, solitamente posizionato a 7300 metri. Questo vuol dire che affronteranno le prime difficoltà salendo il Camino Bill, che rappresenta il primo passaggio complicato della via dal punto vista tecnico, ma anche per la pericolosità del gran numero di corde intricate e vecchie lasciate lì dalle spedizioni passate. Usciti dalla strettoia del Camino Bill, per raggiungere campo 3, dovranno passare per la Piramide Nera, dove dovrebbero esserci ancora delle corde fisse in buone condizioni, forse anche nuove da quest’estate.
Se i russi riusciranno a fissare campo 3, questo permetterà loro di poter dormire durante una delle prossime rotazioni a oltre 7000 metri e di completare l’acclimatamento.
Al Nanga Parbat tutti e quattro gli alpinisti hanno lasciato il campo base. Davanti a loro hanno una finestra di bel tempo che dovrebbe chiudersi attorno al 29. L’obiettivo durante questa uscita sarà principalmente ribattere la via dopo le abbondanti nevicate, trovare una nuova posizione più sicura a campo 3 (al momento in un crepaccio a 5700 metri dove la neve scarica dall’alto), e piazzare un bivacco sullo Sperone Mummery ad almeno 6500 metri, che consentirà a Daniele Nardi e Tom Ballard di trascorrere due notti in quota e completare l’acclimatamento.
Tutto molto facile da dirsi, molto più difficile a farsi, dato che parliamo di un’altitudine mai toccata sul quella via: il punto più alto (in assoluto, non solo in inverno) è 6450 metri, raggiunto da Daniele e Elisabeth Revol nel 2013. Oltretutto lo Sperone presenta delle verticalità per cui è quasi impossibile trovare dove piazzare un tenda, più facile, come aveva anticipato prima della partenza Nardi, utilizzare una portaledge, ma parliamo sempre del Nanga Parbat in inverno.