
Nel 1956 fu speaker ufficiale delle Olimpiadi di Cortina e da allora la sua passione per lo sci, gli sport invernali, l’alpinismo e tutto ciò che aveva a che fare con lo sport e l’agonismo sportivo dal mare con Azzurra, prima barca all’American Cup, alla vetta del K2, in occasione del 50° anniversario della prima salita, erano diventati la sua vita come anche la cultura, il giornalismo, l’arte, la passione per la tradizione e l’avversione per il conformismo e la banalità.
Con Disney organizzò in Italia il trofeo Topolino, poi un’infinità di gare da sci su tutto l’arco alpino che forgiarono la grande valanga azzurra.
La sua abitazione museo era nel cuore della Milano dei pittori in Corso Garibaldi, a due passi da Brera. Amico di tutti gli artisti e dei protagonisti della moda e degli eventi sportivi. Alla Gazzetta era di casa come sui principali quotidiani dove aveva raccontato tutti i Giochi olimpici.
Rolly era la memoria vivente delle Olimpiadi invernali: ricordava ogni gara e ogni campione e della maggior parte ne era diventato amico.
Lo so che Rolly sotto il grande cappello da cowboy sta guardando con il cuore gonfio e con mille idee a Milano e Cortina, le sue due case, unite nel sogno e nell’abbraccio olimpico. È per questo che Giuseppe Sala, sindaco della Milano che Rolly amò con passione e rispetto, e commissario di Expo 2015 -che Rolly non poté vedere ma che grandemente avrebbe apprezzato- e Gianpietro Ghedina, sindaco della Cortina, città del sole, della neve, dei boschi e delle più belle cime dolomitiche -che Rolly amò disperatamente e a cui dedicò infinita passione-, hanno ora l’opportunità di rendere ancora una volta felice e protagonista Rolly Marchi, l’uomo che ha raccontato e vissuto tutte le olimpiadi invernali e amato le due città che potrebbero ospitarle nel 2026.