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Un gatto in vetta al Cervino

L’8 agosto si celebra la giornata internazionale del gatto e come meglio festeggiarla se non ricordando una delle più importanti imprese alpinistiche feline?

È il 26 luglio del 1955 e i fratelli Jean e Daniel Pellissier raggiungono la vetta del Cervino insieme ad alcuni clienti. Ad attenderli non il silenzio della cima, ma un miagolio. Increduli, il verso continua… “saranno di certo gli alpinisti appena arrivati sulla vetta Svizzera, non può essere altrimenti“, si dicono. In realtà, a essere onesti, bisogna raccontare che già il giorno prima le due guide avevano affrontato la medesima strana situazione, ma Jean aveva bruscamente liquidato il fratello dicendogli: “Ma dove pensi di essere! qui non si sentono le voci come è successo ad Achille Compagnoni sul K2!”.

Ma quel giorno Jean, carattere brusco o meno, non poteva certo negare l’evidenza: qualcuno stava miagolando.  “Daniel avevi ragione, qui c’è proprio un gatto che miagola”, disse prima di baciare la croce, assicurarsi che i clienti stessero al sicuro con il fratello e incamminarsi in cerca del gatto, che non tardò ad essere trovato.

Qualche passo ed ecco spuntare due orecchie da una cengia poco più in basso. Lì faticosamente stava camminando un gatto bianco e nero, infreddolito e affamato, che, non appena vide la guida, gli saltò in braccio. Jean tornò in vetta con il micio, che venne rifocillato con dei biscotti e del tè. Dopo l’immancabile foto di vetta con la croce del Cervino alle spalle, gli alpinisti (bipedi e quadrupedi) scesero verso il rifugio Oriondè.

Il micio venne adottato dalla famiglia Maquignaz, gestori del rifugio, e divenne ben presto popolare ai piedi della Gran Becca e non solo, finendo su diversi quotidiani, anche nazionali. Ci furono anche diverse polemiche tra svizzeri ed italiani sulla proprietà del gatto del Cervino, forse scappato alla cuoca del rifugio Holry o alle guide di Zermatt che lo tenevano alla capanna Solvay per cacciare i topi.

Fatto sta, il gatto poco dopo scomparve per poi riapparire a Cervinia imbalsamato su un armadio nella sala da pranzo dell’Hotel Punta Maquignaz di Aimè Maquignaz a perenne ricordo del micio alpinista.

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