
Si chiama Caterina e frequenta la seconda liceo a Montebelluna, in provincia di Treviso, dove vive. Da grande vorrebbe fare il medico. Una passione che, ci racconta, combacia poco con la sua passione sportiva, quella che la sta lentamente e progressivamente portando a risultati sempre più interessanti. Nella sua breve carriera agonistica si è già aggiudicata un trofeo regionale giovanile e un secondo posto nelle graduatorie regionali assoluti. Alle gare nazionali è invece arrivata, nella scorsa stagione, sesta. Un risultato che le è valsa la convocazione nella nazionale giovanile con cui, quest’anno, sta partecipando alle gare di Coppa Europa.
Cosa fa Caterina nella vita? Studia e arrampica, ce l’ha raccontato in una breve e timida intervista che siamo riusciti a farle.
Ciao Caterina, com’è essere in nazionale?
Bello, anche se non sono ancora del tutto cosciente di quel che sto facendo. A volte, mentre penso si essere in nazionale e di rappresentare l’Italia all’estero dico “uao!”. Poi però, durante le gare, non ho molto per pensarci: sono concentrata mi diverto e non penso molto.
Ricordi le tue prime arrampicate?
Ho iniziato da molto piccola. Mia sorella arrampicava e partecipava già a delle gare, cos anche io mi sono appassionata. Ho iniziato a fare agonismo a sei anni e poco dopo ho partecipato alla mia prima competizione.
Cosa ti piace del mondo agonistico?
All’inizio era bello perché mi divertivo. Poi, pian piano il solo divertimento si è trasformato in passione, in una passione sempre più grande che mi spinge a continuare e ad allenarmi sempre di più.
Hai un sogno per il tuo futuro?
A livello sportivo mi piacerebbe partecipare a un mondiale e magari ottenere un buon piazzamento.
Per essere più realistici però spero nella nazionale senior e magari di entrare in un gruppo sportivo come quello dell’Esercito, mi ha sempre affascinato.
Arrampichi solo in palestra o anche su roccia?
Ogni tanto vado a fare blocchi, ma capita raramente. Ci vado con il mio allenatore, anche se non abbiamo molti fine settimana a disposizione. Molti sono occupati dalle gare.
Se devo però essere sincera devo dire che preferisco arrampicare su plastica. Quando scali su roccia non hai tutto segnato, devi trovarti le prese e testarle prima di poterti appendere. È più difficile, anche se è bello stare in mezzo alla natura, in mezzo al tutto.