
Elisabeth e i suoi soccorritori stanno andando a Skardu, lei proseguirà poi per Islamabad.
Sono stati prelevati a 4850 metri da due elicotteri dell’esercito pakistano, che sono per la verità arrivati al campo base logistico a 3500, con qualche minuto di anticipo e, contrariamente alla consuetudine, hanno spento i rotori in attesa che il gruppetto dei soccorritori scendesse gli ultimi pendii fin al ripiano dove ieri erano stati lasciati i quattro polacchi che hanno effettuato il soccorso.
Elisabeth sta abbastanza bene e l’hanno vista andarsene sorridente mentre guardava dall’elicottero il suo Nanga. Certo gioia, ma anche grande tristezza per aver lasciato lassù Tomek.
Questa sarà la sua tomba, immensa e potente e la via Revol- Mackiewicz, cancellati i nomi di Eisendle e Messner, sarà la lapide che tramanderà il suo nome e la loro incredibile e folle storia agli alpinisti futuri.
Aggiornamento della redazione: Il gruppo che ha lavorato in questi giorni al salvataggio di Elisabeth e Tomek- composto da Ludovic Giambiasi, Anula moglie di Tomek, Robert Szymczak medico dei polacchi, Daniele Nardi, Agostino Da Polenza, Stefani Mondini, Maurizio Gallo, Ali Muhammad dell’agenzia pakistana, Riaz ul Hassan di EvK2cnr, Masha Gordon che ha raccolto 100.000 euro per i soccorsi, ha fatto un estremo e folle tentativo di chiedere ai piloti una ricognizione in alta quota. Purtroppo sia i regolamenti che le cautele istituzionali hanno impedito quest’ultimo atto di affetto nei confronti di Tomek, di sua moglie e dei tre figli.
Ci hanno provato.
Il crowdfunding rimane aperto per chi volesse contribuire alle donazioni che saranno destinate alla famiglia di Tomek: https://www.gofundme.com/rescue-on-nanga-parbat