
Dalla Spagna viene riscritta una pagina fondamentale della storia dell’Alpinismo. Secondo quanto riporta la rivista spagnola Desnivel, il merito sarebbe del laboratorio Svidel situato in Svezia a Göteborg, che la scorsa primavera aveva sponsorizzato la spedizione per il ritrovamento del corpo del giovane alpinista inglese Andrew Irvine e che ha portato al ritrovamento della fotocamera, la cui pellicola, in segreto fino ad ora, è stata delicatamente sviluppata.
L’ 8 giugno 1924 George Mallory e Andrew Irvine furono visti per l’ultima volta durante il loro tentativo di scalare l’Everest (8.848 m). Di loro e della loro impresa e sorte si è scritto molto, sempre con il dubbio che la formidabile cordata avesse potuto raggiungere la vetta 29 anni prima di Edmund Hillary e Tenzing Norgay.
“Sono stati mesi di lavoro e a volte abbiamo pensato che non avremmo avuto niente”, dice a Desnivel Biff Malibu, direttore dell’operazione. “Fortunatamente, dopo complessi processi radioattivi, abbiamo ottenuto una delle immagini abbastanza chiare da mostrare che almeno uno dei due scalatori ha raggiunto la cima. È un’immagine che corrisponde alla vista dalla cima dell’Everest verso sud, in cui Lhotse è chiaramente visibile”. “La leggenda ha lasciato il posto alla storia”, conclude Biff.
Notizia eccezionale quella che viene da oltre i Pirenei, se non fosse che oggi, 28 dicembre, è il Giorno dei Santi Innocenti, festa tradizionale in Spagna dedicata agli scherzi (il nostro primo aprile per capirci). Ci tocca quindi declassare la notizia da eccezionale a “Inocentada”.
E allora Buon “Día de los Santos Inocentes” colleghi spagnoli! (ci eravamo quasi cascati).