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Da Trieste alla Patagonia per studiare il ghiacciaio del Perito Moreno

Una squadra coordinata dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale partirà a breve per studiare il famoso ghiacciaio del Perito Moreno, nella parte sud-occidentale della Patagonia, in Argentina. La ricerca sarà finanziata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale  Italiano in collaborazione con l’università di Buenos Aires. 
 
L’oggetto della ricerca sarà dunque il comportamento ritenuto “anomalo” di questo ghiacciaio il quale ha presentato negli ultimi anni una certa situazione di stabilità, a differenza degli altri ghiacciai patagonici che invece si sono ritirati in maniera molto più importante. 
 
La lingua finale del Perito Moreno crea uno sbarramento naturale sul lago Argentino. Il ghiacciaio avanza a una velocità di circa 700 metri l’anno anche se, perdendo poi la stessa massa, il fronte resta invariato. La prima rottura del dronte del ghiacciaio registrata è del 1917, da allora questo fenomeno si è ripetuto ogni 4-5 anni, lasciando così invariato il fronte del ghiacciaio. 
 
Emanuele Lodolo, ricercatore dell’OGS e responsabile scientifico della spedizione ha spiegato: “Recupereremo campioni del sedimento attraverso carotaggi che verranno poi analizzati in laboratorio per cercare di ricostruire gli eventi che si sono succeduti per gli ultimi 1000-1500 anni in questa parte della Patagonia meridionale, e di individuare quali sono stati i fattori climatici che hanno condizionato la storia recente del ghiacciaio Perito Moreno”.
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