
L’Archivio, attualmente situato a Roma, è costituito da un ricco patrimonio storico-documentario, cartaceo, fotografico e oggettistico, che va dai primi del ‘900 al 2000, risulta praticamente integro e testimonia l’attività scientifica e tecnica svolta da Desio attraverso studi, ricerche, esplorazioni e oltre quindici spedizioni in tutti i continenti, in particolare in Asia e Africa.
E’ in avanzata fase di organizzazione e informatizzazione al fine di renderne più agevole la consultazione. Comprende circa 350 cimeli – tra cui la Leika della spedizione al K2 del 1954-, onorificenze e 450 faldoni (per un totale di oltre 200.000 documenti) di materiale relativo alle consulenze di Desio tra le quali quelle sulla frana del Vajont, sul Cern di Ginevra, sull’autostrada Milano-Roma, sui trafori alpini, su un’ottantina di progetti di dighe nel mondo, ma anche profili sismici vari, studi di ghiacciai, l’organizzazione della spedizione al K2 del 1929 e del 1954.
“Il materiale concesso a Udine era stato richiesto, ancora quando mio padre era vivo, dallo Smithsonian Institute – ha rivelato la figlia di Desio, Mariela – ma io avevo la convinzione che sarebbe dovuto rimanere in Italia, e precisamente in Friuli, essendo lui friulano. Un archivio serve per essere visto da tutti, e mio padre sarebbe stato contento di sapere che siamo arrivati a questa bellissima soluzione, grazie alla quale le sue raccolte saranno adeguatamente valorizzate”.