Montagna.TV

Spedizioni commerciali e umane miserie

Che le spedizioni commerciali riuscissero a umiliare le montagne l’abbiamo scritto decine di volte in questi anni. Inascoltati!

Sì, inascoltati dagli alpinisti, che preferiscono spendere poco per la loro manciata di gloria – legittima e spesso meritata, inascoltati dalle organizzazioni commerciali, che ai valori della montagna preferiscono di gran lunga quelli monetari, e inascoltati anche dalle organizzazioni nazionali ed internazionali alpinistiche – Club Alpino Italiano e Unione Internazionale Associazioni Alpinistiche, per parlare di quelle che conosciamo – , che piuttosto che sollevare un fievole sospiro in difesa delle più importanti montagne del mondo e del pensiero fondante della loro tradizione, onde evitare polemiche, tacciono, o quasi.

Fatta questa premessa, pensare che le spedizioni commerciali avessero un cuore, un pensiero o anche solo un sistema di allerta e di soccorso è pura illusione e fantasia.

Le spedizioni commerciali, la maggior parte, raccolgono i loro clienti sulla rete, ricevono iscrizioni e determinano una data di partenza. Come tutte le agenzie di viaggio. Contrariamente alle agenzie di viaggio non hanno però regole, leggi, codici deontologici, ma solo un presunto buonsenso e la più o meno buona esperienza e correttezza degli organizzatori.

Certo se io e un mio compagno vogliamo salire il G1 o il G2 ci è facile collegarci in rete con chi offre il servizio, al miglior prezzo, poi tanto noi siamo bravi e ce la caviamo sempre. Permesso, portatori, tende e campo base a disposizione, prezzo modico, qualche migliaio di dollari.

Ora la questione della primogenitura della gallina o dell’uovo si pone anche qui. E’ l’alpinista povero o sfigato e certamente ambizioso che fa la spedizione commerciale o è la spedizione commerciale che produce alpinisti poveri (a volte anche di cultura, intelligenza e umanità) e sfigati? Ci sarebbe anche la terza opzione dell’alpinista ricco e ambizioso, ma perlomeno con i mezzi per mettersi in sicurezza. Va detto che ci sono anche eccezioni, non poche, che confermano la regola di alpinisti o gruppetti di alpinisti che partecipando a una spedizione commerciale si comportano per bene.  Eccoli che tutti si schierano tra questi.

Insomma, forse, lo chiedemmo anni fa, invece che impinguarsi ai buffet di convegni, magari pure in tema, ma che non producono altro che chiacchiere dimenticate al caffè, si potrebbe sperare che le massime istanze, così si definiscono, dell’alpinismo mondiale dessero indicazioni, agli alpinisti ed alle alle organizzazioni alpinistiche e perché no anche a quelle commerciali. Un consiglio è sempre utile.

Noi intanto ci proviamo con uno: accertatevi dell’Agenzia a cui affidate la vostra vita; chiedete l’elenco degli alpinisti iscritti alla spedizione prima di aderire e contattateli prima di partire; chiedete quali servizi sono forniti, quali sistemi di allerta e soccorso sono in grado di attivare; la qualifica del personale impiegato; fatevi mandare le copie dei permessi e delle assicurazioni.

Ma se v’importa solo del prezzo, assicuratevi almeno che ci siano altre spedizioni con alpinisti forti e per bene nei dintorni.

 

 

Nella foto in alto i baschi che calano Valerio Annovazzi @ WOP.Sports

Exit mobile version