Enrico Camanni
Cultura
Ne ha fatta di strada, il giovane alpinista torinese che voleva scrivere di montagna! Dopo essersi fatto le ossa alla “Rivista della Montagna” (1977-1984) e aver fondato e diretto “Alp” (1985-1998), Enrico Camanni ha curato “L'Alpe”, un’elegante rivista internazionale di cultura alpina, è diventato collaboratore de “La Stampa” e ha contribuito all’allestimento del Museo del Forte di Bard, in Valle d’Aosta, e alla trasformazione del Museo Nazionale della Montagna di Torino. Negli anni, però, Camanni è diventato sempre più uno scrittore, passando da libri di storia e da biografie di alpinisti come Giusto Gervasutti e Amé Gorret ai romanzi. Mette insieme i due filoni “Se non dovessi tornare”, sottotitolo “La vita bruciata di Gary Hemming, alpinista fragile” (Mondadori 2023). Un romanzo dedicato alla vita dell’uomo che ha portato per la prima volta sulle Alpi la forza del nuovo alpinismo californiano e le contraddizioni della generazione beat d’America.