Alta Val Brembana e Foppolo.
Tanti modi per vivere la montagna

Siamo stati a Foppolo per scoprire le attività outdoor che consentono di immergersi nelle sue montagne in tutte le stagioni. Ad accompagnarci in questo viaggio tra natura, storia e tradizione, anche culinaria, i colleghi del Cucchiaio d’Argento

Redazione Montagna.tv
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Montagne aspre e rocciose. Montagne di scisto scuro, che convivono accanto a cime dalle rocce chiare calcaree di origine marina. Montagne che poggiano i propri pendii su verdi boschi ed erbeggianti pascoli dove trova ospitalità una ricca biodiversità di flora e fauna. È la sfaccettata anima delle Alpi e Prealpi Orobie, cuore montano della media Lombardia che si distende tra il Lago di Como a ovest e la Valle Camonica a est, mentre a nord è chiuso dalla Valtellina e dalle Alpi Retiche e a sud, seguendo l’intercedere dei grandi fiumi tutti bergamaschi, il Brembo e il Serio, sfumano lentamente nella pianura. Per questa natura, le Orobie sono molto amate dai montanari che ne popolano le pendici e che con le loro montagne condividono il carattere.

La Val Brembana e Foppolo

Noi siamo andati sul versante sud, quello bergamasco, e in particolare in Val Brembana, che insieme alla Val di Scalve e alla Val Seriana fa parte delle tre valli principali delle Orobie. Un territorio ampio e tutelato per una superficie di 63 mila ettari dal Parco delle Orobie Bergamasche.

La Valle Brembana, a nord di Bergamo, si estende per circa 60 chilometri seguendo il corso del fiume Brembo che nasce ai piedi del Pizzo del Diavolo (2.914m).

Nonostante l’antropizzazione, la Val Brembana è ricca di natura e presenta una variegata offerta per il turista alla ricerca di esperienze all’aria aperta non lontano dalla città. È un territorio meno conosciuto e frequentato rispetto a più note località montane lombarde e alpine, ma proprio per questo da vivere andando alla scoperta delle sue montagne, dei borghi, tradizioni, storia e della cultura enogastronomica.

La ricette della Val Brembana da scoprire sul Cucchiaio d'Argento

Polenta, formaggi, salumi, ma anche tante erbe spontanee. Sono molti i prodotti delle valli e delle montagne alla base della tradizione culinaria della Val Brembana che nasce dall’antica anima contadina e pastorale bergamasca.

Con i colleghi del Cucchiaio d’Argento siamo andati a Foppolo a cucinare al Ristorante K2, punto di riferimento per chi dopo una bella gita in montagna o sugli sci desidera recuperare le energie assaporando i gustosi piatti cucinati con passione da 60 anni da Nonna Sandra, che all'età di 91 anni è ancora oggi il cuore della cucina.

È proprio lei che ci ha svelato tre delle sue ricette, che potete trovare su cucchiaio.it

Dal boom dello sci di pista alla ricerca di un nuovo turismo

San Pellegrino è certamente la capitale della Valle Brembana con la sua acqua tra le più conosciute e apprezzate al mondo, ma è Foppolo, con i suoi 1515 metri, la regina alpina della bergamasca. Una posizione privilegiata, che ha portato il paese a diventare per molti anni e ancora oggi, uno dei punti di riferimento per lo sci di pista in Lombardia.

È nel secondo dopoguerra che Foppolo conosce il boom del turismo invernale, grazie anche alla vicinanza con Milano da dove partivano i pullman degli sci club da Piazzale Cadorna. Uno sviluppo che ha avuto importanti ricadute sul piccolo paese bergamasco: se da un lato l’industria della neve ha generato ricchezza sul territorio, frenando il fenomeno dello spopolamento che altri paesi della valle, più vocati al pascolo e all’agricoltura, hanno subito; di contro la necessità di rispondere all’incremento dei flussi turistici, soprattutto degli Anni 70 e 80, ha portato Foppolo a uno sviluppo urbano poco attento all’identità montana affiancando al centro storico un qualche eccesso di cemento e qualche condominio di troppo.

Foppolo, che fa parte del comprensorio Brembo Ski insieme a San Simone e a Carona, rimane ancora oggi la più importante stazione invernale della bergamasca. Ma sono lontani gli anni d’oro del boom. Le cause sono state i mutamenti delle abitudini degli sciatori che hanno sostituito la classica settimana bianca con un turismo mordi e fuggi; ma anche i cambiamenti climatici che stagione dopo stagione portano sempre più in alto la quota neve aumentando le difficoltà di mantenimento dei comprensori e costringendo ad alzare i relativi investimenti, favorendo nel recente passato anche qualche vicenda di mala amministrazione.

I problemi e i cambiamenti però sono anche opportunità e lo sono stati anche per l’alta Val Brembana che, senza abbandonare il proprio cuore invernale, ha avviato un processo di destagionalizzazione turistica rispondendo alle esigenze sia degli amanti dell’outdoor, attraverso l’escursionismo e la mountain bike, ma anche di coloro che cercano relax da trovare nelle malghe, in una buona fetta di formaggio Branzi o nelle terme liberty di San Pellegrino dove rilassarsi dalle fatiche della montagna tra affreschi, colonnati e saloni tornati al loro originario splendore dopo i recenti restauri.

A questo ha certamente contribuito la rete degli appassionati legati alle molte sezioni locali e lombarde del Club Alpino e di molte associazioni del territorio.

La MTB come opportunità di destagionalizzazione

Sopra Foppolo sono presenti diversi itinerari che possono essere percorsi anche con la MTB
All'interno delle trincee del Passo di Dordona
Claudio Locatelli, presidente dell’associazione Guide MTB Val Brembana
Al Passo di Dordona un cartello avvisa il passaggio dalla Provincia di Bergamo a quella di Sondrio
I primi passi verso una montagna destagionalizzata sono stati già fatti e alcuni progetti sono stati avviati come il recente orobikeando, ma la strada da percorrere è ancora in salita, come ci spiega Claudio Locatelli, profondo conoscitore delle Orobie, pioniere dell’Alp Bike e presidente dell’associazione Guide MTB Val Brembana. “Le cose dal punto di vista turistico funzionano se si creano collegamenti intervallivi, dove per esempio uno possa partire con la bici da Bergamo per arrivare in Val Brembana, realizzando sentieri affrontabili da un biker medio dove non ci sono. Un’infrastruttura che però deve essere mantenuta, segnalata e resa sempre accessibile: un turista che arriva qui dalla Svezia deve essere certo che il sentiero che vede sulla mappa c’è e può essere percorso, non lasciato ai rovi perché nessuno ha fatto manutenzione” ci dice, raccontandoci come in Val Brembana al target locale interessato a corsi e gite in giornata, si è affiancata anche una platea di appassionati che arrivano da tutto il Nord Italia per esperienze di lunga durata, che attirano anche gli stranieri.
Un’utenza che negli ultimi anni è esplosa esponenzialmente, soprattutto grazie all’e-bike, che oramai fa la parte da leone nel mercato delle bicilette.L’e-bike dà la possibilità di fare cose che non si riuscirebbe a fare con una biciletta tradizionale ci spiega Locatelli. In montagna consente di allungare le distanze e affrontare dislivelli maggiori con meno fatica rispetto a una bicicletta tradizionale. Questo ha portato a un ampliamento notevole del numero dei frequentatori della montagna su due ruote. La domanda conseguente che viene da porre a Claudio è semplice quanto provocatoria: diventeranno troppi con le bici sui sentieri? “Speriamo. Negli anni d’oro di Foppolo erano troppi con gli sci” ci risponde sorridendo. “Il problema è solo di cultura: devono essere il Cai e altre associazioni a trasmettere una frequentazione rispettosa di tutti in montagna, tra cui la convivenza tra escursionisti e chi va in bici” aggiunge Davide Bazzi, membro della Commissione Sentieri Cai Alta Valle Brembana.

C’è una possibilità di sviluppo turistico grazie alla destagionalizzazione veramente importante per le realtà alpine come queste, che possono avere grossi riscontri economici. È però necessario che i progetti siano strutturati bene.

Un modo diverso di vivere la neve

A Foppolo gli scialpinisti degli Anni 70 e 80 erano guardati in modo strano dagli sciatori di pista. Erano in pochi, facevano parte del Cai o erano quelli che andavano a fare le gite con gli zaini pesanti e passavano da Foppolo solo per fare le cime. Poi c’erano quei due o tre atleti che facevano le gare scialpinistiche, il Trofeo Parravicini, che si allenavano sulle piste con gli sci di fondo a cui attaccavano sotto le pelli di foca” ci racconta Michelangelo ‘Miki’ Oprandi, guida alpina della Val Brembana con una grande esperienza sulle Alpi e non solo.

È alla fine degli Anni 90, con l’evoluzione degli sci leggeri che hanno aperto il mondo agonistico allo scialpinismo, che Foppolo con le sue piste lunghe, i numerosi servizi e l’offerta di ristoranti è diventata meta previlegiata e sempre più frequentata da chi vive le pelli come allenamento. Sono coloro che hanno bisogno di fare grandi dislivelli per prepararsi alle gare o che praticano altri sport in estate, come la bike o la corsa, e si vogliono mantenere in forma inverno in un ambiente che non presenta i rischi del fuoripista. “Noi chiamiamo questa attività di salire con le pelli lungo le piste scialpistismo. È molto faticoso, il dislivello della pista non perdona e la prestazione sportiva è anche superiore. L’ho fatto anche io per anni per prepararmi durante i periodi delle competizioni e lo faccio ancora quando il pericolo fuoripista è molto elevato” ci dice Miki. Un mondo nel quale negli anni recenti è rientrato anche il fenomeno dello “ski fintess”, il cui obiettivo della salita (solitamente breve e con meta un rifugio) è solo fare movimento. Un target questo più turistico. Foppolo è questo, ma non solo: gli scialpinisti ‘alpinisti’ sono rimasti” rassicura Oprandi.

Foppolo è la porta d’accesso di belle cime scialpinistiche, come il Monte Toro (2.524m) e il Corno Stella (2.620m), e consente di scollinare in valli stupende come la Val Madre, la Val Cervia e andare dove si vuole.

Foppolo è la meta perfetta per accogliere tutti questi mondi, che però a volte è difficile far coesistere con lo sci di pista. Una convivenza sarebbe possibile prevedendo itinerari dedicati per chi desidera salire con le pelli all’interno del comprensorio. Un tentativo è già stato fatto, ma quello che servirebbe è un vero e proprio progetto strutturato, comune a tutti gli operatori turistici della zona, con una visione a lungo termine di sviluppo del comprensorio.

Tre itinerari per scoprire le montagne di Foppolo

Rimanendo storicamente legato allo sci di pista, Foppolo e le sue montagne possono essere vissuti in tanti modi diversi. In inverno sono numerose e molto belle le gite scialpinistiche possibili, mentre le ciaspole sono un’ottima alternativa per camminare tra la neve. La bella stagione è invece quella della MTB e dell’escursionismo per assaporare la natura, ma anche la storia.

Inoltre, dalle montagne di Foppolo passa il Sentiero delle Orobie Occidentali con la tappa al rifugio Dordona e il Sentiero Italia con la tappa n. D18S (Direttrice meridionale delle Orobie e della Valcamonica).

Un cartello del Cai indica i sentieri percorribili dal Passo di Dordona
Le trincee del Passo di Dordona. Foto @ Ago76 via wikimedia commons
Davide Bazzi, membro della Commissione Sentieri Cai Alta Valle Brembana, insieme a Claudio Locatelli, ci racconta la storia delle trincee del Passo di Dordona all'interno di una galleria visitabile.
Le trincee del Passo di Dordona. Foto @ Ago76 via wikimedia commons

A piedi alle trincee del Passo di Dordona

Non tutti sanno che la Prima Guerra Mondiale ha segnato anche le Orobie, dove tutt’oggi sono presenti le trincee costruite su ordine del Generale Luigi Cadorna nel timore di una invasione da Nord da parte degli Imperi Centrali di Austria-Ungheria e Germania. Tale sistema difensivo venne chiamato OAFN (Opera Avanzate Frontiera Nord), più comunemente noto come Linea Cadorna.

Fortunatamente la Frontiera Nord non fu mai interessata dalla guerra, ma le strutture, principalmente trincee, postazioni in caverna e casermette sono rimaste e sono ancora oggi visibili.

Da Foppolo si possono raggiungere quelle situate al Passo di Dordona (2.067m), che vi consigliamo perché sono le più estese e le meglio conservate della dorsale orobica. Al Passo, dove furono costruiti dei baraccamenti militari, sono osservabili una doppia linea di trincee e una lunga galleria con postazioni di artiglieria. Altre postazioni sono presenti in Alta Val Brembana sul Passo Tartano, sul Passo Lemme, al Passo di Verrobbio e al Passo Publino, dove fino a pochi anni fa sorgevano i ruderi di un fortino recentemente trasformato in un piccolo rifugio.

È alle trincee del passo Dordona che ci siamo diretti dopo aver gustato i piatti della tradizione bergamasca del Ristorante K2. Lungo il sentiero ci ha accompagnato Davide Bazzi, che passo dopo passo ci ha raccontato la natura che ci circondava e la ricca storia dei luoghi che ci ha fatto scoprire.

Informazioni



Difficoltà: E
Dislivello: 410 D+
Tempo andata: 01:15 h

Il sentiero di riferimento è il CAI 202, che parte da Foppolo in fondo a via Rovera (seguire le indicazioni per l'Hotel des Alpes continuando poi a salire per via Cortivo). Si svolta dopo pochi metri a sinistra e si inizia a risalire la valle sul lato orografico destro, arrivando al pianoro della baita Cornellini, a circa 1.800 m di quota. Si attraversa il torrente su un ponticello di legno e si sale nuovamente per rimontare ora il ripido versante opposto giungendo, infine, agli ampi pascoli del passo di Dordona (2.061 m) e alle sue trincee. Giunti al passo il panorama si apre sulla Val Madre e nelle giornate limpide lo sguardo arriva a toccare il Monte Disgrazia. Scavallando verso la provincia di Sondrio, a 30 minuti è raggiungibile il rifugio Dordona (1.930m).

Per il ritorno si può decidere di ripercorrere il sentiero dell’andata oppure intraprendere un percorso ad anello dal passo di Dordona imboccando il sentiero 203 che a mezzacosta conduce in 1:30 al Lago delle Trote (2.010m). Dal lago in 0:20, sempre proseguendo sul sentiero 203, si raggiunge Montebello (2.085m), arrivo della seggiovia di Foppolo, e dove si trova una baita di proprietà del Ristorante K2 in cui è possibile rifocillarsi. Da Montebello, lungo la strada sterrata, si ritorna in poco meno di un’ora a Foppolo scendendo lungo le piste da sci.

In inverno questo itinerario è percorribile con le ciaspole con le dovute attenzioni relative alla sicurezza della neve.

In Mtb da Foppolo al Lago Moro

In bicicletta andiamo tutti fin da bambini, ma affrontare la montagna sulle due ruote è un’altra cosa, che richiede competenze specifiche, conoscenza dell’ambiente e un’attenzione particolare alla sicurezza. Per questo vi consigliamo di affidarvi a una guida MTB, come quelle dell’associazione Guide MTB Val Brembana, che possa affiancarvi nell’esperienza rendendola certamente anche più divertente.

Informazioni


Punto di partenza: Ristorante K2 Foppolo
Coordinate: N46 02.490 E9 45.583
Quota massima raggiunta: 2.240 m. Lago Moro
Dislivello: 600 m
Lunghezza: 4,00 km
Rifugi o punti d’appoggio: rifugio Montebello Terrazza Salomon

Dal parcheggio del ristorante K2 si aprono diverse possibilità di itinerari per e-mtb. Le strade di servizio degli impianti di sci offrono diverse opportunità anche al biker medio che voglia noleggiare una e-mtb. Il fondo ghiaioso o a volte ripido richiede comunque un minimo di tecnica soprattutto in discesa prima di essere affrontato. Tra le varie possibilità spiccano: il Passo Dordona sino a raggiungere il rifugio Dordona, la Val Carisole e la zona del lago Moro di cui diamo una breve descrizione del percorso.

Alle spalle del ristorante K2 ha inizio la strada di servizio che sale verso la Quarta Baita, il pezzo successivo passando dal Passo della Croce e piegando a sinistra ci porta verso il rifugio Montebello con pendenze anche molto impegnative. Oltrepassiamo l’arrivo della seggiovia e il rifugio in direzione lago Moro con un ultimo tratto a spinta che ci introduce nella conca del lago adagiato tra il Corno Stella e il Passo di Valcervia.

Il ritorno avviene lungo la via di salita.

Con le pelli sul Monte Toro

La salita al Monte Toro è una classica scialpinistica della Val Brembana molto frequentata dagli appassionati delle pelli di foca.

È però sempre bene ricordare che la pratica dello scialpinismo si svolge in un ambiente esposto a pericoli oggettivi e le cui condizioni (della neve o meteo) possono mutare, anche velocemente. È pertanto importante essere preparati consultando i bollettini valanghe e portando con sé attrezzatura adeguata alla pratica, tra cui ARTVA, pala e sonda (obbligatori per legge).

La relazione che segue è adatta a chi è già scialpinista con esperienza fuoripista e che sa interpretare le condizioni della montagna. Non è invece adatta alla prime esperienze.

Informazioni


Punto di partenza: Foppolo, partenza sciovia Monte Toro
Quota massima raggiunta: 2.524 m, vetta Monte Toro
Dislivello: 1200m
Difficoltà: BS
Esposizione: Sud-Ovest in salita; Nord in discesa
Durata: 3h + 1h risalita
Periodo consigliato: dicembre-marzo

Arrivati a Foppolo prendere l'indicazione per il centro del paese e seguire per l'Hotel Des Alpes o Condominio Rocky Mountain, dove è possibile parcheggiare (sono presenti le indicazioni per il Passo di Dordona). La salita inizia dalla partenza dell’impianto dismesso del Toro. Si prosegue verso Nord-Est lungo il percorso dell’ex sciovia fino a quota 1.850 metri per poi deviare a sinistra lungo la stradina che conduce al Passo di Dordona a 2.061m (attenzione in questo tratto: dove è più ripido in condizioni di abbondante neve può essere ghiacciato; mentre se è presente tanta neve fresca sui pendii sopra è soggetto a pericolo valanghe).

Prima di arrivare al passo, piegare a destra entrando in una conca e superare a sinistra un ripido pendio con esposizione Sud-Ovest. Si continua su terreno meno ripido fino alla selletta quotata 2.375m, lungo la cresta ovest del Monte Toro. Con una breve discesa (attenzione perché esposta e ripida) si traversa sul versante opposto e dopo aver affrontato gli ultimi ripidi pendii si arriva in vetta.

Discesa nel Vallone del Pioder: scendere a Nord-Ovest l’ampio vallone superando alcuni tratti più ripidi (attenzione a eventuali salti rocciosi). Piegando leggermente a sinistra e per un ultimo ripido canale con rado bosco si arriva alla Casera di Valbona (1.904m). Traversare a mezzacosta fino a Baita Spiaz e risalire al Passo di Dordona, dove si riprende l'itinerario di salita.

Discesa in Val Cervia (variante per sciatori esperti): dalla cima scendere direttamente per il ripido pendio Nord-Est (200 metri a max 40°), in alternativa per evitare questo tratto molto ripido rifare la cresta del Toro scendendo per circa 150 metri di dislivello lungo l'itinerario di salita mantenendo poi la destra fino a una sorta di crestina che va a far prendere la Val Cervia.

Proseguire lungo i pendii della Val Cervia fino a circa quota 2.100 metri dove, piegando progressivamente verso destra, si arriva sotto al Passo di Valcervia. Risalire al Passo. Poco a destra della cima limitrofa scendere un ripido pendio esposto a Nord-Ovest e continuare più a sinistra fino al Lago delle Trote (2.109m). Con un traverso a sinistra si riprende la pista Montebello di Foppolo che porta al parcheggio degli impianti.