Alta Val Brembana e Foppolo.
Tanti modi per vivere la montagna
Siamo stati a Foppolo per scoprire le attività outdoor che consentono di immergersi nelle sue montagne in tutte le stagioni. Ad accompagnarci in questo viaggio tra natura, storia e tradizione, anche culinaria, i colleghi del Cucchiaio d’Argento
La Val Brembana e Foppolo
La Valle Brembana, a nord di Bergamo, si estende per circa 60 chilometri seguendo il corso del fiume Brembo che nasce ai piedi del Pizzo del Diavolo (2.914m).
Nonostante l’antropizzazione, la Val Brembana è ricca di natura e presenta una variegata offerta per il turista alla ricerca di esperienze all’aria aperta non lontano dalla città. È un territorio meno conosciuto e frequentato rispetto a più note località montane lombarde e alpine, ma proprio per questo da vivere andando alla scoperta delle sue montagne, dei borghi, tradizioni, storia e della cultura enogastronomica.
La ricette della Val Brembana da scoprire sul Cucchiaio d'Argento
Con i colleghi del Cucchiaio d’Argento siamo andati a Foppolo a cucinare al Ristorante K2, punto di riferimento per chi dopo una bella gita in montagna o sugli sci desidera recuperare le energie assaporando i gustosi piatti cucinati con passione da 60 anni da Nonna Sandra, che all'età di 91 anni è ancora oggi il cuore della cucina.
È proprio lei che ci ha svelato tre delle sue ricette, che potete trovare su cucchiaio.it
Dal boom dello sci di pista alla ricerca di un nuovo turismo
È nel secondo dopoguerra che Foppolo conosce il boom del turismo invernale, grazie anche alla vicinanza con Milano da dove partivano i pullman degli sci club da Piazzale Cadorna. Uno sviluppo che ha avuto importanti ricadute sul piccolo paese bergamasco: se da un lato l’industria della neve ha generato ricchezza sul territorio, frenando il fenomeno dello spopolamento che altri paesi della valle, più vocati al pascolo e all’agricoltura, hanno subito; di contro la necessità di rispondere all’incremento dei flussi turistici, soprattutto degli Anni 70 e 80, ha portato Foppolo a uno sviluppo urbano poco attento all’identità montana affiancando al centro storico un qualche eccesso di cemento e qualche condominio di troppo.
I problemi e i cambiamenti però sono anche opportunità e lo sono stati anche per l’alta Val Brembana che, senza abbandonare il proprio cuore invernale, ha avviato un processo di destagionalizzazione turistica rispondendo alle esigenze sia degli amanti dell’outdoor, attraverso l’escursionismo e la mountain bike, ma anche di coloro che cercano relax da trovare nelle malghe, in una buona fetta di formaggio Branzi o nelle terme liberty di San Pellegrino dove rilassarsi dalle fatiche della montagna tra affreschi, colonnati e saloni tornati al loro originario splendore dopo i recenti restauri.
A questo ha certamente contribuito la rete degli appassionati legati alle molte sezioni locali e lombarde del Club Alpino e di molte associazioni del territorio.
La MTB come opportunità di destagionalizzazione
C’è una possibilità di sviluppo turistico grazie alla destagionalizzazione veramente importante per le realtà alpine come queste, che possono avere grossi riscontri economici. È però necessario che i progetti siano strutturati bene.
Un modo diverso di vivere la neve
È alla fine degli Anni 90, con l’evoluzione degli sci leggeri che hanno aperto il mondo agonistico allo scialpinismo, che Foppolo con le sue piste lunghe, i numerosi servizi e l’offerta di ristoranti è diventata meta previlegiata e sempre più frequentata da chi vive le pelli come allenamento. Sono coloro che hanno bisogno di fare grandi dislivelli per prepararsi alle gare o che praticano altri sport in estate, come la bike o la corsa, e si vogliono mantenere in forma inverno in un ambiente che non presenta i rischi del fuoripista. “Noi chiamiamo questa attività di salire con le pelli lungo le piste scialpistismo. È molto faticoso, il dislivello della pista non perdona e la prestazione sportiva è anche superiore. L’ho fatto anche io per anni per prepararmi durante i periodi delle competizioni e lo faccio ancora quando il pericolo fuoripista è molto elevato” ci dice Miki. Un mondo nel quale negli anni recenti è rientrato anche il fenomeno dello “ski fintess”, il cui obiettivo della salita (solitamente breve e con meta un rifugio) è solo fare movimento. Un target questo più turistico. “Foppolo è questo, ma non solo: gli scialpinisti ‘alpinisti’ sono rimasti” rassicura Oprandi.
Foppolo è la porta d’accesso di belle cime scialpinistiche, come il Monte Toro (2.524m) e il Corno Stella (2.620m), e consente di scollinare in valli stupende come la Val Madre, la Val Cervia e andare dove si vuole.
Tre itinerari per scoprire le montagne di Foppolo
Inoltre, dalle montagne di Foppolo passa il Sentiero delle Orobie Occidentali con la tappa al rifugio Dordona e il Sentiero Italia con la tappa n. D18S (Direttrice meridionale delle Orobie e della Valcamonica).
A piedi alle trincee del Passo di Dordona
Fortunatamente la Frontiera Nord non fu mai interessata dalla guerra, ma le strutture, principalmente trincee, postazioni in caverna e casermette sono rimaste e sono ancora oggi visibili.
Da Foppolo si possono raggiungere quelle situate al Passo di Dordona (2.067m), che vi consigliamo perché sono le più estese e le meglio conservate della dorsale orobica. Al Passo, dove furono costruiti dei baraccamenti militari, sono osservabili una doppia linea di trincee e una lunga galleria con postazioni di artiglieria. Altre postazioni sono presenti in Alta Val Brembana sul Passo Tartano, sul Passo Lemme, al Passo di Verrobbio e al Passo Publino, dove fino a pochi anni fa sorgevano i ruderi di un fortino recentemente trasformato in un piccolo rifugio.
È alle trincee del passo Dordona che ci siamo diretti dopo aver gustato i piatti della tradizione bergamasca del Ristorante K2. Lungo il sentiero ci ha accompagnato Davide Bazzi, che passo dopo passo ci ha raccontato la natura che ci circondava e la ricca storia dei luoghi che ci ha fatto scoprire.
Informazioni
Difficoltà: E
Dislivello: 410 D+
Tempo andata: 01:15 h
Per il ritorno si può decidere di ripercorrere il sentiero dell’andata oppure intraprendere un percorso ad anello dal passo di Dordona imboccando il sentiero 203 che a mezzacosta conduce in 1:30 al Lago delle Trote (2.010m). Dal lago in 0:20, sempre proseguendo sul sentiero 203, si raggiunge Montebello (2.085m), arrivo della seggiovia di Foppolo, e dove si trova una baita di proprietà del Ristorante K2 in cui è possibile rifocillarsi. Da Montebello, lungo la strada sterrata, si ritorna in poco meno di un’ora a Foppolo scendendo lungo le piste da sci.
In inverno questo itinerario è percorribile con le ciaspole con le dovute attenzioni relative alla sicurezza della neve.
In Mtb da Foppolo al Lago Moro
Informazioni
Punto di partenza: Ristorante K2 Foppolo
Coordinate: N46 02.490 E9 45.583
Quota massima raggiunta: 2.240 m. Lago Moro
Dislivello: 600 m
Lunghezza: 4,00 km
Rifugi o punti d’appoggio: rifugio Montebello Terrazza Salomon
Alle spalle del ristorante K2 ha inizio la strada di servizio che sale verso la Quarta Baita, il pezzo successivo passando dal Passo della Croce e piegando a sinistra ci porta verso il rifugio Montebello con pendenze anche molto impegnative. Oltrepassiamo l’arrivo della seggiovia e il rifugio in direzione lago Moro con un ultimo tratto a spinta che ci introduce nella conca del lago adagiato tra il Corno Stella e il Passo di Valcervia.
Il ritorno avviene lungo la via di salita.
Con le pelli sul Monte Toro
È però sempre bene ricordare che la pratica dello scialpinismo si svolge in un ambiente esposto a pericoli oggettivi e le cui condizioni (della neve o meteo) possono mutare, anche velocemente. È pertanto importante essere preparati consultando i bollettini valanghe e portando con sé attrezzatura adeguata alla pratica, tra cui ARTVA, pala e sonda (obbligatori per legge).
La relazione che segue è adatta a chi è già scialpinista con esperienza fuoripista e che sa interpretare le condizioni della montagna. Non è invece adatta alla prime esperienze.
Informazioni
Punto di partenza: Foppolo, partenza sciovia Monte Toro
Quota massima raggiunta: 2.524 m, vetta Monte Toro
Dislivello: 1200m
Difficoltà: BS
Esposizione: Sud-Ovest in salita; Nord in discesa
Durata: 3h + 1h risalita
Periodo consigliato: dicembre-marzo
Prima di arrivare al passo, piegare a destra entrando in una conca e superare a sinistra un ripido pendio con esposizione Sud-Ovest. Si continua su terreno meno ripido fino alla selletta quotata 2.375m, lungo la cresta ovest del Monte Toro. Con una breve discesa (attenzione perché esposta e ripida) si traversa sul versante opposto e dopo aver affrontato gli ultimi ripidi pendii si arriva in vetta.
Discesa nel Vallone del Pioder: scendere a Nord-Ovest l’ampio vallone superando alcuni tratti più ripidi (attenzione a eventuali salti rocciosi). Piegando leggermente a sinistra e per un ultimo ripido canale con rado bosco si arriva alla Casera di Valbona (1.904m). Traversare a mezzacosta fino a Baita Spiaz e risalire al Passo di Dordona, dove si riprende l'itinerario di salita.
Discesa in Val Cervia (variante per sciatori esperti): dalla cima scendere direttamente per il ripido pendio Nord-Est (200 metri a max 40°), in alternativa per evitare questo tratto molto ripido rifare la cresta del Toro scendendo per circa 150 metri di dislivello lungo l'itinerario di salita mantenendo poi la destra fino a una sorta di crestina che va a far prendere la Val Cervia.
Proseguire lungo i pendii della Val Cervia fino a circa quota 2.100 metri dove, piegando progressivamente verso destra, si arriva sotto al Passo di Valcervia. Risalire al Passo. Poco a destra della cima limitrofa scendere un ripido pendio esposto a Nord-Ovest e continuare più a sinistra fino al Lago delle Trote (2.109m). Con un traverso a sinistra si riprende la pista Montebello di Foppolo che porta al parcheggio degli impianti.