Pizzo Badile

La soglia del paradiso

L’inconfondibile pala di granito del Pizzo Badile (3308 m), che insieme al Disgrazia (3678 m), rappresenta la vetta più celebre dell’area, domina il paese di Soglio (1088 m), all’imbocco dell’elvetica Val Bregaglia. La posizione soleggiata e la dolcezza del paesaggio hanno ispirato intellettuali e artisti come il poeta Rainer Maria Rilke e il pittore Giovanni Segantini, il quale amava definire Soglio «la soglia del paradiso».

Un giro per il Paese

L’abitato si sviluppa intorno a una rete di stradine tortuose dove si alternano semplici case contadine in pietra e sontuosi edifici, il più famoso dei quali è Palazzo Salis o Casa Battista. Fatta edificare nel 1630 dal cavalier Battista di Salis (esponente della potente famiglia di origine lombarda) e ampliata all’inizio del Settecento, la grandiosa costruzione in centro al paese è da oltre un secolo adibita ad albergo e, al suo interno, sono conservati alcuni pezzi dell’arredamento originale. Le luci dell’alba danno risalto alle forme della cattedrale di roccia che segna il confine tra Italia e Svizzera. La storia alpinistica di questa regione inizia il 28 agosto 1862, quando gli inglesi Leslie Stephen ed Edward Shirley Kennedy con Melchior Anderegg raggiungono la vetta del Disgrazia (3678 m). La prima salita italiana documentata è invece quella del Pizzo Torrone Occidentale (3349 m) ad opera della guida bergamasca Antonio Baroni insieme al suo cliente Francesco Lurani.

Pizzo Badile escursioni

La celebre Val di Mello

La grande notorietà di queste valli, però, e in particolare quella della Val di Mello, è legata al sassismo, il celebre fenomeno, iniziato a metà degli anni Settanta, che ha rivoluzionato il modo di arrampicare di una generazione, sovvertendo quelli che erano, fino ad allora, i valori tradizionali dell’alpinismo: la cima, la fatica, il pericolo. La vera meta, con il sassismo, non era più la vetta, ma la via per raggiungerla.

Pizzo Badile: l’oggetto del desiderio degli alpinisti

Nel cuore delle Alpi Retiche (le Alpes Ræticæ, il cui nome deriva dalla grande provincia augustea che comprendeva il centro settentrionale delle Alpi, la Rætia), il Pizzo Badile ha da sempre rappresentato l’oggetto del desiderio degli alpinisti di tutto il mondo. Complice di tanta fama, la roccia con la quale è costituito: il granito o più precisamente il “serizzo ghiandone”, che si differenzia dal granito puro per la presenza di grossi minerali bianchi (feldspati). La dimensione di questi minerali ci dice che durante le fasi di raffreddamento del magma – la materia prima da cui nasce il granito – i minerali in questione hanno avuto più tempo per aggregarsi. Dunque, è una decelerazione della fase di raffreddamento che dà origine ai graniti più ricchi di feldspati. Si può parlare di granito quando la percentuale di quarzo che lo compone oscilla tra 20 e il 60%.

Pizzo Badile: trekking ed escursioni

Cima d'Arcanzo

Partenza e arrivo: Alpe di Sasso Bisolo (circa 1500 m)

Dislivello in salita: 1215 m

Dislivello in discesa: 1215 m

Durata: 7/8 h

Difficoltà: EE (escursionisti esperti)

All’uscita dell’abitato di Filorera si segue la carrozzabile (in alcuni tratti in cattive condizioni) per Preda Rossa. Dopo circa 8 km, superata la piana dell’Alpe di Sasso Bisolo (rifugio Scotti) si parcheggia l’auto nei pressi di un canale e si segue a sinistra la traccia di sentiero per l’Alpe Stelè. Da qui il sentiero prosegue in obliquo a sinistra (ovest) fino a raggiungere i ruderi dell’Alpe Basè, superati i quali scompare in costa tra ripidi prati cosparsi di ghiaie e blocchi sparsi. Si prosegue, sempre nella stessa direzione, fino all’imbocco di un canalone sassoso. Si risale il canale detritico fino alla sua biforcazione. Si segue la traccia di destra fino a raggiungere scoscesi declivi erbosi, che si risalgono fino alla cresta aerea e panoramica che conduce in vetta. La discesa avviene per lo stesso itinerario.

Pizzo Vicima

Partenza e arrivo: parcheggio della Val di Mello (circa 1050 m)

Dislivello in salita: 1800 m

Dislivello in discesa: 1800 m

Durata: 7/8 h

Difficoltà: EE (escursionisti esperti)

Dal parcheggio si prosegue lungo il sentiero della Val di Mello fino a Cascina Piana. Poco dopo questa località, si traversa su un ponte il torrente di fondovalle e si prende a sinistra il sentiero che ne percorre la sponda opposta. Circa 20 metri prima (alcune targhette blu del Sentiero Life) di un altro ponticello iniziano, a destra, ben visibili, i segnavia bianco-rossi che indicano il sentiero che risale la Val Romilla. Raggiunta la baita ristrutturata dell’Alpe Romilla Inferiore (1613 m), si prosegue (avendo l’accortezza di evitare la traccia a destra per la Val Temola) fino alla selletta che conduce alla radura dell’Alpe Romilla Superiore. Da qui in poi il sentiero non esiste più: si sale seguendo la segnaletica all’evidente intaglio del Passo Basset (2546 m). A questo punto si percorre la frastagliata cresta sudovest e appoggiando sulle facili cenge erbose del versante Preda Rossa si guadagna la vetta. La discesa avviene per lo stesso itinerario.

Cima del Cavalcorto

Partenza e arrivo: Bagni di Masino (1172 m)

Dislivello in salita: 1600 m

Dislivello in discesa: 1600 m

Durata: 6/7 h

Difficoltà: EE (escursionisti esperti )

Da Bagni di Masino si segue il sentiero per il rifugio Gianetti. Superati gli enormi massi delle “Termopili” si raggiunge in circa un’ora il il torrente che scende dalla Val Scione (vecchi paletti metallici sulla sponda) e, abbandonato il sentiero, si sale senza traccia, tenendosi sulla destra del corso d’acqua, su placche appoggiate e pendii cespugliosi. A questo punto, sotto una bastionata, s’incrocia una traccia che si segue, a sinistra, fino a uscire sui prati del “circo” di Scione, presso i ruderi di un’antica casera. Si prosegue sui pendii sovrastanti lungo un’esile traccia che traversa diagonalmente fino al Pulpito di Scione. Ora si prosegue ancora diagonalmente in direzione di un grosso masso al centro della valle, da dove si risale a destra una rampa erbosa con evidente sentierino, fino a portarsi nella valletta attigua. La si risale, superando il salto di una cascata, e si torna a destra in prossimità di un intaglio che si affaccia sull’abitato di San Martino. Raggiunta la cresta spartiacque con la Valle del Ferro si prosegue fino alla cima. La discesa avviene per lo stesso itinerario.

Traversata del Monte Spluga

Partenza: Poira (1100 m)

Arrivo: Motta (470 m) (Verceia)

Dislivello in salita: 1750 m

Dislivello in discesa: 2400 m

Durata: 9/10 h

Difficoltà: EE (escursionisti esperti)

Da Poira (1100 m) si segue la strada sterrata che porta alla borgata Ledin, dove inizia il sentiero segnalato n° 22, che attraverso una splendida foresta raggiunge Peccio (1613 m) e una malga con fontana. Si prosegue a destra risalendo la Val Toate fino alla baita Colino (tetto in lamiera), da dove si abbandona il sentiero che continua verso destra, in direzione dei Laghi di Spluga, e si prosegue invece direttamente nel vallone soprastante, tenendosi a destra della cresta indicata da due enormi ometti (il secondo a forma di totem e già visibile da Peccio). Superato un enorme blocco ci si tiene a sinistra, sul crestone che si appiattisce e dopo una pozza d’acqua si tocca il Passo del Colino (2630 m). A questo punto bisogna divallare un po’ sul versante pietroso opposto della Valle dei Ratti, e si attraversa a destra sotto la cresta di Monte Spluga. Da qui, per facili roccette si raggiunge la vetta. Si scende, su terreno facile, direttamente nel vallone sottostante il Passo del Colino, fino al bivacco Primalpia (1980 m), dove s’incontra il sentiero segnalato che scende in Valle dei Ratti fino a Verceia.