Monte Argentera

Il Monte Bianco delle Marittime

Il Monte Argentera rappresenta la massima elevazione delle Alpi Marittime dalla struttura morfologicamente complessa. È composto da una serie di vette, delle quali la cima Sud ha un'elevazione massima di 3297 m.

Il Monte Gelato

Posto sullo spartiacque principale fra Italia e Francia, il Monte Gelas (3143 m) costituisce la principale elevazione delle Alpi Marittime francesi. Il “Monte Gelato”, questo il significato del toponimo, è una delle mete più ambite della regione per via dell’eccezionale giro d’orizzonte che si può godere dalla cima: dal mare della Costa Azzurra lo sguardo si posa sui contigui massicci delle Marittime, per spingersi fino ai più lontani profili delle Alpi Cozie, Graie e Pennine. Dal Monte Aiera (2713 m) si individuano le sue due cime principali, separate nettamente da una forcella a quota 3090 metri: quella Nord, la più alta, è divisa tra Francia e Italia, e quella Sud (3138 m) si trova interamente in territorio francese. Sui versanti settentrionali permane una consistente coltre glaciale, tale da aver fatto guadagnare alla montagna il titolo di “Monte Bianco delle Marittime”.

Monte Argentera

Corno Stella: la rocca inaccessibile

Rimasto pressoché inosservato per quasi tutto l’Ottocento, il Corno Stella (3050 m) è il picco roccioso più celebre e ambito delle Marittime. Situato su un contrafforte della Serra dell’Argentera, ha la forma di un enorme parallelepipedo con due affilati spigoli verticali e due pareti rocciose compatte e continue: quella nordest rivolta verso il canalone di Lourousa e quella sudovest verso il Vallone dell’Argentera e il rifugio Bozano (2453 m). La sua fama di “rocca inaccessibile” venne smantellata nel 1903 dal cavalier Victor de Cessole e le guide Jean Plent e Andrea Ghigo che, con un arditissimo percorso sulla parete sudovest, realizzarono un vero e proprio capolavoro alpinistico. Oggi il compatto gneiss della parete sudest è solcato da un fitto intrico di vie che offrono diverse possibilità di salita. È invece rimasto immutato il selvaggio senso di isolamento che si prova sullo stretto piano inclinato che nell’ultimo tratto conduce alla croce posta in vetta.

La Serra dell’Argentera: l’elevazione maggiore delle Marittime

Discosta dallo spartiacque principale della catena alpina, la Serra dell’Argentera si erge su una dorsale secondaria della Val Gesso e costituisce l’elevazione maggiore delle Marittime. Questo poderoso complesso di rocce metamorfiche culmina in un’affilata cresta che si distende ininterrottamente per quasi un chilometro da sud a nord. Il nome “serra” sottolinea la morfologia simile a una muraglia. Quattro sono le maggiori cime: la Cima Sud (3297 m), la Cima Nord (3286 m), il Gelas di Lourousa (3261 m) e il Monte Stella (3262 m).

Il primo uomo a raggiungere la Sud, la più elevata, fu l’alpinista americano William Augustus Brevoort Coolidge, accompagnato dalle formidabili guide svizzere Christian Almer e figlio. I tre anticiparono con un’impresa eccezionale i moderni exploit di velocità e raggiunsero in una sola epica giornata tutte e quattro le cime, percorrendo il vertiginoso canale ghiacciato di Lourousa.

Monte Argentera

I Profili delle Cozie Meridionali

Il territorio presentato in questa monografia si trova a ridosso del confine con la Francia e fa parte di quell’area linguistico culturale che va sotto il nome di Occitania. Estesa su una superficie di quasi 200mila chilometri quadrati, l’Occitania è abitata da circa 15 milioni di persone, di cui 14 milioni in Francia, 190mila in Italia (tra le province di Imperia, Cuneo e Torino, con una piccola comunità a Guardia Piemontese, in Calabria), e poco più di 9mila nella spagnola Val d’Aran. Oltre che dalla lingua d’Oc, lingua “intercomprensiva” tra le diverse regioni, la cultura occitana è caratterizzata da un ricco repertorio musicale. La musica rappresenta oggi il veicolo principale di questa cultura transfrontaliera.

La Valle Stura di Demonte – che in una sessantina di chilometri collega Borgo San Dalmazzo con il Colle della Maddalena (1996 m), superato il quale si entra nella francese Vallée de l’Ubaye – è la più meridionale delle valli occitane presentate in questo numero e separa le Alpi Marittime dalle Cozie. Uno dei principali motivi di interesse di questa valle è il Forte albertino di Vinadio, situato a metà strada tra la pianura e il confine di stato. Fatto costruire da re Carlo Alberto tra il 1834 e il 1847, oggi è sede del museo interattivo Montagna in movimento, allestito da Studio Azzurro.

Il complesso roccioso Castello-Provenzale

Da Demonte, seguendo il Vallone dell’Arma, si può raggiungere la testata della Valle Grana da dove si può proseguire verso la Valle Maira e arrivare a Sampeyre, in Valle Varaita. Il complesso roccioso chiamato Castello- Provenzale, nel Sottogruppo della Marchisa, s’innalza tra il Vallone Greguri e la Valle del Maurin, in un’area ricca di pascoli a monte dell’abitato di Chiappera. Lo contraddistinguono una particolare solidità della roccia (quarzite), la verticalità e la modesta quota. È formato da un insieme di guglie dall’aspetto dolomitico: Rocca Castello (2452 m), Torre Castello (2448 m), Rocca Provenzale (2402) e Punta Figari (2345 m). La prima ascensione alla vetta principale fu opera del torinese Vittorio Sigismondi, che la salì in solitaria nel 1908 superando difficoltà di terzo grado. Queste pareti sono però assurte alle cronache alpinistiche a partire dagli anni Trenta. Il lato ovest, meno frequentato, offre magnifiche scalate classiche.

Oltre alla variabile del clima, uno dei maggiori fattori che determinano la presenza di un bosco, a quote non eccessivamente elevate, è il grado di antropizzazione dell’area. Ne è un esempio il giovane bosco cresciuto negli ultimi decenni sulle pendici del Monte San Bernardo, sopra Villar San Costanzo, in una zona anticamente coltivata a vite e orti: abbandonata l’area a se stessa, le piante ad alto fusto hanno preso il sopravvento. Mano a mano che si sale di quota il discorso cambia, e le foreste sono il risultato di un’evoluzione prettamente naturale dettata dall’esposizione, dal tipo di terreno, dal clima. Nelle Alpi Occitane uno dei boschi più antichi è la grande cembreta (820 ettari) dell’Alevè, in Valle Varaita, la più estesa foresta di pini cembri in purezza d’Italia, dichiarata sito d’importanza comunitaria dall’Unione Europea.

Monte Argentera: trekking ed escursioni

Monte Oserot

Partenza: Bersezio (1624 m)

Arrivo: Monte Oserot (2861 m)

Dislivello: 1237 m

Durata: 3 h e 45 min/4 h e 15 min solo salita

Difficoltà: E/EE (escursionistico/escursionisti esperti)

Da Bersezio si prende via Oserot, poi si prosegue su sentiero seguendo le indicazioni per la Bassa di Terra Rossa e il Colle Oserot. Incontrata una carrareccia la si segue verso destra fino a quota 1765, dove s’imbocca a destra un sentiero che s’innalza nel bosco con ripidi tornanti, poi si allunga verso oriente con belle vedute sull’abitato di Bersezio e sulle vette soprastanti. Il sentiero passa sotto caratteristici spuntoni calcarei e poi sale alla Bassa di Terra Rossa (2426 m, 2 h e 15 min da Bersezio). Qui la vista si apre sulla Fonda Oserot, sovrastata dal Monte Servagno. Piegando a sinistra, si segue la vecchia carrareccia militare che taglia quasi orizzontalmente il lato destro idrografico della Fonda Oserot, offrendo una bella veduta sul lago omonimo. Dopo circa due chilometri si giunge sotto il versante sudest del Monte Oserot: a quota 2525 di fronte alla dolomitica parete della Rocca Brancia, si abbandona la vecchia carrareccia per prendere a sinistra una traccia segnalata con strisce rosse, che s’inerpica sul ripido fianco del Monte Oserot. Per rocce rotte si raggiunge la cresta sommitale, che si rimonta aggirando alcuni spuntoni sul versante sud, fino alla croce di vetta. Il ritorno si effettua lungo lo stesso percorso.

Monte Sautron

Partenza: Chiappera (1614 m)

Arrivo: Monte Sautron (3166 m)

Dislivello: 1480 m

Durata: 4 h e 30 min/5 h e 15 min solo salita

Difficoltà: EE (escursionisti esperti)

Da Chiappera si superano il rifugio e il campeggio Campo Base e si prosegue su strada sterrata fino a uno spiazzo a quota 1686, sotto le spettacolari Cascate di Stroppia (asciutte in piena estate). Lasciata l’automobile si sale lungo il Sentiero Icardi, che porta al rifugio Stroppia (2269 m; 1 h e 45 min) su una cengia sopra le cascate. Continuando a salire si guadagna il Passo dell’Asino (2309 m) che immette nel Vallonasso di Stroppia. Si passa accanto al Lago Niera (asciutto d’estate), poi si rimonta per un breve tratto l’ampio vallone dominato dall’imponente bastionata del Brec de Chambeyron. Poco più avanti, a quota 2344, s’incontra un bivio dove si abbandona il Sentiero Icardi, per prendere a sinistra la diramazione diretta al Colle della Portiola. Si sale in un solco laterale, chiuso a meridione dal piramidale Monte Sautron. Superato un ripiano, il sentiero s’innalza a destra sul fianco di una valletta e, lasciando a sinistra un’ampia conca, giunge a una sella. Si continua verso ovest in comune con il Sentiero Cavallero (segnalato con strisce rosso-azzurre), fino a un ripiano a quota 2670 circa, ai piedi della lunga cresta nord del Monte Sautron. Abbandonato il Sentiero Cavallero, s’imbocca il sinuoso valloncello a destra della cresta del Sautron. Seguendo una traccia segnalata con ometti, si rimonta il detritico fianco nordovest del Monte Sautron, poi per la cresta nord si guadagna la panoramica vetta.

Argentera
Monte Argentera
Argentera
Escursione Argentera
Argentera
Argentera
Monte Argentera

Laghi delle Portette, del Claus e di Valscura


Partenza
: Terme di Valdieri (1368 m)

Arrivo: Lago Inferiore di Valscura (2274 m)

Dislivello: 1100 m circa

Durata: 4h/4 h e 30 min.

Difficoltà: E (escursionistico)

Da Terme di Valdieri si segue la sterrata che rimonta il Vallone del Valasco fino all’omonimo pianoro erboso, al cui centro sorge l’ex Casa reale di caccia (1763 m). Proseguendo sulla strada si sale al piano superiore a quota 1814 m. Si lascia a sinistra un ponte rotto e si segue il sentiero lungo il torrente, fino a ritrovare la vecchia strada militare, che sale fra i larici con vari tornanti. A quota 1996 s’imbocca a sinistra un sentiero che s’inerpica fra balze rocciose. Più in alto, a quota 2300 circa, s’incontra la bella carrareccia lastricata che collega i laghi di Fremamorta con quelli di Valscura. La si attraversa e si continua a salire fino al rifugio Questa (2388 m), posto sulla sponda settentrionale del Lago delle Portette. Dal rifugio si scende brevemente per il sentiero d’accesso, poi si prende a sinistra la diramazione che conduce al Lago del Claus (2344 m). Da qui si prosegue su carrareccia lastricata fino al Lago Inferiore di Valscura (2274 m). Senza ritornare al Rifugio Questa, si può scendere direttamente per la vecchia strada militare che riporta al Pian del Valasco.

Laghi della Sella

Partenza: Sant’Anna di Valdieri (978 m)

Arrivo: Lago Soprano della Sella (2329 m)

Dislivello: 1351 m

Durata: 4 h/4 h e 30 min

Difficoltà: escursionistica

Quasi in cima all’abitato di Sant’Anna di Valdieri, si prende la stradina asfaltata che passa accanto al rifugio-albergo Balma Meris. Si continua su una mulattiera che s’innalza nel bosco, entrando nel Vallone della Meris. Superando gli ampi ripiani erbosi del Gias del Prato (1529 m) e delle ex Case reali del Chiot (1700 m), si sale al Lago Sottano della Sella (1882 m).
Subito prima del lago, si stacca a sinistra la diramazione che conduce in breve al rifugio Dante Livio Bianco (1910 m; 2 h e 30 minuti da Sant’Anna).
Dal Lago Sottano, la mulattiera principale sale con ampi tornanti sul lato sinistro idrografico del vallone. Superato un ripiano erboso, si riprende a salire fra massi e rocce levigate, fino sotto a una barra rocciosa dove s’incontra un bivio. Si gira a destra e si sale in breve al Lago Soprano della Sella.