Alpinismo

Special video edition: Chris Sharma

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SAN FRANCISCO, Usa — Quando citi il suo nome, gli occhi degli appassionati d’arrampicata e boulder s’illuminano. Montagna.tv vi regala un’edizione speciale, comprensiva di video, dedicata a una "leggenda" delle rocce: il californiano Chris Sharma.

La stampa lo ha soprannominato "Monkey boy (il ragazzo scimmia)" per la straordinaria capacità di arrampicare e superare qualunque ostacolo. In effetti, Chris Sharma è un talento naturale più unico che raro: la leggerezza e la facilità dei suoi movimenti hanno poco di umano e molto del prodigioso. 
 
Cresciuto a Santa Cruz, in California, "Monkey boy" iniziò ad arrampicare all’età di 12 anni. Ma subito mostrò un talento naturale fuori dal comune. Tanto che a 14 anni, l’enfant prodige americano vinse i campionati nazionali d’arrampicata. Un anno più tardi il suo primo, strepitoso acuto: la sua prima via d’arrampicata di grado 5.14c (Necessary Evil). Poi, a soli 15 anni, le ascese su tutte le più difficili pareti d’America e il secondo posto nella Coppa del mondo di arrampicata.
 
Ma sarà nel 2001 che Sharma compirà il suo grande capolavoro, portando a termine quella che allora era considerata la via d’arrampicata più difficile al mondo: Realization, a Ceuse,in Francia. Conosciuta anche come "Biographie" – il nome che le diede il compianto Jean Cristophe Lafaille nel suo tentativo del 1989 -, la via ha una difficoltà valutata 5.15a/9a+.
 
Con quella strepitosa arrampicata Sharma divenne famoso in tutto il mondo. Le imprese si moltiplicarono. Il boulder su Mandala, a Bishop, California. Witness the fitness in Arkansas. L’ascesa sulla via d’arrampicata La Rambla, in Spagna. E poi decine di manifestazioni internazionali di boulder e arrampicata.
 
Su di lui si accesero i riflettori della stampa. Si spesero centinaia di articoli, mentre le case produttrici di video se lo contesero, senza mai però scalfire la sua filosofia di vita.  Sì, perchè Chris Sharma è un personaggio a tutto tondo: autore di grandi imprese ma capace di un lato spirituale quasi new age, indissolubilmente legato alla natura. Non a caso il californiano è spesso uso a tenciche di meditazione prima di tentare vie particolarmente difficili.
 
Il suo stile d’arrampicata è dinamico e acrobatico. Una capacità clamorosa di unire forza fisica e leggerezza, creatività tecnica e precisione dei movimenti. Questo gli ha permesso di allargare la sua sfera d’interessi anche al boulder, diventando, in poco tempo, un asso della disciplina.
  
Ma Sharma ha voluto andare anche oltre. Cimentandosi nel deep-water soloing, ovvero l’arrampicata libera sulle scogliere, avendo come unico "materasso" di sicurezza l’acqua sottostante. Questa disciplina, difficile quanto affascinante, combina elementi di stili diversi: l’altezza delle grandi pareti, la solitaria, l’arrampicata libera senza corde o ancoraggi. "Ci sono tutti gli elementi della natura", ha spiegato Sharma in una recente intervista. "C’è la roccia. C’è l’aria quando cadi di sotto, c’è l’aqua che ti salva, e c’è il fuoco che senti dentro".
 
E così, nel settembre del 2006 Sharma compirà un altro capolavoro destinato a rimanere nella storia dell’arrampicata. Stavolta il problema scelto è un deep-water soloing sull’arco naturale dell’isola di Es Pontas, al largo di Maiorca, in Spagna. Si tratta di una colossale arcata di roccia che emerge dal mare. Così difficile che, per portare a termine l’impresa, Sharma impiegò qualcosa come 50 tentativi. Alla fine però ci riuscì e chiamò la via con il nome dell’isola. 
 
Ora, fuoco alle polveri e gustatevi le straordinarie gesta del californiano in questi video.
 

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