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Poli, sciolte milioni di tonnellate

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NUUK, Groenlandia — Dal 2003 ad oggi si sono sciolti 2000 milioni di tonnellate di ghiaccio. Le compromesse condizioni delle aree ghiacciate del pianeta sono stata fotografata e monitorate dai satelliti della Nasa, che rilevano un aumento di mezzo centimetro del livello dei mari del pianeta in soli 5 anni. La situazione più critica è quella della Groenlandia.

Duemila milioni di tonnellate di ghiaccio sciolto in 5 anni: un dato che da solo basta a rendere l’idea della criticità della salute del nostro pianeta. Certo non è una novità che il riscaldamento globale e le relative problematiche ambientali siano una questione della massima importanza, ma queste nuove cifre portano una conferma eclatante delle dimensioni del problema.
 
A fornirla sono gli scienziati della Nasa che dal 2003 ad oggi hanno monitorato attraverso i satelliti i ghiacci perenni (o che dovrebbero essere tali), di Groenlandia, Antartide e Alaska. Giovedì gli studiosi presenteranno i risultati delle nuove ricerche a San francisco, in occasione della conferenza dei geofisici americani.
 
Se in Alaska le abbondanti nevicate invernali attenuerebbero i problemi del riscaldamento, portando anzi i ghiacci a un lieve aumento, in Antartide e Groenlandia la situazione sarebbe ben peggiore. In quest’ultima area si sarebbero trovati più della metà dei ghiacci terresti scioltisi negli ultimi 5 anni.
 
Secondo il geofisico Jay Zwally i ghiacci sciolti in Groenlandia fanno aumentare il livello dei mari di circa mezzo millimetro all’anno. Dal 2003 quindi il livello dei mari è salito di circa mezzo centimetro.
 
Altri due studi dimostrano inoltre che tra le cause del disgelo in Alaska e Siberia c’è il rilascio nell’atmosfera di metano, il secondo gas serra più potente.
 
Igor Semiletov, professore dell’Università dell’Alaska, stima infatti che rispetto all’inizio degli anni ’90 il livello di metano che arriva in superficie nel mare della Siberia orientale e nell’oceano Artico, sia dieci volte più alto. La quantità di metano che rischia di essere rilasciato dal fondo dei mari e dei laghi ghiacciati di quella regione inoltre, potrebbe far aumentare drammaticamente il surriscaldamento globale.
 
 
 
Valentina d’Angella

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