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Wwf: a rischio le specie di montagna

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ROMA — Orsi, grifoni, falchi, lupi e persino galline. Queste ed altre cinque sono le specie più a rischio di estinzione sul territorio italiano, a causa del bracconaggio. Le liste sono state diffuse dal Wwf nei giorni scorsi.

Fatta eccezione per il dattero di mare, le lontre e la gallina prataiola tipica della Sardegna, molte delle specie in pericolo vivono in zone di montagna.
 
Il primo della lista è l’orso bruno marsicano, di cui rimangono circa 40-50 individui nell’Appennino centrale (Abruzzo, Lazio, Molise). Poi vengono due affascinanti volatili: il grifone, di cui restano solo 150 esemplari sparsi tra la Sardegna, l’Appennino Centrale e le Alpi orientali; e il falco pecchiaiolo, di cui esistono 800 coppie che corrono molti rischi durante la migrazione sullo stretto di Messina.
 
Pochi forse lo sanno, ma sulle Alpi è ritornata la lince (nella foto). Ce ne sono solo 10-15 esemplari, ovviamente a rischio di estinzione. Più conosciuta, forse, la situazione precaria del lupo, che sull’Appennino e sulle Alpi è ricomparso, ma solo con circa 600 individui.
 
Non se la passa bene nemmeno l’istrice, che abita prevalentemente nell’Italia centro-meridionale.
 
Il Wwf ricorda che in Italia, per colpa del bracconaggio, si sono già esinti l’avvoltoio monaco, Sardegna, 1961; il gobbo rugginoso, Sardegna, 1977; il gipeto, Alpi e Sardegna, 1968. La lince, il lupo e l’orso si erano estinti dalle Alpi all’inizio del 1900. Alcuni esemplari vi sono ritornati, ma solo negli ultimi 20-30 anni.
 

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