Alpinismo

Tomas Franchini e Pietro Picco in volo verso la Cina. Obiettivo: l’inviolata parete Est del Lamo She Shan

Pochi mesi fa  abbiamo avuto il piacere di incontrare a ISPO il giovane Tomas Franchini. Classe 1989, alpinista, guida alpina e maestro di sci di Madonna di Campiglio, alla continua ricerca di imprese, o come preferisce definirle lui stesso “viaggi”, in zone poco conosciute ai più.

Durante l’intervista di febbraio ci aveva raccontato del progetto Los Picos, il fantastico concatenamento delle 16 cime più alte del Sud America portato a termine nell’autunno 2018 in compagnia del fratello Silvestro, rivelandoci come idea futuro di voler puntare “a qualche montagna verso Oriente, in Himalaya”.

Non un Ottomila, perché “fare un Ottomila è come essere in piazza a Campiglio il 15 di agosto. Io cerco altro, una montagna isolata dove poter fare alpinismo in libertà”.

È arrivato il momento della verità. La nuova meta è stata svelata e lo vedrà tornare in Cina a distanza di due anni dalla sua solitaria sul monte Edgar.

La vetta prescelta è il Lamo She Shan (6.070 m), anche nota come Tianhaizi Shan, nella zona nord del massiccio del Minya Konka, nell’estremo Est della catena himalayana.

Il versante Ovest d questo Seimila è già stato oggetto di ascese. Il versante Est è invece vergine ed è naturalmente questo l’obiettivo di Tomas che, insieme a Pietro Picco, guida alpina di Courmayeur, classe 1988, cercherà di raggiungere la cima in stile alpino. Ancora una volta si tratta dunque di una spedizione esplorativa, in senso stretto, considerando che anche il percorso di avvicinamento sarà una incognita.

Volati alla volta della Cina il 1 maggio, una volta giunti sul posto verranno accompagnati fin dove finisce la civiltà, e lì inizierà l’avventura vera e propria, in un territorio neanche segnalato dalle mappe satellitari.

Saranno soli con la montagna Tomas e Pietro. Nessun cuoco, niente staff di collegamento, nessuna certezza. E questo è ciò che piace ai due, che stanno partendo per vivere un’avventura da ricordare, non per raggiungere record speciali. Giovani, motivati e sognatori, in fuga dal mondo tecnologico (fatta eccezione per il telefono satellitare che per motivi logistici avranno con sé).

Un viaggio che di certo farà sognare i tanti che li seguiranno da casa (il lato positivo della tecnologia) fin dove lo consentirà il satellitare, in attesa di ascoltare il loro racconto al rientro in Italia, previsto per il 5 giugno.

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