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Tokyo 2020. L’alpinista Yuichiro Miura porta la torcia olimpica sul Monte Fuji

Manca davvero poco ai Giochi Olimpici di Tokyo, che prenderanno ufficialmente il via in Giappone il 23 luglio prossimo. Suona strano utilizzare la denominazione che si è deciso di conservare per questioni di marketing e branding, Tokyo 2020. Al contempo quel “2020” ci ricorda quanto sia stata lunga e complessa l’attesa di questa estate 2021, che ci fa gustare un sentore di ritrovata libertà e di ritorno alla normalità. E mentre il mondo si prepara a puntare gli occhi sul Giappone – ciascuna nazione pronta a tifare per i propri atleti – la torcia olimpica sale in alto, lungo le pendici del Monte Fuji (3776 m).

A portare la fiaccola fino a 2300 metri di altezza è stato un personaggio ben noto agli appassionati di alta quota: l’alpinista e sciatore professionista giapponese Yuichiro Miura, 88 anni.

“Sono onorato di aver portato la torcia sul monte Fuji”, ha dichiarato al magazine The Japan News, evidenziando che per una vita intera abbia sognato di partecipare alle Olimpiadi. Un traguardo mai raggiunto. Un rimpianto per certi versi, nonostante la lista di successi collezionati dalla giovinezza fino a pochi anni fa.

Accanto alla prima discesa sugli sci del Fuji nel 1966, nel suo palmarès si contano numerose imprese degne di nota, come la prima discesa sugli sci dal Tetto del Mondo, realizzata nel 1970. E sull’Everest bisogna ricordare, per sentirci pigri, che Miura sia salito tre volte (tre ascese da Guinness dei primati per anzianità) all’età di 70,75 e 80 anni. L’ultima impresa alpinistica, sfuggitagli, risale al gennaio 2019. Partito con l’intento di salire in vetta all’Aconcagua a 86 anni, era stato costretto a fermarsi su consiglio del medico curante, preoccupato in particolare per la salute del suo cuore sottoposto a numerosi interventi chirurgici a causa di una aritmia, a circa 6000 metri di quota. Una grande delusione.

Nel gennaio 2020 la proposta di accompagnare la fiaccola olimpica sul Fuji (teoricamente nell’estate 2020) non avrebbe potuto che essere accolta con giubilo dall’ottuagenario, insofferente per l’avanzare dell’età e delle limitazioni che essa comporta. “La torcia verrà vista da tutto il mondo dal Monte Fuji. Un ruolo davvero importante”, il suo commento entusiasta.

Ma nell’estate 2020 Miura è rimasto paralizzato a livello di gambe e braccia a causa di un tumore, che ha causato una compressione della spina dorsale. Un intervento di emergenza nel mese di giugno lo ha portato a una degenza prolungata, durata 8 mesi. Lo slittamento delle Olimpiadi al 2021 è stato in un certo senso una fortuna, consentendogli di recuperare la capacità di camminare per tempo. Subito dopo essere stato dimesso, si è dunque attivato nella riabilitazione, e nel mese di maggio ha ricominciato a salire pendii, dolci, per prepararsi adeguatamente alla magica salita olimpica di giugno. Una vera sfida con se stesso.

E così, domenica 27 giugno 2021, con un bastoncino da trekking nella mano sinistra e la torcia olimpica nella destra, accompagnato dal figlio Gota, è salito sul Fuji. Non si poteva certo chiedere a Yuichiro Miura di arrivare in vetta alla montagna più alta del Giappone in queste condizioni. Ma siamo certi che, se non fosse stato per la malattia dello scorso anno, ci avrebbe provato. Il tratto percorso dalla fermata del bus in corrispondenza della quinta stazione della Fuji Subaru Line, a una terrazza panoramica un po’ più in alto ove agitare con emozione la torcia olimpica, è stato piuttosto breve ma per certo impegnativo. “Ero nervoso – ha ammesso a posteriori – ma alla fine sono riuscito a camminare più di quanto mi aspettassi.”

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