News

Sviluppo della montagna: spunta la "cedolare secca"

Una diga
Una diga

ROMA — Il nome evoca polverose tasse. Ma la “cedolare secca” potrebbe risolvere parecchi problemi alla montagna. In cosa consiste? In soldoni, significa che una parte della ricchezza prodotta grazie alle risorse della montagna, invece di essere dilapidata in pianura, in percentuale resta lassù.

La proposta è stata avanzata da Giuseppe De Rita, esperto del Censis. De Rita suggerisce una “cedolare secca” su patrimoni e produzioni della montagna, in grado di compensare gli svantaggi della marginalità territoriale. In pratica, invece di pagare allo Stato tasse sulla produzione di acqua, legno e energie rinnovabili, le aziende pagherebbero un contributo al territorio che vanno sfruttando.

La proposta è emersa durante un incontro che si è tenuto ieri presso la sede del Censis. Di Rita ha suggerito l’adozione di una ”cedolare secca su patrimoni e sulle produzioni della montagna”, in osservanza alla vecchia regola del no taxation without representation. ”La montagna – ha detto – è sede di impianti per la produzione di energie che fanno muovere il nostro Paese, eppure non è previsto alcun ritorno economico per questi territori. La politica deve rispondere di questa distorsione, soprattutto in un momento storico nel quale si affermano i principi del federalismo. In assenza di meccanismi perequativi, tali da coprire i sovracosti strutturali permanenti per le aree montane, l’applicazione del federalismo non sarà equa né solidale”.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close