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“Sulle tracce dei ghiacciai”. Al via l’ultima spedizione sulle Alpi

Prende oggi il via l’ultima spedizione del decennale progetto fotografico-scientifico “Sulle tracce dei ghiacciai”. Un ultimo capitolo dal titolo “Alpi 2020”, che vedrà il team multidisciplinare capitanato dal fotografo Fabiano Ventura attraversare tutto l’arco alpino, dopo le esperienze in Karakorum (2009), Caucaso (2011), Alaska (2013), Ande (2016) e Himalaya (2018). Un progetto ambizioso che, coniugando arte fotografica, tecnologia, ricerche sul campo e divulgazione scientifica, ha dato vita al più grande archivio mondiale di confronti fotografici sui principali ghiacciai del Pianeta per testimoniare lo stato di salute della Terra.

Alpi 2020

Nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, il lavoro di preparazione e di ricerca iconografica necessario ad avviare la spedizione e intrapreso un anno fa, non si è fermato. Oltre 70 gli archivi fotografici visitati tra musei, fondazioni, società geografiche, biblioteche nazionali e civiche di tutta Europa.

L’itinerario di “Alpi 2020” prevede di attraversare, dal 24 luglio a metà settembre, tutto l’arco alpino. Con l’ausilio di macchine fotografiche di grande formato a pellicola verranno ripetuti sui ghiacciai alpini gli scatti dei fotografi di fine Ottocento e primi del Novecento. L’obiettivo è quello di realizzare il più consistente archivio di confronti fotografici sulle Alpi e raccogliere dati scientifici sulla condizione dei ghiacciai. Le principali destinazioni saranno rappresentate da Monte Bianco, Gran Paradiso, Monte Rosa, Bernina, Ortles-Cevedale, Adamello, Dolomiti, Alpi Giulie.

Scienza in quota

Sul campo, accanto a fotografi, registi e ricercatori, saranno presenti anche cinque gruppi di scienziati, provenienti da vari istituti di ricerca e università, che svolgeranno nell’ambito della spedizione Alpi 2020 le loro attività di ricerca con metodologie di volta in volta diverse.

  • L’Università Statale di Milano che, nella persona del Prof. Claudio Smiraglia, attualmente affiancato dalla prof. Guglielmina Diolaiuti dell’ESP (Dipartimento di Scienze e politiche ambientali), sin dall’inizio coordina il Comitato Scientifico Internazionale del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai”. Il gruppo di glaciologi analizzerà l’evoluzione dei ghiacciai e delle relative cause meteoclimatiche attraverso tecniche di telerilevamento (droni e satelliti) e rilievi sul campo per descrivere le condizioni superficiali dei ghiacciai e gli aspetti ecologici e microbiologici sempre più importanti a causa delle modificazioni imposte dai cambiamenti climatici.
  • Il DIATI (Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture) del Politecnico di Torino che ha istituito nell’ambito del progetto di ricerca quinquennale “Dipartimento d’Eccellenza – cambiamenticlimatici@polito”, finanziato dal MIUR, il “glacierlab”, laboratorio di monitoraggio dei cambiamenti climatici sui ghiacciai attraverso rilievi geomatici e indagini geofisiche, per la ricostruzione delle superfici glaciali e lo studio dei processi di fusione, operante da alcuni anni principalmente sulle Alpi.
  • Il SGL (Servizio Glaciologico Lombardo), che da 30 anni si occupa di monitoraggio dei ghiacciai lombardi, ha recentemente implementato una innovativa rete di monitoraggio comprensiva di stazioni meteo, telecamere in time-lapse e altra strumentazione determinante sia per la raccolta di dati scientifici che per la divulgazione delle problematiche connesse al cambiamento climatico.
  • Il CGI (Comitato Glaciologico Italiano), la più antica istituzione (nasce nel 1895) di raccolta e analisi di dati sulle variazioni glaciali coordinerà nell’ambito della spedizione gli operatori dello stesso Comitato su tutto il territorio.

“Il lavoro svolto nell’ambito del progetto Sulle tracce dei ghiacciai – commenta Smiraglia si è rivelato via via sempre più importante, non solo perché rappresenta una testimonianza straordinaria del possibile connubio fra arte fotografica e ricerca scientifica, ma soprattutto perché ha contribuito ad accrescere nell’opinione pubblica la sensibilità per le trasformazioni che l’umanità sta arrecando all’ambiente, di cui i ghiacciai, con la loro evoluzione, rappresentano il sintomo e il simbolo più evidente e avvertibile”.

“Grazie ai confronti fotografici di Fabiano Ventura – proseguono Guglielmina Diolaiuti e Roberto Ambrosini i cittadini riescono concretamente a visualizzare l’impatto antropico sui sistemi naturali e a comprendere che un cambiamento nel nostro stile di vita è necessario se vogliamo preservare l’ambiente per le generazioni future”.

“Il lavoro svolto da Fabiano Ventura – aggiunge Riccardo Scotti, geologo del Servizio Glaciologico Lombardo – si è rivelato molto prezioso per noi ricercatori. Non solo per valutare, attraverso i confronti fotografici quanto sono cambiati i ghiacciai negli ultimi 150 anni, ma anche perché, grazie alla meticolosa ricerca iconografica sono state scoperte e recuperate dagli archivi immagini storiche sconosciute alla comunità scientifica che ritraggono fedelmente il passato di territori che sono per noi oggetto di studio e di ricerca. Grazie ad esse riusciremo a migliorare notevolmente le nostre conoscenze sulle fluttuazioni glaciali e a datare alcuni eventi di un periodo storico ancora poco conosciuto come quello appena successivo alla piccola età glaciale”.

“Il CGIafferma il presidente prof. Massimo Frezzotti è parte attiva nel progetto sia per il prezioso materiale d’archivio ultrasecolare, sia per la fattiva presenza sul campo degli operatori glaciologici che ogni anno salgono alle fronti dei ghiacciai per valutarne le “condizioni di salute”.

Il progetto incontra il territorio

Durante il percorso, facendo sosta in alcune delle località più significative dell’arco alpino, sono previsti eventi volti a sensibilizzare il pubblico sul tema dei cambiamenti climatici.

Il primo evento verrà ospitato nella giornata odierna, in occasione della partenza, dal Museo Nazionale della Montagna, dove ricordiamo essere visitabile fino al 30 agosto la mostra “Sulle tracce dei ghiacciai”. Fabiano Ventura, il suo team di fotografi e ricercatori incontreranno il pubblico alle ore 18.30 nello spazio antistante l’ingresso del Museo, per una presentazione della spedizione prima di partire verso Courmayeur, da cui prenderanno ufficialmente il via i lavori di ricerca.

La seconda tappa del 31 luglio al Forte di Bard, vedrà l’inaugurazione della mostra “L’adieu des glaciers. Monte Rosa, ricerca fotografica e scientifica”, nell’ambito della quale è prevista l’esposizione di una stampa fine-art di 3 metri dell’imponente immagine di confronto del ghiacciaio Upsala come testimonianza internazionale dello stato in cui versano alcuni ghiacciai del mondo.

Dalla pandemia una maggiore attenzione al Pianeta

“Se c’è una cosa positiva dell’emergenza sanitaria – dice Fabiano Ventura è una maggiore consapevolezza di quanto abbiamo ferito il nostro pianeta. Dal canto mio ho sempre sentito la responsabilità e l’urgenza di comunicare, attraverso il mio lavoro, questo messaggio. Per questo motivo partire per l’ultima tappa del progetto ‘Sulle tracce dei ghiacciai’ mi emoziona particolarmente.  E’ la chiusura di un ciclo che ha significato oltre 10 anni di fatiche, ma anche di grandi soddisfazioni soprattutto per aver contribuito alla conoscenza e allo sviluppo di una maggiore sensibilità nei confronti del tema dei cambiamenti climatici. Le foto lasciano parlare la realtà e i confronti fotografici, che paragonano la situazione di oggi con quella di 100 anni fa, esprimono con forza il grido di dolore della Terra. Guardandoli siamo costretti ad ascoltarlo”.

Il futuro di “Sulle tracce dei ghiacciai”

Con la spedizione “Alpi 2020”, preceduta, nell’estate del 2019, da una pre-spedizione che si è svolta sui versanti italiani del Monte Bianco, del Monte Rosa e del Bernina, si conclude una prima e lunga fase del progetto dedicata principalmente alla realizzazione dei confronti fotografici e delle ricerche scientifiche. Inizierà poi una fase maggiormente dedicata alla divulgazione dei risultati nelle scuole, nei musei, in ambiente scientifico per diffondere il più possibile tra il grande pubblico e soprattutto tra i giovani il messaggio inequivocabile che ci arriva dalla natura.

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