Cronaca

Santa Caterina Valfurva semi-isolata per una frana. Confortola: “Confido nell’intervento della Regione”

A Santa Caterina Valfurva (SO) cittadini, albergatori e operatori turistici stanno vivendo una pessima stagione estiva. Nella notte tra il 19 e il 20 agosto il distacco di un masso dalla frana del Ruinon, dal 1997 costantemente monitorata dai tecnici di Arpa Lombardia, ha interrotto la strada provinciale 29 che conduce al paese, che si è così ritrovato semi-isolato.

“Fino a Sant’Antonio Valfurva, lungo la statale 29, non ci sono problemi – ci racconta l’alpinista di Santa Caterina Valfurva Marco ConfortolaSi transita con ogni mezzo. Una volta arrivato lì il turista che voglia raggiungere Santa Caterina può usufruire di navette e jeep messe a disposizione gratuitamente dal Comune. E non sono solo i turisti ad avere disagi. Ci sono una cinquantina di ragazzini che non si sa ancora come possano andare a scuola e tanti abitanti che lavorano nella bassa valle e hanno difficoltà a spostarsi dal paese. La strada boschiva, che siamo costretti a percorrere in questi giorni per uscire da Santa Caterina, è tutta in ombra. Appena arriverà il freddo sarà tutto ghiacciato e non si passerà più, dato che è anche ripida in certi punti”.

60 giorni di disagi a Santa Caterina Valfurva

Dal mese di giugno, quando i geologi e i tecnici Arpa hanno rilevato significativi movimenti nel mega-dissesto del Ruinon, la provinciale 29 è stata soggetta a un divieto di transito dalle ore 21 alle ore 7. I tecnici hanno proseguito nel corso delle settimane il monitoraggio del pendio, decretando in caso di dubbio la chiusura temporanea della strada. Un traffico quindi a singhiozzo che ha suscitato il malcontento degli operatori economici della zona.

In una nota diffusa a inizio agosto dalla ProLoco Turismo Valfurva veniva denunciato il protrarsi eccessivo della chiusura stradale: “Sono ormai quaranta giorni che i vari tecnici e responsabili osservano tutto il giorno con cannocchiali il pendio e ogni tanto, a loro discrezione, chiudono la strada perché forse hanno visto un sasso rotolare. Nel frattempo, nell’arco di un mese, nessun sasso ha raggiunto la strada. Questa situazione rischia di protrarsi anche per tutto il mese di agosto, condizionando fortemente la stagione turistica. Danni di immagine ed economici incalcolabili che si protrarranno chissà per quanti anni futuri”.

La caduta del grande masso nella notte del 20 agosto ha fatto precipitare la situazione. Secondo i dati diffusi dai tecnici Arpa, la roccia rotolata verso valle era in origine di circa 90 metri cubi. Nella caduta si è divisa n due. La parte principale, di circa 60 metri cubi, ha invaso la carreggiata della provinciale. La seconda porzione si è arrestata a circa 60 metri dall’asse della carreggiata. Da allora Santa Caterina è raggiungibile o attraverso il passo del Gavia o utilizzando la strada sul versante sinistro orografico percorribile solo con mezzi 4×4 (autorizzati), una sorta di pista di emergenza.

Conseguenza diretta è che i turisti abbiano optato per una rapida cancellazione delle prenotazioni, mettendo in ginocchio il comparto turistico.

Scuola e lavoro in bassa valle. Grandi difficoltà per i residenti

Situazione di certo non più facile per i residenti. Per uscire dal paese lungo la pista d’emergenza sono a disposizione poche navette giornaliere e tocca fare a gara a chi arriva prima per prendere posto. Il sindaco ha già dichiarato di non volersi però assumere la responsabilità di far passare sulla pista bus scolastici. Come conseguenza in tanti si domandano come faranno i ragazzi a raggiungere gli istituti in bassa valle.

Preoccupazioni per la stagione turistica invernale

Ormai la stagione turistica estiva può dichiararsi finita per Santa Caterina e la preoccupazione si sposta in vista del prossimo inverno.

Molto critica la posizione dell’ex sindaco Gianfranco Saruggia che, lamentando uno scarso interesse mostrato per la problematica del Ruinon nel corso degli anni dalla Regione Lombardia, non ripone speranze in un pronto intervento. Sua la proposta di avviare un referendum o una raccolta firme per chiedere l’annessione del Comune alla regione a statuto speciale del Trentino Alto Adige.

Marco Confortola si mostra in tal senso più ottimista nei confronti della Regione. “Confido nell’intervento della Regione Lombardia, nello specifico dell’Assessore Massimo Sertori, che ha assicurato l’avvio di un piano di lavoro sulla frana. Ovvero un intervento volto a bonificarla, togliendo i massi pericolanti e disgaggiando con l’esplosivo. Introdurre poi i paramassi e incanalare l’acqua che, a monte della frana, risulta essere il più grande dei problemi. Scendendo a valle è logico che vada a innescare frane. Ciò che vorrei sottolineare è comunque che la frana del Ruinon e la conseguente chiusura della provinciale, non rappresenta soltanto un problema per Santa Caterina e la Valfurva ma per tutta l’Alta Valtellina”.

Ammonta a 200.000 euro la quota messa a disposizione dalla Regione per intervenire quanto prima alla messa in sicurezza del versante. La Provincia di Sondrio si è inoltre resa disponibile a integrare eventuali risorse necessarie per completare le verifiche del rischio derivante dai massi, assumendo il ruolo di ente attuatore per le opere di difesa passiva.

L’appello di Deborah Compagnoni

Un’altra atleta di Santa Caterina Valfurva che ha espresso preoccupazione per la sua terra natìa è la campionessa di sci Deborah Compagnoni.

“La mia Santa Caterina è il centro turistico per eccellenza della valle, posto in una conca a 1.738 metri di altitudine; qui sono cresciuta e, con gli anni, mi piace pensare che questa natura meravigliosa abbia contribuito a farmi diventare un’atleta di successo, forgiando il mio carattere e lasciandomi segni indelebili – si legge in una lettera inviata al Corriere della Sera.

“Dopo oltre due mesi, la valle vive una situazione di grande disagio e preoccupazione per il suo futuro – aggiunge Deborah, denunciando la mancanza di interventi immediati e risolutivi – Chiedo a gran voce, come semplice cittadina e amante di questa valle, che al più presto ci sia l’intervento delle autorità competenti nella realizzazione delle opere necessarie in via definitiva”.

Sorvolo sulla frana del Ruinon con Marco Confortola

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Un commento

  1. Purtroppo da geologo sento solo grandi inesattezze e superficialità da parte di tutti; come se bastasse, su un dissesto simile il disgaggio dei massi pericolanti; questa frana è molto simile a quella che si stacco in Valtellina anni fa e che fece numerosi morti ancora sepolti la sotto; quindi attenzione a pensare solo al portafogli

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