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Parco del Gran Paradiso

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Cari lettori, oggi comincia ufficialmente una serie di servizi speciali dedicati ai parchi italiani. La prima puntata è dedicata al Parco del Gran Paradiso, che si trova ai piedi del Gran Paradiso, a cavallo tra Val d’Aosta e Piemonte.

Spicca per la sua immensa ricchezza di ambienti alpini ed è il più antico d’Italia. Uno spazio naturale colmo di meraviglie in ogni stagione, abitato da animali molto rari.
 
Il territorio protetto abbraccia 70 mila ettari di superficie ed è visitabile in ogni momento dell’anno. La sua finalità principale è quella di tutelare la biodiversità, e quindi mantenere tutte le varietà vegetali e animali. Oggi sono molti gli studi intrapresi sugli animali che popolano la riserva, per comprendere abitudini e storia.
 
In estate si possono fare escursioni sui sentieri di alta quota, oltrechè ammirare la splendida flora e fauna. E non c’è stagione migliore dell’autunno per restare di stucco davanti ai colori caldi della vegetazione come le tonalità arancio dei larici. Anche l’inverno ci riserva le sue attrazioni, soprattutto dopo l’arrivo del manto bianco che permette di fare escursioni con le racchette o praticare lo sci di fondo.
 
Indimenticabile anche la stagione primaverile, in cui i fiori sbocciano e i camosci scendono a valle alla ricerca della prima erba.
 
Il re Vittorio Emanuele II fu il primo ad attivarsi per proteggere il parco: dal 1856 si impegnò per salvaguardare gli animali, fra cui soprattutto lo stambecco, e creare una rete di sentieri escursionistici.
 
Non sono mancati però conflitti dopo la nascita della riserva, il 3 dicembre 1922. Eventi come le manovre militari che si svolgevano all’interno dell’area naturale e la seconda guerra mondiale ebbero gravi conseguenze per quanto riguarda la conservazione della fauna e della flora. Solo di recente si è capito che il parco poteva essere una grande occasione di rilancio dell’economia.
 
Uno dei suoi tanti pregi è la presenza dei più svariati ambienti alpini: dalle praterie e gli ambienti rocciosi preferiti dallo stambecco delle Alpi, dall’aquila reale e dalla marmotta, ai boschi in cui si possono scovare camosci e scoiattoli.
 
Alla varietà dei paesaggi si affianca quella della vegetazione. Gli ambienti acquatici sono ricchi di ninfee e le zone umide sono ricoperte da tappeti di erbe alte. A completare il fascino di un’oasi così pregiata ci sono i boschi di abeti rossi, pini cembri e del raro abete bianco.
 
Per maggiori informazioni consultare il sito internet www.pngp.it

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