High Summit Cop26

Monitoraggio ambientale con il drone, cosa significa?

I droni trovano oggi impieghi sempre più frequenti e diffusi, che vanno molto oltre l’utilizzo cinematografico. Affiancati da specifici sensori, permettono di semplificare la valutazione di contesti ambientali eterogenei quali boschi, valli o bacini idrici. Nella silvicoltura possono essere impiegati nell’analisi della salute delle foreste per la pianificazione delle campagne di coltivazione; forniti di laser scanner, possono invece contribuire all’acquisizione di dati sulla neve attorno a una montagna al fine di creare modelli utili per prevedere le valanghe.

Grazie ai droni è possibile effettuare rapidamente e costantemente osservazioni dall’alto senza dover ricorrere ad aerei, elicotteri o immagini satellitari a bassa risoluzione. Si ottengono così interventi di precisione che producono dati utili, ad esempio, per documentare un sito o l’evoluzione di un oggetto naturale nel tempo fino nei minimi dettagli, come l’erosione di una costa o i cambiamenti di un ghiacciaio himalayano.

La possibilità di acquisire immagini ad alta definizione e in tempo reale è inoltre la chiave per avere prontezza d’intervento nei casi che richiedono immediate risposte, come in caso di frane, valanghe, dissesto idrogeologico, incendi in ambienti compromessi o impervi, che potrebbero potenzialmente mettere a repentaglio gli operatori sul campo.

Ma sono anche un fondamentale aiuto a supporto di chi opera sul territorio per valutare eventuali possibilità progettistiche in quell’ambiente. Un alleato su cui poter montare apparecchiature specifiche ai diversi utilizzi. Volendo potremmo definirli come un laboratorio volante che, attraverso complessi sistemi di sensori, sono in grado di produrre mappe tridimensionali e fornire indicazioni sul tipo di ambiente sorvolato.

Uno di questi impieghi, di cui si parlerà ampiamente durante l’High Summit COP26 che si terrà il prossimi 24 e 25 settembre, è “Il ruolo dei droni nel monitoraggio dell’ambiente montano”. Ad affrontare il tema sarà Luca Greggio, responsabile tecnico di Tidalis Italia, azienda leader per quanto riguarda la fotogrammetria aerea, il laserscanning e le riprese aeree.

Luca, dovendolo spiegare a un vasto pubblico come definirebbe il suo lavoro?

“Lavoro per un’azienda che si occupa di rilievi ambientali attraverso l’impiego di droni e mediante ispezioni in elicottero. Per effettuarle utilizziamo diversi tipi di sensori, principalmente laser scanner, uno strumento in grado di misurare ad altissima velocità la posizione di centinaia di migliaia di punti i quali definiscono la superficie degli oggetti circostanti. Da queste misurazioni si ottiene una riproduzione tridimensionale degli oggetti colpiti. Nel nostro caso si tratta di ambienti montani, vallivi, di carattere ambientale o urbanistico.”

Per chi, o per cosa, realizzate questo tipo di rilievi?

“Il livello tecnologico a cui sono arrivati sia droni che sensori permette molte applicazioni. Principalmente la creazione di un modello tridimensionale ci è di aiuto nella creazione di mappe, simulazioni e modellazione di rischi. Un esempio pratico è il rilievo in alta montagna legato agli impianti sciistici. L’utilizzo di questa tecnologia ci permette di eseguire una modellazione del rischio valanghe. Altri utilizzi riguardano la misurazione degli edifici, per un aggiornamento del catasto o, con droni particolari, i trattamenti agricoli come le concimature o la lotta ai parassiti.”

Quali vantaggi offre l’impiego di droni nel monitoraggio ambientale?

“Sicuramente rispetto al metodo tradizionale, che prevede l’impiego di personale che effettua la misura sul campo, hai un abbattimento di tempi e costi. A questo si aggiunge il fattore sicurezza per ambienti o situazioni che potrebbe potenzialmente compromettere la vita di un operatore.”

Come si diventa specialisti di questo settore?

“Come ovvio bisogna prendere gli attestati per poter pilotare un drone in varie tipologie di ambiente e con i vari pesi. Per il resto non esiste un indirizzo specifico. Nel corso degli anni ho conosciuto tante persone con diverse estrazioni di studio e competenze. La cosa più importante è essere appassionati di tecnologia. Io a livello formativo sarei un geologo, lì ho appreso l’uso di laser scanner, competenza che poi ho portato sul lavoro che svolgo oggi. In generale potrei dire che si tratta di un lavoro di squadra dove, per alcune applicazioni, servono competenze molto specifiche.”

Si usano ancora gli elicotteri, o i droni hanno ormai conquistato il mercato?

“Non hanno conquistato il mercato, sono un aiuto. Sento parlare dei droni da parecchio tempo, poi però si sono evoluti in un arco brevissimo. Direi che da ormai dieci anni sono attualità in continua evoluzione.”

Si è mai imbattuto in polemiche riguardanti l’uso del drone?

“Lavoro in questo campo da 5 anni è non mi è mai capitato. È sufficiente seguire le regole e rispettare le leggi. In questo modo si lavora tranquillamente, come in ogni ambito.”

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Un commento

  1. Indubbiamente i droni disturbano meno degli elicotteri e degli aerei, ma sono controllati da remoto e quindi più pericolosi, ma sono piccoli.
    Però: “Lavoro per un’azienda che si occupa di rilievi ambientali attraverso l’impiego di droni e ……

    Un altro notevole viluppo tecnologico per controllare, ma non per fare.

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