Gente di montagna

Marco Confortola

“A volte penso che sia troppo pericoloso quello che facciamo, mi chiedo se abbia senso. Mi sembra che ci dimentichiamo troppo facilmente del dono più grande che abbiamo: la vita.”

Marco Confortola

Maestro di sci, guida alpina, tecnico del soccorso alpino, alpinista himalayano. Marco Confortola, soprannominato Selvadek, è un uomo determinato e ambizioso. Il suo sogno è il coronamento dei 14 Ottomila, sfida che lo sta impegnando da anni e che lo vede a un passo dal traguardo. Orgoglioso membro del Soccorso Alpino non si tira mai indietro quando arriva una chiamata, sia sulle Alpi che in Himalaya. Più di una volta si è reso protagonista di soccorsi estremi ad altissima quota, mettendo in secondo piano i suoi obiettivi alpinistici.

La vita

Nato il 22 maggio 1971 a Santa Caterina Valfurva, dove vive tutt’ora, Marco Confortola conserva in se una passione innata e naturale per la montagna, per quel territorio che frequenta fin dai primi anni. Conosce sentieri, vie alpinistiche, animali. Sa dove poter trovare ciò di cui ha bisogno tra le montagne di casa.

Nel 1990, a soli 19 anni diventa aspirante guida alpina. È il più giovane in Italia, per 5 anni. Nel 1993 entra finalmente a far parte della prestigiosa famiglia delle guide, anche qui con i suoi 22 anni è il più giovane d’Europa. Inizia così la sua attività professionale in montagna. Lavora tra le cime della Valtellina, dov’è cresciuto. Esperto alpinista entra molto presto a far parte del Soccorso Alpino, dove presta servizio tutt’ora. Marco è inoltre istruttore del soccorso e tecnico di elisoccorso.

Nel 1995 diventa poi maestro di sci alpino.

L’arrivo degli anni Duemila segna per Marco una svolta, nel giro di pochissimo inanella una serie di imprese sciistiche estreme sulle montagne di casa, quindi viene proiettato nella scena alpinistica internazionale. Nel 2001 scende con gli sci la parete nord del pizzo Tresero. L’anno successivo mette a segno il concatenamento delle 5 pareti nord di Pizzo Tresero, Pedranzini, Dosegu, San Matteo e Cadini. Un’impresa simile la ripeterà nel 2005 quando concatenerà 4 pareti nord: Ortles, Gran Zebrù, Piccolo Zebrù e Pizzo Tresero. Lo farà in una sola giornata e in solitaria, con trasferimenti in elicottero. Un progetto che Confortola sceglierà di dedicare a Silvana Cortinovis, moglie di Agostino Da Polenza scomparsa nel 2004, e a tutte le mamme del mondo.

Da Polenza è una figura a cui l’alpinista valtellinese è particolarmente legato è lui infatti che gli offre l’opportunità di sperimentare per la prima volta l’aria rarefatta. È il 2004, giusto l’anno prima Marco è riuscito sia nella discesa della nord del San Matteo sia in quella dell’Ortles (prima ripetizione con gli sci), e il suo nome echeggia tra quelli papabili per affrontare l’altissima quota. Insieme a Tarcisio Bellò raggiunge la vetta dell’Everest dal lato tibetano, utilizzando le bombole d’ossigeno negli ultimi 500 metri di salita. “Non ho rimpianti per aver usato l’ossigeno” sono le prime dichiarazioni di Confortola. “Volevo fortemente questa soddisfazione e l’ho avuta”.

Nel 2008 partecipa alla spedizione EvK2CNR che monta la stazione meteorologica più alta del mondo al Colle Sud.

Gli Ottomila

Il sogno himalayano di Marco Confortola inizia nel 2004, con la salita sugli 8848 metri dell’Everest. Da questo momento in poi vedremo l’alpinista valtellinese partire ogni anno alla ricerca di una nuova montagna. Nel 2005 si porta a casa la cima centrale dello Shisha Pangma (8008 metri), vi ritorna anche nel 2006 per salire la cima centrale (8027 metri) insieme a Silvio Mondinelli, Michele Enzio, Cristian Gobbi e lo spagnolo Julian della Gallizia. Nell’ottobre dello stesso anno, con Marco Camandona, raggiunge la vetta dell’Annapurna. Il 2007 è l’anno del Cho Oyu in velocità, insieme a Mondinelli salgono e scendono in appena 26 ore; pochi mesi dopo questo rush in altissima quota i due si dirigono verso il Broad Peak, la cui vetta viene regolarmente raggiunta il 12 luglio. Con Marco si trovano Silvio Mondinelli, che qui completa i suoi 14 Ottomila; Angelo Giovanetti; Simone La Terra; Gerlinde Kaltenbrunner; Edurne Pasaban e Iván Vallejo.

Il primo agosto 2008 Marco raggiunge la vetta del K2, l’Ottomila a cui la sua vita si legherà per sempre. Sulla seconda montagna della Terra vive una delle esperienze più tragiche, una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Sfruttando una breve finestra di bel tempo tutte le spedizioni presenti al campo base si muovono negli stessi giorni, circa 30 alpinisti provano la vetta il primo agosto da campo 4. Durante questo tentativo massiccio accadono diverse cose. La prima conseguenza di un tentativo così numeroso sono ritardi e affollamenti lungo la via di salita, poi alcuni incidenti mortali a cui si aggiunge il crollo di un seracco nella zona del “collo di bottiglia”, il passaggio più delicato. Muoiono undici alpinisti, Marco riesce a sopravvivere e a raggiungere il campo base dopo aver bivaccato per una notte a quota 8400 metri. La conseguenza di una così lunga permanenza nella zona della morte è l’amputazione di tutte e dieci le dita dei piedi.

Per Marco inizia un periodo particolarmente difficile della sua vita: dopo le amputazioni la ripresa richiede tempo ed è complicata. Confortola deve letteralmente reimparare a camminare. La sua rinascita arriva solo nel 2010 quando finalmente riesce a tornare in Himalaya, sul Cho Oyu dove purtroppo rinuncia a circa 7900 metri a causa di problemi ai piedi. Nel 2012 poi, finalmente, torna in vetta. Insieme a Pasang sherpa scala il Manaslu. L’anno dopo raggiunge il Lhotse. Tenta poi il Kangchenjunga, ma si vede nuovamente costretto a rinunciare a causa di problemi ai piedi. Nel 2015 punta invece al Dhaulagiri ma, arrivato al campo base decide di rientrare a causa del violento terremoto che ha colpito il Nepal. Nel 2016 con Marco Camandona scala il Makalu mentre il 2017 lo vede in cima al Dhaulagiri con Mario Casanova, è il suo decimo Ottomila. Due anni dopo si porta poi a casa la sua undicesima montagna: il Gasherbrum II con Don Bowie, Sergi Mingote e Ali Durani.

Libri

  • Giorni di Ghiaccio. Agosto 2008. La tragedia del K2, Baldini Castoldi Dalai editore, 2009
  • Ricominciare, Dalai editore, 2011
  • Il cacciatore di Ottomila, Hoepli, 2018

“Vivendo la montagna da professionista la mia attenzione deve essere davanti a tutto, ciò mi permette di poter preservare uno dei beni più preziosi che posseggo, la salute.”

Marco Confortola

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