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Madonna di Campiglio, dove lo sci funziona. Intervista a Francesco Bosco – di Stefano Ardito

Francesco Bosco con la Coppa del Mondo

Le prime piste apriranno a novembre, appena la temperatura consentirà di utilizzare i “cannoni”. Per il ponte dell’8-9 dicembre, data ufficiale di inizio della stagione, tutte le 100 piste (42 blu, 37 rosse, 21 nere) della skiarea Madonna di Campiglio-Val Rendena-Pinzolo dovrebbero essere aperte e battute. 

Ad accendere i riflettori sulla località trentina sarà però la 3Tre, la più antica gara italiana della Coppa del Mondo di sci alpino (si corre dal 1957). La sera di venerdì 22 dicembre, in notturna, i migliori slalomisti del mondo si sfideranno tra i pali stretti del Canalone Miramonti, una delle piste più tecniche e impegnative del “Circo bianco”. 

Una conversazione con Francesco Bosco, direttore generale delle Funivie di Campiglio, aiuta a capire il presente e il futuro dell’industria italiana dello sci. Le sue risposte e la ricetta di Madonna di Campiglio non possono essere trapiantate nelle stazioni medio-piccole. Ma contengono elementi interessanti anche per chi si preoccupa dell’ambiente. 

Cosa significa la 3Tre per Madonna di Campiglio? 

Nel mondo che vive al ritmo dei social, è un’occasione straordinaria per farci vedere. In caso di problemi, però, questa visibilità diventa un rischio. Nel 2017 per la 3Tre abbiamo avuto 280 milioni di contatti, un numero straordinario. Ma nel 2015, quando un drone della RAI ha rischiato di cadere addosso a Marcel Hirscher, i contatti sono stati 480 milioni. 

Prevedete il tutto esaurito anche quest’anno?   

Non mi occupo di prenotazioni alberghiere, ma penso proprio di sì. Venerdì 22 dicembre, all’inizio delle vacanze di Natale, è una data ideale. 

Le società Funivie Madonna di Campiglio è ancora una realtà di eccellenza?

Direi di sì. Siamo nati nel 1947, siamo una società privata, una public company con oltre 500 soci, facciamo grandi investimenti ma tutti gli anni riusciamo a distribuire un dividendo ai nostri azionisti. 

Dov’è il segreto del successo?

Madonna di Campiglio è una stazione famosa, ha un’immagine sportiva, si trova tra due massicci meravigliosi come le Dolomiti di Brenta e l’Adamello-Presanella. Abbiamo un’immagine di mercato molto forte, che i marchi del Parco e dell’UNESCO hanno rafforzato ulteriormente. Come società, abbiamo fatto gli investimenti giusti. 

Da dove vengono i vostri clienti dell’inverno?

In Italia le regioni più rappresentate sono l’Emilia-Romagna, il Lazio (con moltissimi romani), la Lombardia, la Toscana e le Marche. Tra i clienti stranieri prevale la Germania, seguita da Polonia, Austria, Regno Unito, Benelux e Repubblica Ceca. L’anno scorso abbiamo avuto sciatori di 60 Paesi diversi. 

Vi state aprendo ai nuovi mercati?

Certamente, sono appena tornato da un tour promozionale in Sudafrica. Israele non è più un nuovo mercato, è una realtà consolidata. E poi c’è il Brasile, in pieno boom. E’ un esempio di sinergia positiva. 

In che senso? 

Per molti anni, Campiglio ha ospitato eventi legati alla Formula Uno. Rubens Barrichello, all’epoca pilota della Ferrari, ha imparato a sciare da noi. Lo hanno seguito 250 giornalisti, grazie a lui i brasiliani hanno scoperto lo sci. 

Sciatore a Madonna di Campiglio, foto archivio APT

Madonna di Campiglio è una stazione “top”, per un pubblico ricco ed esigente. 

E’ vero, ma Pinzolo, la Val Rendena, Marilleva e Folgarida hanno un pubblico più popolare, che scia comunque sulle piste di Campiglio.  

Parlava di investimenti giusti. Può spiegare?

Uno è stato il collegamento con una cabinovia tra Madonna di Campiglio e Pinzolo. Ora nell’intera area sciabile ci si può spostare sci ai piedi. E poi c’è il Lago Montagnoli…

In che senso?

E’ un lago artificiale, lo abbiamo fatto noi, è bellissimo, d’estate è una risorsa turistica importante. E d’inverno, quando serve, ci dà tutta l’acqua necessaria per l’innevamento artificiale. 

Cosa risponde agli ambientalisti che non amano la neve artificiale?

Intanto una risposta da sciatore. La neve artificiale resiste meglio di quella naturale, nelle giornate calde è anche più sicura. So bene che un paesaggio innevato è più bello, ma questo non dipende da noi. 

E la risposta ambientale?

Una ricerca recente ha dimostrato che in Trentino l’acqua usata per l’innevamento artificiale è lo 0,05% di quella utilizzata complessivamente dall’uomo. Che la neve artificiale sia fatta solo di acqua e aria è stato stabilito da tempo. 

Non consumate moltissima energia?

No. Per far funzionare per un inverno tutte le stazioni invernali italiane, incluso l’innevamento artificiale, si utilizza la stessa energia necessaria a far viaggiare tutti i treni dell’alta velocità per un giorno. 

Voi sistemate continuamente le piste, qualcuno vi accusa di danneggiare i boschi. Cosa risponde?

Con un dato simile a quello sull’acqua. In Trentino, le piste da sci occupano solo lo 0,37% della superficie boscata. Quasi nulla. Sono pronto a discutere con gli ambientalisti, ma se si parte dai dati autentici.   

I vostri 150 chilometri di piste sono all’interno del Parco Adamello-Brenta. Questo vi aiuta o vi crea problemi?

Come immagine ci aiuta certamente. Nel Parco è vietato lo sci fuoripista, e questo può allontanare qualche appassionato. Invece lo scialpinismo è consentito. 

Oggi si parla molto di attività alternative, dalle ciaspole in poi. Voi vi occupate delle funivie, è una cosa che vi riguarda?

Certo. Ci sono passeggiate con le ciaspole che si raggiungono con gli impianti. E la nuova pista per lo slittino, che scende dallo Spinale fino a Madonna di Campiglio, ha avuto un enorme successo.

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Un commento

  1. I fiocchi di neve naturale hanno innumerevoli forme , quelli di neve sparata sono microgranuli esteticamente poco interessanti.Forse riusciranno ad imprimere un piccolo logo turistico su ciascuno di essi, ,visibile solo al microscopio.Si realizzera’ il modo di dire di Mauro Corona…” qui nevica griffato”???
    Altre localita’ sconvolte dai nubifragi e dalle raffiche di vento, sono in ansia..hanno il dubbio di non riuscire a partire per il ponte dell’8 dicembre…una jattura.

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