Film

Leonardo di Caprio è Revenant – Redivivo

Il film vincitore di ben tre Premi Oscar è stato girato, senza ricorrere a effetti speciali, tra British Columbi e Terra del Fuoco. Una storia vera con un cast d’eccezione

Stiamo girando in location così remote che, nel tempo in cui le abbiamo raggiunte e dobbiamo tornare, abbiamo già trascorso il 40% della giornata. Ma quegli ambienti sono così fantastici e meravigliosi che sembra non siano mai stati toccati da alcun essere umano, ed è proprio ciò di cui avevo bisogno.”

Alejandro González Iñárritu su The Revenant Redivivo (2015)

Vincitore di tre premi Oscar, tra cui il primo per Leonardo Di Caprio come miglior attore protagonista, Revenant – Redivivo (2015) del regista messicano Alejandro González Iñárritu è non solo un film straordinario dal punto di vista visivo e narrativo, ma anche un vero e proprio manifesto ambientalista in difesa della natura e delle popolazioni native del Nordamerica.

The Revenant è un’avventura cinematografica che ci riporta ai grandi racconti di Jack London, alla mitopoiesi delle “terre estreme” nordamericane, alla tracotanza dell’uomo bianco verso un ambiente che ha fame di conquistare e che, ancora largamente incontaminato, è un’ostile terra di mezzo (quella del cinema western) dove chi esplora si deve confrontare con chi quelle terre le abitava da prima: il popolo nativo. In questo caso specifico, la tribù Pawnee.

Tratto parzialmente dal romanzo Revenant – La storia vera di Hugh Glass e della sua vendetta (2002) di Michael Punke e parzialmente ispirato alla vita del cacciatore di pelli di inizio Ottocento Hugh Glass, Revenant – Redivivo è una storia di vendetta, sopravvivenza, ma anche di stupore: quello di fronte all’immensa forza della natura, spesso ostile, e insieme grande alleata di chi sa rispettarla.

La grande storia del cacciatore Hugh Glass  

North Dakota, 1820. Hugh Glass (Leonardo Di Caprio) è un “fur trapper” (cacciatore di pellicce) che è stato assunto come guida per una battuta di caccia. Dopo essere sfuggito ad un violento attacco di indiani Arikara, durante il quale vengono uccisi 33 uomini della spedizione, Glass, suo figlio adolescente Hawk (avuto da una donna Pawnee, uccisa anni prima durante un attacco di soldati statunitensi al loro villaggio indiano) e una dozzina di altri uomini decidono di tornare al loro villaggio a piedi, preferendo la prospettiva di settimane di cammino al freddo alla possibilità di venire accerchiati e attaccati dagli indiani lungo il corso del fiume.

Gravemente ferito da un orso, per sopravvivere Glass paga due dei compagni di viaggio affinché rimangano con lui: questi, sicuri della sua morte, lo derubano e lo abbandonano. Solo e disarmato, ma accecato dalla sete di vendetta, Glass percorrà 300 chilometri in mezzo ai boschi, ai ghiacciai e alle montagne per trovare giustizia.

Le location di Revenant: tra i boschi canadesi e i ghiacciai argentini 

Per quanto sia ambientato nell’entroterra statunitense, Revenant è stato girato principalmente in Canada, nella Columbia Britannica: nello specifico a Calgary, nei Mammoth Studios di Burnaby. Le riprese del film dovevano svolgersi inizialmente, secondo la volontà di Iñárritu, in ordine cronologico: tuttavia, i costi di produzioni sarebbero cresciuti enormemente. Inoltre, dato che il regista e il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki avevano deciso di girare sfruttando esclusivamente la luce naturale, la troupe aveva solo poche ore a disposizione ogni giorno per “portarsi a casa le scene”.

Date queste condizioni, Iñárritu è stato costretto a cambiare all’ultimo i piani a causa dell’arrivo della primavera e dell’innalzamento delle temperature, che hanno portato allo scioglimento delle neve nella Columbia Britannica. Le ultime sequenze del film sono così state girate in Argentina, per l’esattezza a Ushuaia, nella Terra del Fuoco. Di queste terre sudamericane è protagonista il ghiacciaio Perito Moreno: si tratta di un’area situata nel Parco nazionale Los Glaciares, nella parte sud-occidentale della provincia di Santa Cruz, ed è una delle più importanti attrazioni turistiche della Patagonia.

Iñárritu ha affermato che alcuni membri della troupe hanno lasciato il film a causa delle troppe difficoltà incontrate durante le riprese. Iñárritu ha insistito molto sul fatto di non volere utilizzare effetti speciali digitali (CGI, computer generated imagery), affermando: “Se usassimo il green screen saremmo tutti a divertirci con il caffè in mano, sarebbero tutti felici, ma molto probabilmente il film sarebbe una merda”.

Il realismo del film viene quindi in gran parte dalla visione registica di Iñárritu, da quella fotografica di Lubezki, ma anche dalla performance di Leonardo Di Caprio. Di Caprio ha infatti scelto di calarsi completamente nel personaggio vivendo a pieno le scene: ad esempio, in diverse interviste ha raccontato di avere indossato una pelliccia d’alce e una di orso pesanti 45 chili, di avere rischiato più volte l’ipotermia, e di avere lavorato anche quando aveva la febbre alta per rendere ancora più autentica la sua interpretazione. Una devozione alla performance che, girando a -40 °C, gli ha fatto prendere la bronchite: la tosse continua che si sente nel film non è affatto simulata.

Un  documentario e un video-saggio raccontano il dietro le quinte 

Tra luce naturale e lenti anamorfiche puntate sul viso di Di Caprio a distanza ravvicinata, l’effetto immersivo di Revenant è totale. Ma come hanno fatto? Lo spiega molto bene il documentario diffuso gratuitamente su YouTube da 20th Century Fox The Revenant – A World Unseen, dove è possibile esplorare nel dettaglio il backstage del film, con tanto di testimonianze degli stessi protagonisti; per i più curiosi e appassionati dell’aspetto visivo, invece, è disponibile un bellissimo video-saggio del canale Cinematography Database dove viene spiegata nel dettaglio la costruzione fotografica del film, con esempi su inquadrature specifiche.

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