Montagne

Laila Peak

Una cuspide slanciata nel cielo. Impossibile staccare gli occhi di dosso al Laila Peak, soprattutto se si è degli sciatori. Quando la si osserva dal Ghiacciaio di Gondogoro la sua parete nord-ovest appare come uno scivolo perfetto, come se il Karakorum avesse voluto fare un regalo a chi si muove dove l’aria si fa rarefatta ricercando nevi perfette e curve emozionanti.

Geografia

Il Laila Peak si trova in Karakorum, nella regione del Gilgit-Baltistan. Più precisamente è localizzato nella valle di Hushe, non molto distante dal Ghiacciaio Gondogoro. Tocca i 6096 metri di quota e si presenta con una caratteristica forma a lancia che lo rende inconfondibile. La sua parete nord-ovest, ambita dai migliori sciatori estremi al mondo, si presenta con una pendenza di 45 gradi e uno sviluppo di circa 1500 metri verticali.

L’altezza qui riportata, 6096 metri, è quella presente su una cartina giapponese realizzata da Tsuneo Miyamori nel 2003. In realtà riguardo all’altezza del Laila Peak è tutt’oggi in corso una diatriba. Secondo alcune fonti sarebbe alto 6200 metri, mentre per altri addirittura 6614.

Prima salita

Tra gli anni Ottanta e Novanta molte cime di seimila metri del Karakorum hanno visto realizzarsi prime ascensioni senza permessi di scalata. Per questo non tutte sono riconosciute e le informazioni in nostro possesso sono molto limitate. Nel caso del Laila Peak si attribuisce la prima salita a Simon Yates, Sean Smith e Mark Miller. I tre alpinisti hanno raggiunto la vetta nel 1987, passando per la parete nord-ovest. La salita è avvenuta senza permesso di scalata ed è diventata ufficiale solo quando, nel 2001, Yates ha pubblicato la sua autobiografia “La fiamma dell’avventura” dedicando un capitolo all’ascensione. A prova dell’ascensione il libro contiene non solo il racconto dell’esperienza, ma anche un corredo fotografico. L’itinerario è poi stato ripetuto nel 1993 da un team tedesco-svizzero, anche questa salita è stata effettuata senza permessi.

Per vedere la prima salita ufficiale, con regolare permesso rilasciato dalla autorità, bisogna attendere il 1997 quando gli italiani Fabio Iacchini, Paolo Cavagnetto, Camillo Della Vedova, Giovanni Ongaro e Guido Ruggeri provano la salita. I primi due sono anche i primi a giungere in vetta, mentre la restante parte del gruppo riesce nella salita il giorno seguente. La salita arriva al secondo tentativo, il primo viene portato avanti nel 1996 e naufraga a causa delle pessime condizioni di innevamento. Quando raggiungono la vetta gli italiani trovano conferma alle parole di Yates: sulla cima ritrovano una bomboletta di gas con su incisi i nomi degli inglesi saliti nel 1987. La via degli italiani non ricalca quella dei primi salitori, ma segue un itinerario leggermente più complesso.

Sci

Impossibile per un freerider o per uno sciatore estremo guardare il Laila Peak senza immaginarsi a tracciare curve su quello scivolo perfetto che caratterizza il versante nord-ovest. I primi a provare questa discesa sono gli scandinavi Fredrik Ericsson e Jörgen Aamot nell’estate del 2005. I due si sono fermati, a causa delle condizioni della neve, a circa 100 metri dalla vetta e da qui hanno sciato lungo il versante nord-ovest.

Qualche tempo dopo questo primo tentativo ci prova la spedizione internazionale composta da Paul Holding, Brendan O’Sullivan, Ed Blanchard Wrigglesworth e Luca Pandolfi. Di loro solo Wrigglesworth si è mosso sugli sci, mentre gli altri hanno preferito la tavola. Il gruppo è riuscito a raggiungere i 5400 metri, dove si è trovato bloccato a causa di una serie di frane che hanno compromesso il versante della montagna.

Nel 2016 si approccia al Laila Peak la spedizione italiana composta da Zeno Cecon, Carlo Cosi, Enrico Mosetti e Leonardo Comelli. I 4 riescono a salire fino a 150 metri sotto la vetta, dove decidono di rientrare a causa delle condizioni della neve non ottimali. Durante la discesa sugli sci un incidente colpisce Comelli, che perde la vita dopo una caduta di circa 400 metri.

Nel maggio 2018 il Laila Peak vive un periodo di intensa attività sciistica. Due le spedizioni che sono intenzionate a mettere la firma sulla prima discesa integrale: quella francese composta da Boris Langenstein, Carole Chambaret e Tiphaine Duperier; e quella internazionale di Cala Cimenti, Julian Danzer e Matthias Koenig. I primi, partiti in sordina, raggiungono la montagna nei primi giorni di maggio e nel giro di una decina di giorni riescono a mettere a segno la prima discesa integrale dalla cima della montagna. Una manciata di giorni dopo anche Cala Cimenti e compagni riescono nella realizzazione.

Curiosità

In Pakistan esistono 3 cime chiamate Laila Peak, bisogna quindi fare attenzione a non confonderle. Il più alto tocca i 6986 metri ed è localizzato a sud del ghiacciaio Chogo Lungma, tra le montagne di Haramosh (nei pressi dello Spantik). Il terzo raggiunge invece i 5971 metri e si trova sul versante meridionale della Valle Rupal, nell’Himalaya occidentale. Tutte e tre le vette sono state violate ma, se qualcuno volesse dedicarsi a un progetto alpinistico, nessuno le ha mai salite tutte e tre.

Guida al Laila Peak

La prima cosa da fare per raggiungere il Laila Peak è raggiungere Islamabad. Da qui è possibile prendere un volo interno per Skardu, oppure raggiungere la località nel nord-ovest del Paese percorrendo la Karakorum Highway, esperienza da fare almeno una volta nella vita. Da Skardu inizia l’avvicinamento alla montagna attraverso la Valle di Gondogoro, fino a raggiungere il villaggio di Hushe. Per raggiungere questo territorio è necessario munirsi dei regolari permessi. Il Laila Peak sorge infatti in una zona soggetta a restrizioni, per la sua vicinanza al confine cinese, per questo è obbligatorio fare richiesta e acquistare il relativo permesso. Oltre a questo è necessario essere accompagnati da una guida autorizzata che dovrà rimanere con voi per tutta la durata del trekking o della spedizione.

Per chi fosse interessato alla scalata della montagna non è richiesto alcun permesso, trattandosi di una vetta sotto i 6500 metri. È possibile organizzare la spedizione in autonomo, oppure fare affidamento a una delle molte agenzie locali o internazionali che da anni si occupando di questi progetti e che facilmente sapranno sbrigare tutte le faccende burocratiche.

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