Cronaca

Inchiesta della Finanza sul Soccorso Alpino Trentino

La bufera sul il Soccorso Alpino Trentino non si placa. Il 3 febbraio scorso vi avevamo parlato della spaccatura tra il CNSAS nazionale ed il CNSAS trentino, che ha coinvolto il presidente nazionale del soccorso alpino, Maurizio Dellantonio, il presidente del Soccorso Apino trentino, Adriano Alimonta, alcuni capozona del CNSAS trentino e la Provincia di Trento.

La vicenda è ora arrivata alla Corte dei Conti e alla Guardia di Finanza, che nei giorni scorsi ha fatto visita alla sede del Soccorso Alpino trentino per chiedere la documentazione relativa all’acquisto delle divise Montura degli uomini del Soccorso e sulle indennità del presidente Adriano Alimonta e del vice Ezio Parisi.

La Finanza si è mossa in relazione ad un’inchiesta partita dopo un esposto presentato alla Procura della Corte dei Conti da un capostazione del Soccorso alpino (non della zona della val di Fiemme, Val di Fassa, ossia l’area di cui è capozona Paolo Lastei il quale aveva segnalato al CNSAS nazionale presunte irregolarità sulla fornitura delle divise e sulle indennità di istruttore ed elisoccorritore di Alimonta e Parisi, vietati dallo statuto del Soccorso Alpino nazionale, ma non da quello del Soccorso del Trentino).

L’accusa ipotizzata è spreco di denaro pubblico: secondo quanto affermato nell’esposto, la fornitura di divise sarebbe stata affidata alla Montura senza gara d’appalto. Infatti, nonostante il CNSAS sia un’associazione di diritto privato, il Soccorso Alpino trentino incassa un milione e 600 mila euro dalla Provincia e svolge una funzione pubblica e per questo motivo viene equiparato ad un ente pubblico soggetto al diritto amministrativo che ha l’obbligo di indire gare d’appalto per le forniture. 

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